Ma chi è il pusher di Mauretto Pili? Spara una minchiata dietro l’altra.

Pili: “Una casa su Marte con il marchio Sardegna”

“Il progetto di ricerca su Marte con il marchio Sardegna può rappresentare per l’Italia e l’isola una grande opportunità di sviluppo”. Lo ha dichiarato il deputato Mauro Pili in una replica al Governo

CAGLIARI. Il progetto è ambizioso ed è teso a utilizzare le risorse disponibili sulla Luna o su Marte. Combustion Synthesis under microgravity conditions (Cosmic), sviluppato in Italia nell’Università di Cagliari, finanziato con 500 mila euro dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), servirà per mettere a punto sistemi per estrarre ossigeno, acqua, azoto dall’ambiente lunare o marziano e consentire la vita degli astronauti che vi giungeranno nei prossimi decenni.

“Una ‘casa’ su Marte con marchio Sardegna può rappresentare per l’Italia una grande opportunità di sviluppo. E’ un orizzonte al quale la ricerca spaziale applicata deve dare sostegno e risorse finanziarie. La disponibilità del governo a fornire indirizzi all’Asi è un impegno importante”. Lo ha sostenuto il deputato Mauro Pili (Pdl) replicando al Governo che, rispondendo ad una sua interrogazione, ha dichiarato la disponibilità a sostenere il progetto italo-sardo per la ricerca su Marte.

°°°Poveraccio, già non è un’aquila, anzi… è più deficiente del trota. Vi ricordate quando lesse il discorso di insediamento a presidente della regione copiato pari pari da quello di Formigoni per la Lombardia? Ecco. Questo decerebrato rampante ne inventa una al mese di portata tale che, se trovasse qualcuno che se lo caga, farebbe campare di rendita decinaia di comici.
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Napoli blitz della polizia A SECONDIGLIANO: un pusher in manette

Napoli blitz della polizia A SECONDIGLIANO: un pusher in manette

Il passaggio segreto degli spacciatori?
Nella cappella votiva di Padre Pio

Dietro la statua si apre una porta che accede ad una intercapedine usata come rifugio e deposito di droga

°°° Secondo me si tratta di un miracolo: avevano conservato della farina doppiozero e si sono trovati cocaina purissima e già divisa in dosi.

riso

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Tanto fumo, pochi arresti

L’indagine di Bari

Il pusher smentisce Tarantini:

in Sardegna mezzo chilo di coca

Isolamento in carcere, domani l’udienza

Da uno dei nostri inviati Fiorenza Sarzanini (Corriere.it)

Alpini

BARI — C’era almeno mezzo chi­lo di cocaina nella cassaforte di Gianpaolo Tarantini durante la va­canza in Sardegna. A smentire l’im­prenditore, che aveva parlato di «50, 70 grammi» è stato Nico, il «pusher», durante un interrogato­rio avvenuto qualche giorno fa. Su­bito dopo i pubblici ministeri han­no firmato il provvedimento di fer­mo contro l’imprenditore finito in manette venerdì mattina subito do­po essere atterrato a Bari con un ae­reo proveniente da Roma. Gli con­testano le bugie raccontate, ma lo accusano anche di voler «inquina­re le prove avvicinando testimoni e rilasciando alla stampa dichiara­zioni allarmistiche». Tarantini rimane in isolamento in carcere e attende l’udienza da­vanti al giudice che è stata fissata per domani mattina. «È tranquillo, combattivo — assicura il suo avvo­cato Nicola Quaranta — certo di po­ter dimostrare di aver sempre avu­to una condotta leale e collaborati­va con i magistrati».
E poi torna a smentire che il suo cliente avesse intenzione di lasciare l’Italia. «Non è vero che volessi andare in Tuni­sia o altrove», fa sapere Tarantini attraverso il legale. Una tesi che l’ac­cusa cercherà di smontare deposi­tando la relazione della Guardia di Finanza in cui si parla «della vacan­za che dal 25 al 31 maggio scorso l’imprenditore ha fatto con la mo­glie e le due figlie in un villaggio turistico di Djerba e della sua inten­zione di voler trasferire nel Paese nordafricano il centro logistico del­le sue attività». Il documento elenca anche le di­chiarazioni rilasciate alla stampa da Tarantini e in particolare cita quella in cui manifestò «timore per la mia vita e per quella dei miei fa­miliari ». Secondo gli investigatori in questo modo «l’indagato voleva attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla propria persona e poi inquinare le prove», cercando di convincere testimoni e coindaga­ti a modificare le affermazioni già rilasciate davanti agli inquirenti. Elemento forte dell’accusa è an­che il verbale di uno dei suoi due fornitori di fiducia, Nico. Il 27 lu­glio raccontò al magistrato di aver acquistato in diverse circostanze a Bari e portato in Sardegna «50-70 grammi di cocaina ed un quantitati­vo inferiore di Md», droga sinteti­ca che ha lo stesso effetto dell’ec­stasy. I finanzieri non hanno mai creduto a questa tesi, anche perché le intercettazioni telefoniche evi­denziavano come gli abitanti della villa rifornissero abbondantemen­te tutti gli ospiti. E qualche giorno fa il «pusher» ha confermato: «Io gli diedi almeno mezzo chilo di co­caina ».

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Berlusconi porco e bugiardo

Berlusconi a Chi:

«Mai festini, solo

cene simpatiche»

°°°  Vero.  Si  invitano  simpaticamente delle  zoccole  e  delle simpatiche  minorenni, figlie  di

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