“Ti credevo migliore”…

Scintille tra Rutelli e Formigoni sulla “retorica della famiglia” e sul premier

16:04 POLITICA
Il democratico alla festa Cisl: «Da una parte retorica di Dio, padre e famiglia, dall’altra ciò che vediamo». La replica: come sei caduto in basso, ti credevo migliore


°°° Soliti vecchi metodi dei destronzi. In pratica, non è vile, volgare, fuori luogo chi COME BURLESQUONI corrompe, ruba, traffica, va con le minorenni o con le squillo a pagamento, si imbottisce e imbottisce i suoi ospiti di cocaina… ma chi stigmatizza questi comportamenti volgari e inopportuni. Il giorno in cui verranno fuori le magagne di Formikconi ci sarà da ridere!

FORMIKONI

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Andrea Camilleri e Saverio Lodato

Da L’Unità

La scossa di D’Alema e l’incrinatura di Berlusconi continua ad allargarsi

Camilleri, c’è Berlusconi e c’è Massimo D’Alema. Berlusconi grida al «complotto». Minaccia il ritorno al voto, perché vuole fare la fine del leone, non quella di Leone. Argomenti gravi, come l’ora che sta vivendo la Patria. Stride, però, che , andando da Obama, si sia detto «bello e abbronzato» e che voglia la testa degli 007 perché, se sull’albero c’è stato il fotografo, poteva starci il cecchino. Era meglio astenersi dai pigiama party, all’aperto, e con tanta gente in mutande. Quanto a D’Alema, prevede «scosse». Il Pd lo ascolti. Come avremmo fatto bene ad ascoltare il professore che, in Abruzzo, aveva previsto il sisma. Dopo, è troppo tardi. A quei livelli certe cose si sentono. E basta.

In questo paese di incertezze, poche le cose certe. Una l’ho detta ieri: quando capita un vero rivolgimento politico in Sicilia, poi succede qualcosa di grosso in campo nazionale. E già se ne avvertono le avvisaglie. La situazione è nota: un Berlusconi azzoppato, tenuto su dalla stampella leghista. E questo non può che preoccupare gli italiani che hanno a cuore le sorti del paese in un momento difficile. «La ricreazione è finita» ha detto Emma Marcegaglia. Ed è indubbio che Berlusconi sia, tutt’al più, buono per una brevissima ricreazione. Si ricorda, caro Lodato, della mia teoria dell’incrinatura sul parabrezza? Berlusconi continua a correre, ma l’incrinatura si allarga. Straparla di complotti. Rivolga l’accusa ai due milioni e passa di elettori che gli hanno voltato le spalle. E fa bene D’Alema a mettere in guardia l’opposizione a non farsi trovare impreparata di fronte a qualche possibile scossa. D’Alema non ha aggiunto «di terremoto» forse per rispetto verso i terremotati d’Abruzzo, già duramente colpiti dal sisma e dalle assillanti visite del premier cacciaballe, per dirla con Dario Fo.

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Ma dove siamo finiti?

Eravamo la patria di Garibaldi, Pertini, Nenni, Berlinguer, Mazzini, Dante, Michelangelo, Leonardo, De Gasperi, Prodi….
Ora siamo la barzelletta del mondo. Apicella, nani, ballerine senza mestiere, pompinare e…

IL TROIAIO DEL MAFIONANO

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Il pagliaccio del mondo, siòr siori!

Sul sito di news dell’emittente britannica un articolo tutto dedicato alle sortite
politicamente scorrette del premier. Ricordando gli scandali recenti
La Bbc lancia l’appello: “Oh no, Silvio!”
Allarme gaffe sulla trasferta negli Usa

La Bbc lancia l’appello: “Oh no, Silvio!” Allarme gaffe sulla trasferta negli Usa

Silvio Berlusconi

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LONDRA – Il titolo, apparso sull’homepage della Bbc, è eloquente: “Oh no, Silvio!”. Ed è seguito da una domanda, per nulla retorica: “Riuscirà il premier italiano a non offendere nessuno, durante la sua visita negli Stati Uniti?“.

E’ attorno a questo interrogativo che ruota l’articolo firmato da Stephen Mulvey, e pubblicato sul sito che fa capo alla tv britannica oggi alle 15 (le 16 italiane). Tutto dedicato alle incognite della trasferta in terra americana del nostro presidente del Consiglio. Con una preoccupazione di fondo sul modo di esprimersi spesso politicamente scorretto di Berlusconi, al momento del suo sbarco nella patria mondiale del politically correct.

