Multe, «automobilisti perseguitati da Berlusconi»

Multe, «automobilisti
perseguitati da Berlusconi»

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Da domani entra in vigore il decreto legislativo 1 settembre 2011, n. 150 che diminuisce da 60 a 30 giorni i termini per presentare ricorso al giudice di pace contro le violazioni al Codice della strada. «È l’ennesima ingiustizia a carico dei tartassati automobilisti, che ora avranno sempre maggiori difficoltà ad impugnare una multa, visto che occorrono giorni perchè un principiante possa capire come si fa un ricorso e se esistono i presupposti per impugnare. Per non parlare dei tempi tecnici per avere la documentazione dai vigili, dalla foto dell’autovelox alla durata del giallo», dice il Casper, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, di cui fanno parte Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori: «Gli automobilisti sembrano letteralmente perseguitati dal Governo Berlusconi».

«Si tratta, infatti, del Governo che ha il record nella storia della Repubblica per il numero di provvedimenti presi contro gli automobilisti, pari almeno a sette: aumento della accise (luglio 2011), per una stangata pari a 60 euro ad autovettura; aumento dell’Iva sulla benzina (settembre 2011), per una stangata pari a 19 euro ad autovettura, oltre che sull’acquisto delle auto; introduzione del contributo unificato per i ricorsi delle multe a partire dal gennaio 2010, ricorsi che prima erano esenti da qualunque pagamento; aumenti ulteriori del contributo unificato, che prima passa da 30 a 33 euro e il 6 luglio del 2011 passa da 33 a 37 euro (per impugnare un divieto di sosta da 39 euro, quindi, se ne devono pagare 37); aumenti esponenziali delle multe (come se inasprire le pene invece che aumentare i controlli servisse a ridurre gli incidenti stradali); aumento delle tasse sulle polizze rc auto; aumento dell’ Imposta provinciale di trascrizione (Ipt)».

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La serietà non paga

Uno dei temi più frequenti, nei dibattiti tv, è quello che i problemi creati dall’immigrazione sono sentiti con maggiore insofferenza nei quartieri e tra i ceti operai. Per questo la Lega e gli altri razzisti di complemento si atteggiano a difensori del popolo oppresso, ovviamente non dai ricchi, ma dai più poveri e perseguitati. Anche Cicchitto, buon ultimo, ha sostenuto questa tesi, in Parlamento e nelle finestre dei tg, ridiventando, per un attimo, quel vecchio socialista, in onore del quale il nostro Fortebraccio aveva coniato l’esilarante definizione di «marxismo-cicchittismo». Per dire quanto era ridicolo anche quando voleva essere serio. Oggi no, oggi la serietà non paga perché vincono i buffoni e si può dire di tutto senza tema di smentite, visto che anche le smentite sono proprietà esclusiva del capo. Perciò, si scopre l’acqua calda e cioè che tutti i drammi sociali gravano soprattutto sui ceti operai. Magari anche la crisi economica, contro la quale il governo non fa nulla.

obolo

poverta1

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