La mafia di hardcore non si ferma mai.

L’offerta per retrodatare di un paio di anni il documento di Karima El Maroug

Marocco, «offerti soldi per cambiare
la data di nascita di Ruby»

«Il Fatto» intervista la funzionaria marocchina che lavora all’anagrafe:«Rifiutai denaro da due italiani»

Marocco, «offerti soldi per cambiare
la data di nascita di Ruby»

«Il Fatto» intervista la funzionaria marocchina che lavora all’anagrafe:«Rifiutai denaro da due italiani»

Kharima El Mahrough alias Ruby (Newpress)
Kharima El Mahrough alias Ruby (Newpress)

MILANO – «Il 7 febbraio di quest’anno due persone di lingua italiana offrirono soldi all’ufficio dell’anagrafe marocchina di Fkik Ben Salak per retrodatare di un paio di anni la data di nascita di Karima El Maroug, meglio nota in Italia come Ruby Rubacuori, rispetto al 1 novembre 1992 come è attestato nel registro e nei suoi certificati di nascita». Questo il racconto del quotidiano il Fatto secondo cui l’offerta, che se accolta avrebbe avuto fra i suoi effetti quello di escludere la minore età di Ruby nel periodo dei fatti contestati al premier Silvio Berlusconi dal rinvio a giudizio immediato disposto dalla magistratura milanese, sarebbe però stata rifiutata dalla funzionaria pubblica della cittadina marocchina che, sotto lo pseudonimo di Fatima, racconta la storia in una intervista a il Fatto.

IL RACCONTO – «Erano in tre – racconta la funzionaria dell’anagrafe a due inviati del quotidiano di Padellaro, appositamente inviati a Fkih- e, la mattina del sette febbraio mi chiamarono fuori dal mio ufficio. Due parlavano in italiano. Il terzo era un marocchino distinto che faceva da interprete e mi è parso di capire che anche lui venisse dall’Italia, forse da Milano». Una serie di discorsi in generale e su alcuni problemi per Ruby in Italia, accompagnati dalla consapevolezza che in Marocco non esiste un’anagrafe informatizzata ma solo dei registri cartacei. Quindi la richiesta dietro lauto compenso economico («mi hanno offerto una somma importante», racconta la donna) di correggere manualmente il registro, trasformando dal 1992 al 1990 l’anno di nascita della ragazza. E «Il Fatto», a scanso di nuovi equivoci, ha fotografato e pubblicato la pagina del registro anagrafico che riguarda Ruby. «Io – si conclude il racconto della donna- ho detto loro di no: “non posso accettare”. Temevo che avrei potuto passare guai. E ho pensato anche se avessi accettato forse avrei potuto creare problemi a quella mia concittadina». (fonte: TMNews)

°°° Se qualcuno avesse ancora un’ombra di dubbio sulla delinquenza del mafionano brianzolo.

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Altre porcate del porco di Hardcore svelate da Dagospia.

1- TUTTO SUL FATALE INCONTRO SARA-BANDA TOMMASI CON BERLUSCONI SULL’AEREO PRESIDENZIALE DIRETTO IN BULGARIA PER INAUGURARE A SOFIA UNA STATUA DI GARIBALDI, CON LO “CHAPERON” SGARBI E DUE MONTENEGRINE CHE SILVIO PRESENTA – MA ALLORA È UN VIZIO! – COME “LE NIPOTI DI DJUKANOVIC”, PRESIDENTE APPUNTO DEL MONTENEGRO – 2- TUTTO SULL’INCAZZATURA DI MUBARAK PER LA STORIELLA DI “UNA NIPOTE MAROCCHINA CHE FA LA MIGNOTTA” CHE SI SAREBBE MATERIALIZZATA IN UNA LETTERA DAI TONI DURISSIMI CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE EGIZIANO IN ITALIA. IL PREMIER (PER MANCANZA DI INDIZI) CORRE AI RIPARI INVIANDO FRATTINI IN EGITTO MA IL RAIS NON LO RICEVE! – 3- CALA IL SIPARIA SULLA RUBY D’EGITTO CON BERLUSKAZZI CHE PROVA A RIDURRE TUTTO A UNA BATTUTA SCHERZOSA. MA NON APPENA MUBARAK FINISCE NEI GUAI CON I MOTI DEL CAIRO, GHEDINI E LONGO RIPARTONO ALLA CARICA: “UN INTERPRETE EGIZIANO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO AVREBBE TRADOTTO UN COLLOQUIO DI BERLUSCONI CON MUBARAK NEL QUALE SI SAREBBE PARLATO PROPRIO DI KARIMA EL MAHROUG, IN ARTE RUBY” –