In particolare, il sito della Bbc ricorda la doppia gaffe del Cavaliere sul colore della pelle di Obama. La prima risale al novembre scorso, quando il capo del governo italiano definì il neopresidente Usa “giovane, bello e abbronzato”. Con conseguenti polemiche in mezzo mondo, e con decine di lettere di scuse inviate dai nostri concittadini al New York Times, imbarazzati dal siscutibile modo di scherzare del premier. Un episodio che lo stesso Berlusconi ha rievocato ieri, alla vigilia del suo imbarco per Washington, in una sorta di autocitazione: “Parto bello e abbronzato”, ha detto.

A partire da questo, l’articolo si interroga – riportando anche il parere di professori universitari e giornalisti italiani – sull’eventuale razzismo del presidente del Consiglio, sulla sua propensione alle gaffe (viene ricordata anche quella con la Regina Elisabetta a Londra), e sulla differenza abissale del suo temperamento rispetto a quello, attentissimo e controllatissimo, di Barack Obama.

E non mancano nemmeno i riferimenti alle recenti bufere che hanno coinvolto Berlusconi: l’inchiesta su eventuali suoi abusi dei voli di Stato; le foto (definite “seminude”) di Villa Certosa; le accuse della moglie di frequentare minorenni. Tutte circostanze che, almeno secondo l’autorevole sito britannico, bastano a giustificare quell’invocazione iniziale: “On ho, Silvio!”.


DALL’ALBUM DI ZAPPADU:

famigghia

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SSSSSSSSSSSSST… silenzio.

Monsignor Bertolaso, arruola i parroci per i miracoli ai terremotati
di Marco Bucciantini

Sembra il ‘48. Si arruolano i preti, con circolari ministeriali travestite da lettere accorate. «Diffondete il buonumore, dobbiamo fare bella figura». Una volta chiedevano direttamente il voto giusto, per lo scudocrociato. E c’è anche il ciclista del popolo che si prende la maglia di leader, ed è un sussulto condiviso, «nazionale», con il vecchio compagno Alfredo che tormenta la tivù per sentire meglio e il giovane frate Michele che solleva i pugni quando Di Luca trova un buon finale sulla vetta dolomitica e si prende la maglia rosa, per il suo Abruzzo. Nel ‘48 fu Bartali al Tour, salvatore della patria dopo le pallottole a Togliatti. Allora fece storia, questa volta fa almeno calore.

La maglia rosa e le tuniche nere
Guido Bertolaso ha chiamato il vescovo, «basta, me ne vado, troppe lamentele» Aveva appena letto l’editoriale del Centro, il quotidiano degli abruzzesi. Si chiedeva di superare in fretta – prima che l’afa soffochi le tendopoli – questa prima fase, e sistemare gli sfollati in prefabbricati più consoni, intimi. Non era un richiamo demagogico: Assolegno ha già fatto sapere che le casette si possono fare in pochi giorni. Qualcosa di simile fa intuire anche l’assessore friulano Vanni Lenna, giunto ieri all’Aquila per ricordare i tempi e i modi di una rinascita felice, governata dal territorio, senza new town. «Porteremo la nostra esperienza sui moduli abitativi possibili prima della ricostruzione stabile». Le necessità quotidiane tornano a occupare la vita e manca il modo di soddisfarle, e questo crea un logico malumore che il governo ha dato ordine di celare.

È arrivato il caldo, 30 gradi umidi, e se è vero che la protezione civile ha promesso l’arrivo dei condizionatori intanto mancano anche i semplici ventilatori. Farebbero comodo alla famiglia Bran, peruviani di Lima, che vivono in undici nei 14 metri quadrati della tenda numero 106 nel campo di Piazza d’Armi. Sono due nuclei, gli uomini furono i primi a venire in Italia. Fanno i camerieri al ristorante Le Fiaccole, in centro. Le donne sono badanti, poi c’è il ragazzo che fa il muratore e le bambine che vanno a scuola. Adesso sono qui a invecchiare di noia: il ristorante è franato, la ditta edile è ferma, le famiglie da badare sono poche tende più in là, le scuole sono chiuse. I Bran hanno nomi italiani, o così li hanno “adattati”: Anita torna dai lavatoi con la tinozza piena di magliette e asciugamani di spugna, e stende tutto al sole gentile del tardo pomeriggio. Mario è sulla branda e si strofina i piedi fra loro e fissa il soffitto di stoffa. Manca l’aria. I letti sono sei: tre matrimoniali, tre singoli. Loro – ripetiamo – sono 11 e agitano un periodico che si stampa a Roma per le comunità sudamericane, “Expreso Latino”, dove sono fotografati, sopravvissuti e sorridenti.

“Caro Arcivescovo”
Non bisogna sapere della famiglia Bran. Non bisogna sapere dei dodici casi di dissenteria dell’ultima settimana. E nemmeno del caso di tubercolosi a Pizzoli. Si deve far sapere che va tutto bene, che l’Abruzzo rifiorisce miracolosamente. Bertolaso ha chiesto al vescovo Giuseppe Molinari il sostegno della Curia: «Tenete la gente tranquilla, rassicuratela che va tutto bene». Così, dopo l’articolo del Centro e la successiva presa di posizione del presidente della provincia Stefania Pezzopane, che bazzica continuamente i campi per verificare di persona lo stato delle cose, il vescovo si è mosso con zelo. Dapprima ha radunato i parroci, chiedendo loro un lavoro «tenda a tenda» per consolare gli sfollati.

Ogni campo ha una chiesetta, e sono attivi (fin da subito) preti delle diocesi del centro Italia. Monsignor Molinari ha poi scritto alla stessa Pezzopane, rimproverandola di «fare politica», e di fomentare i malumori delle persone che vivono questa situazione di disagio. Le ha rinfacciato lo scoramento di Bertolaso. La Pezzopane ha risposto: «Caro Arcivescovo, per me indimenticato don Giuseppe (Molinari fu suo insegnante di religione, ndr), proprio lei mi ha insegnato a privilegiare chi è in difficoltà. Sollecitando più attenzione per le persone nelle tende e chiedendo per loro una migliore sistemazione, ho assecondato una necessità di rispetto per le loro vite già provate, non una ricerca di polemica».

Alle 18 e 39 frate Oreste Renzetti conclude la messa nella tenda bianca e saluta una ventina di convenuti, «andate in pace». «Noi facciamo sempre il solito lavoro, di sostegno, di conforto. Parliamo, non avevamo bisogno di questi ordini». Dopo 40 giorni dal terremoto ci sono 35.852 persone sfollate in 178 aree, circa 800 sono rientrate nelle case, molte famiglie hanno ottenuto l’agibilità per l’abitazione, ma manca la verifica sull’impianto del gas, e ci vorranno settimane. Intanto i poliziotti, dimenticati al vescovo, si lamentano e scrivono al ministro Maroni: «Non ci pagano gli straordinari, è scandalosao». Ma non lo fate sapere in giro.
14 maggio 2009

°°° Sparito dalle tv, sparito dai giornali di regime, del terremoto non si parla più. Non c’è un solo cent per la ricostruzione e silvio berlusconi ha già dimenticato le mille minchiate sparate a reti unificate, fingendo commozione per le persone assassinate dai suoi amici costruttori e da lui medesimo, con i condoni edilizi a raffica.
Ora, questi poveri sfollati, dopo un mese al gelo, si stanno arrostendo e soffocano sotto il primo caldo. Nemmeno un ventilatore. Ecco: questa è l’esatta fotografia del Cazzaro. Un coglione malavitoso che vende sogni, ma ci riempie costantemente di INCUBI!

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L AQUILA - TERREMOTO IN ABRUZZO - SILVIO BERLUSCONI TRA I TERREM

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La chiesa puttana

Dopo le prese di posizione di alcuni vescovi la Santa Sede non si allinea alle critiche
UGO MAGRI
ROMA
Sul pubblico di Vespa, Berlusconi ha fatto colpo. Sostengono i suoi sondaggi (Euromedia Research) che 70 spettatori su 100 hanno gradito lo show contro Veronica, ammaliate in particolare le signore sopra una certa età. L’Ipr, altro istituto, registra una fiducia nel premier stabile ai soliti livelli stratosferici (66 per cento, 75 secondo Euromedia). Se nelle prossime ore non matura qualche nuova sorpresa, il Cavaliere può pensare di averla scapolata. Difatti già comincia a scherzarci su, con battute sulla Finlandia e sulle finlandesi: le ama molto, precisa ammiccante, «purché abbiano più di 18 anni». Porta con sé le tre candidate donna a una cena di imprenditori, onde dimostrare che non sono «veline». E’ sicuro di avere reagito alle accuse della moglie «con una certa classe». E visto che l’autodifesa pare funzioni in patria, si confessa pure con l’emittente France 2. Però la notizia più gradita non gli giunge d’Oltralpe, bensì da Oltretevere.