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Silvio Berlusconi

DAGOREPORT/1 – IL FATALE INCONTRO TOMMASI-BERLUSCONI
In un articolo di Dagospia del 21 LUGLIO 2010 (http://www.dagospia.com/rubrica-1/varie/articolo-17454/1.htm ) lanciammo questa riga di domanda::” Che ci faceva la starlet Sara Tommasi recentemente in Bulgaria? Ah, saperlo…”

La risposta è arrivata ieri dalla Sara Tommasi in person: “Sgarbi mi ha portato con Berlusconi in Bulgaria, il giugno scorso”.

sara tommasi

“Il viaggio risale al 14 giugno scorso”, scrivono oggi Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini sul “Corriere della Sera”. “Era una visita ufficiale a Sofia durante la quale il capo del governo inaugurò la statua di Giuseppe Garibaldi alla presenza del primo ministro Boyko Borisov. Sull’aereo di Stato c’era effettivamente la starlette nota per aver partecipato ad alcuni programmi televisivi e all’Isola dei famosi”.

E l’articolo continua col racconto picaresco-grottesco di come l’indaffaratissino critico d’arte (meglio: di arti) riesca ad ottenere il corpo della ragazza per il Drago di Arcore: “È Giosuè Amirante (indagato con Vincenzo Seiello, detto «Bartolo»: entrambi lavorano con Lele Mora e Fabrizio Corona, e hanno «gestito» Sara Tommasi e altre ragazze della «scuderia» milanese durante serate organizzate in Campania) a ricordare che cosa avvenne nelle ore precedenti:

Vittorio Sgarbi

«Avevamo organizzato una serata in una discoteca di Varcaturo e Sara doveva sponsorizzare una ditta locale. All’improvviso fu chiamata da Sgarbi che le disse di tornare immediatamente a Roma perché dovevano partire. Lei cominciò ad agitarsi, poi si mise a piangere. Mi urlava che quando loro la chiamavano lei doveva essere pronta. Io le spiegai che avevamo firmato un impegno di lavoro e bisognava rispettarlo, ma Sgarbi continuava a tempestarla di telefonate e alla fine mi obbligò ad accompagnarla sull’autostrada, all’uscita di Caianiello, dove lui la venne a prendere con l’autista. Le parlai il giorno successivo e mi disse che era tornata ma stava malissimo e si era dovuta far ricoverare per un’intossicazione».

RUBY milestone ed xbez

Certo, per far precipitare il Pallore Gonfiato fino a Caianello non è roba da cojonello. Sapeva che la Tommasi valeva la pena e il “pene” di prelevarla, come quei tipini della malavita, a un’uscita di autostrada. E quando la coppia Sgarbi-Tommasi raggiunge Ciampino e sale sull’aereo di Stato che porterà il Cavalier Pompetta in Bulgaria per una cazzo di statua di Garibaldi da inaugurare, i nostri eroi di Cajanello si trovano davanti il loro idolo politico e due bombastiche fanciulle montenenegrine, ben note nel giro caldo delle seratine di Palazzo Grazioli, che il Berluskazzi presenta – ma allora è un vizio! – come “le nipoti di Djukanovic”, presidente appunto del Montenegro.

fede mora b

Per il fatale appuntamento Sara-banda Tommasi sale sull’aereo presidenziale si era conciata perbenino: un pazzesco paio di hot-pants filo-gluteo che mandano il testosterone del Premier di lotta e di letto fuori giri. Il duro volo fino a Sofia viene dunque allietato dalle “nipoti di Djukanovic” e dalla starlett laureata a Bocconi, con Sgarbi che rimbambisce tutti di chiacchiere.

mubarak

L’incontro deve essere stato così soddisfacente che il Cainano non intende mollare la curvacea ragazza “acqua e sciacquone” di Narni per recarsi a Tripoli. Ma Sara non ha il visto di ingresso in Libia. E “Littorio” comincia pure a prendere per il culo Silvio: “Non conti un cazzo! Non puoi poprtare sull’areo di Stato chi vuoi!…” Ovviamente, visti i buoni rapporti (d’affari) con Gheddafi, tutto viene risolto…

FRANCO FRATTINI

DAGOREPORT/2 – LA LETTERA DI MUBARAK, FRATTINI E LA MISSIONE DI PACE IN EGITTO
La storiella di Ruby, “nipote del presidente egiziano Mubarak”, sbuca fuori il 28 ottobre 2010 da un articolo di Colaprico e D’Avanzo su Repubblica, due giorni dopo lo scoop di Barbacetto sul “Fatto”. Dopo di che, il diluvio di sbertucciamenti e titoloni su i giornali di mezzo mondo.