Tramite i soliti canali riservati che fanno perno su Letta, Gentiluomo del Papa, la Curia vaticana manda al capo del governo messaggi rassicuranti. Il contatto risale a ieri mattina. Bertone, cardinale e segretario di Stato, si limita a suggerire prudenza, come peraltro già aveva fatto l’«Avvenire» (organo della Cei), meglio sospendere i ping-pong polemici con la signora Lario che generano imbarazzo. Viceversa, sul secondo divorzio del premier la Santa Sede non ha nulla da ridire. Anzi. Dal punto di vista religioso, la lite coniugale sana una condizione di peccato grave, quasi di scandalo (per il diritto canonico Berlusconi è ancora sposato con Carla Dall’Oglio). Insomma: il paradosso è che, rompendo l’unione con Veronica da cui ha avuto tre figli, il premier verrà riammesso ai sacramenti, come da tempo anelava. Chi immagina contraccolpi negativi sul voto cattolico in vista delle Europee, consideri l’impatto visivo di Berlusconi che fa la comunione, proprio come un vecchio leader democristiano. Anche di questo pare si sia parlato espressamente, in una giornata che registra colloqui riservati tra Bonaiuti (portavoce del premier) e alcuni giornalisti di prima fila del pianeta cattolico. Certo, non tutte le voci ecclesiastiche sono in riga.

Proprio su «La Stampa» di ieri, l’autorevole cardinale Kasper aveva lamentato con toni forti la «caduta di stile e il cattivo esempio». Padre Sorge, gesuita, prova a mettersi nei panni di San Pietro e scommette che sarà in imbarazzo anche lui, «quando dovrà giudicare Berlusconi». Però la Chiesa sa benissimo, obietta il capogruppo Pdl Cicchitto, che «noi siamo un soggetto politico serio, dunque teniamo conto delle sue posizioni». Un modo per rammentare il decreto su Eluana, lo stop ai Didore, il no alla revisione della legge sull’aborto. Sorride sornione Cossiga, presidente emerito della Repubblica, reduce da un colloquio col premier per portargli la propria solidarietà: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo che contesta certe sue direttive», avverte Cossiga, «e uno sciupafemmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupafemmine». Cita a tal proposito Sant’Ambrogio: «Ecclesia casta et meretrix».

°°° Questo articolo del La Stampa conforta e sottolinea la verità certificata: non esiste nessuna differenza tra i comitati d’affari della mafia e il vaticano. Mafioso Berlusconi, mafiosa la chiesa di Roma. Ciò che interessa a questi farabutti è solo potere e soldi. E l’apparenza ipocrita e truffaldina. Ma vi rendete conto? Stanno già preparando lo spot di Mafiolo che fa la comunione!!! Alla faccia dei creduloni e di chi lavora. Per quanto mi riguarda, le loro ostie se le possono schiaffare su per il culo.

papaccio

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Il cazzaro e i suoi pappagallini

Berlusconi è il leader mondiale meno popolare
Pubblicato da Massimo Brignolo alle 13:08 in Diario
Con buona pace di Euromedia, di Silvio Berlusconi e de Il Giornale che nei giorni scorsi ha dedicato anche un infografica alla notizia (vedi dopo il salto) della popolarità record del Presidente del Consiglio, arriva da Harris Interactive un sondaggio sulla popolarità dei leader mondiali eseguito per conto di France24 e International Herald Tribune e segnalato nei giorni scorsi da Termometro Politico.Il campione rappresentativo considerato è il seguente

Un campione di adulti da Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti e Italia, nel periodo di tempo che va dal 25 febbraio al 3 marzo ha messo in luce come il leader più popolare in assoluto sia Barack Obama con un dato eccezionale, l’80% dei consensi. Il leader europeo più popolare è Angela Merkel (51%) e il meno popolare è Silvio Berlusconi con il 17%. Un dato che Harris Interactive sottolinea è come Silvio Berlusconi sia di gran lunga più popolare in Italia (38%) che nel totale (17%); si tratta di un fatto non così diffuso che si verifica ma con un differenziale molto inferiore anche per Zapatero (48% vs 35%) e Angela Merkel (59% vs 51%).

Nel comunicato stampa che ha diffuso i risultati, si trova anche un tentativo di spiegazione di questo fenomeno: “la grande differenza tra la popolarità in Italia e globale di Silvio Berlusconi riflette il suo controllo sulla maggioranza dei media italiani”.

A proposito di controllo dei media, come detto in apertura, nei giorni scorsi Il giornale ha dato spazio ad un sondaggio Euromedia che è passato sulla bocca di tutti dopo la discussione tra Gad Lerner e Maurizio Belpietro ad Anno Zero. Non vi sono molte indicazioni sulla natura del sondaggio ma verrebbe da pensare si tratti di un sondaggio sulla popolarità in patria dei diversi leader. Appare subito singolare come il dato che si riferisce a Silvio Berlusconi appaia esattamente il doppio di quanto registrato da Harris Interactive tra gli intervistati italiani.

Prescindendo dal lotto di leader presenti nel sondaggio di Euromedia, vale la pena sfogliare la classifica della popolarità in Italia così come emerge da Harris: anche in Italia la classifica è guidata da Barack Obama (86%). Silvio Berlusconi, all’undicesimo posto (38%) precede il presidente brasiliano Lula (31%) e Fidel Castro (29%) di qualche incollatura.

°°° Non avevamo dubbi. Berlusconi tarocca se stesso (plastiche, soprattacchi,parrucchini,trapianti,cerone a chili,pennellamenti,ecc.), tarocca la verità, tarocca i dati Auditel, tarocca i conti delle “sue” aziende, tarocca coi brogli i risultati elettorali… truffa continuamente i cittadini e volevate che non taroccasse i sondaggi?


I PIU’ POPOLARI REALMENTE

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il taroccamento di euromedia

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Dall’archivio di Travaglio

E se c’ero dormivo

“Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato”

(Silvio Berlusconi, leader del Popolo della Libertà, Repubblica.it, 26 aprile 2009).

“Onorevoli Colleghi! – La presente proposta di legge nasce dall’esigenza di attribuire a coloro che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale un riconoscimento analogo a quello attribuito ai combattenti della guerra 1914-1918 dalla legge 18 marzo 1968, n. 263. L’istituzione dell'”Ordine del Tricolore” deve essere considerata un atto dovuto, da parte del nostro Paese, verso tutti coloro che, oltre sessanta anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schierament o convinti della “bontà” della loro lotta per la rinascita della Patria. Non s’intende proponendo l’istituzione di questo Ordine sacrificare la verità storica di una feroce guerra civile sull’altare della memoria comune, ma riconoscere, con animo oramai pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d’Italia; nello smarrimento generale, anche per omissioni di responsabilità ad ogni livello istituzionale, molti combattenti, giovani o meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e “imperiale” del ventennio, ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e languente; altri, maturati dalla tragedia in atto o culturalmente consapevoli dello scontro in atto a livello planetario, si schierarono con la parte avversa, “liberatrice”, pensando di contribuire a una rinascita democratica, non lontana, della loro Patria… Attribuiamo al progetto di legge in esame un forte valore simbolico e sociale, che valga a superare tutti gli steccati ideologici che hanno reso difficile per troppi anni la possibilità di riconoscere socialmente i meriti e il sacrificio di coloro che hanno combattuto consapevolmente per il Tricolore; ad essi, dopo oltre sessanta anni dalla fine della guerra e nel sessantesimo anniversario della nostra Costituzione, il Parlamento italiano, per motivi di equità e di giustizia, deve tributare un riconoscimento analogo a quello concesso ai cavalieri di Vittorio Veneto. Questo sarà costituito da un’alta attribuzione onorifica, cioè l’appartenenza all’Ordine del Tricolore e anche da un miglioramento economico, doveroso per chi ha dato tanto per la propria Patria. In questo tempo di ristrettezze economiche ci appare indizio di grande civiltà pensare a chi ha combattuto e da anni attende una revisione migliorativa dei trattamenti pensionistici di guerra…” (XVI Legislatura. Camera dei deputati. Proposta di legge N. 1360 d’iniziativa dei deputati BARANI, ANGELI, BARBA, BARBIERI, BOCCIARDO, CALDORO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATONE, CESARO, CICCIOLI, CRISTALDI, DE ANGELIS, DE CORATO, DE LUCA, DE NICHILO RIZZOLI, DI BIAGIO, DI VIRGILIO, DIMA, DIVELLA, GREGORIO FONTANA, FUCCI, GAROFALO, GIRLANDA, HOLZMANN, LABOCCETTA, LO MONTE, GIULIO MARINI, MAZZONI, RICARDO ANTONIO MERLO, MIGLIORI, PETRENGA, ROSSO, SARDELLI, SBAI, TORRISI, VALENTINI, VENTUCCI, VESSA, ZACCHERA. Istituzione dell’Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra. Presentata il 23 giugno 2008. Stato iter: In corso di esame in Commissione).

(27 aprile 2009)

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