Il messaggio, per niente sublimale, che “Mubarak ha una nipote marocchina che fa la mignotta” dilaga subito sulla scrivania del faraone del Cairo. Uno, due, tre giorni di martellamento mediatico e parte una lettera dai toni durissimi di Mubarak all’indirizzo del primo inquilino di Palazzo Chigi, portata brevi manu dall’ambasciatore dell’Egitto in Italia.

il primo ministro bulgaro boiko borisov

Da allora, vista la mala parata, Berlusconi riduce “Ruby, nipote di Mubarak”, a una battuta scherzosa, da non prendere sul serio, pronunciata al telefono di Pietro Ostuni, capo di gabinetto del Questore Vincenzo Indolfi, per gioco, ovviamente.

Intanto il premier corre ai ripari diplomatici per calmare l’incazzatissimo presidente egiziano inviando in missione di pace il “postino” della Farnesina, Frattaglie Frattini in Medio Oriente.

il premier montenegrino Milo Djukanovic

E’ il 22 novembre 2010 quando l’Ansa lancia il seguente “take”: “Comincia oggi in Israele una fitta missione mediorientale di quattro giorni del ministro degli Esteri, Franco Frattini, destinata a culminare con una tappa nella Striscia di Gaza e focalizzata in primo luogo sui temi del rilancio dei negoziati e sui dossier dei diritti umani.

Frattini, dopo lo sbarco all’aeroporto di Tel Aviv, ha in agenda per il pomeriggio incontri a Gerusalemme con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu…. A seguire e’ programmata una sosta a Sderot, la cittadina a sud d’Israele bersaglio in passato di ripetuti lanci di missili dalla Striscia di Gaza che precedera’ il trasferimento in Egitto per colloqui coi vertici del governo del Cairo e il presidente, Hosni Mubarak”.

Niccolo Ghedini

Ma, a quanto pare, il viaggio di Frattini in Egitto non è avvenuto. E pare confermato il fatto che il Mubarak furioso che non abbia avuto nessuna voglia di ricevere il messaggero di Berlusconi. Dopodiché, scende il sipario sulla “nipote di Mubarak”, da parte dei berluscones fino a quando – 25 gennaio scorso – non scoppiano i casini al Cairo. Il Faraone ottuagenario ovviamente non ha per la testa Ruby-Silvio e cazzi vari, con un paese che si sta sollevando contro. E subito riparte la storiella della marocchina d’Egitto.

GHEDINI E LONGO

L’8 febbraio 2011 leggiamo sulla Stampa (http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-22565/1.htm ) a firma di Paolo Colonnello: “Come venne in mente a Silvio Berlusconi di dire che Ruby Rubacuori era la «nipote di Mubarak»? Pare che nelle nuove carte depositate sabato in procura dalla difesa del Premier ci sia anche questa risposta: un interprete egiziano della Presidenza del Consiglio, preso a verbale dagli avvocati Ghedini e Longo, perché avrebbe tradotto un colloquio di Berlusconi con Hosni Mubarak nel quale si sarebbe parlato proprio di Karima el Mahroug, in arte Ruby.

TOMMASI big ruby

Ovviamente non si sa cosa possa ricordare di questo colloquio il presidente egiziano ma in questo periodo sarebbe assai arduo sentirlo come testimone avendo lo stesso ben altre preoccupazioni per la testa. Così mentre in Procura ancora non si è sciolto il nodo del rinvio a giudizio del Premier, dalla difesa, nell’eventualità di una separazione dei processi, arrivano nuove carte rubricate alla voce «indagini difensive»….

A questo punto, il Cavalier Pompetta deve solo sperare sulla vittoria dei Fratelli Musulmani: se per caso Mubarak riesce a tirarsi fuori dai guai, son cazzi duri per il fantasioso inquilino di Palazzo Chigi…

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Salute e grano! Prima di mettermi a lavorare, ecco i bonifici di hardcore.

Il conto segreto del Cavaliere
per pagare Nicole e le altre

Del deposito al Monte dei Paschi amministrato dal ragionier Spinelli su delega di Berlusconi ha usufruito sistematicamente la Minetti. Ma molti altri nomi risultano nell’elenco segreto dei destinatari dei soldi del premier

di PIERO COLAPRICO e GIUSEPPE D’AVANZO

Il conto segreto del Cavaliere per pagare Nicole e le altre

Giovanni Falcone diceva: “Follow the money, segui i soldi e troverai il mafioso”. Ilda Boccassini, che alla scuola di Falcone è cresciuta, segue i soldi in ogni indagine e non solo in quelle di mafia. Lo ha fatto per gli affari Imi-Sir e Mondadori, incastrando Cesare Previti. E lungo questa strada si muove ancora oggi, indagando su questo scandalo di concussione e prostituzione minorile. L’ultimo capitolo dell’inchiesta che angoscia Silvio Berlusconi ci parla di denaro, e del metodo con cui la procura milanese sta provando a ricostruire – documentalmente – le ricompense fatte piovere da parte del presidente del Consiglio sulle giovani e giovanissime donne del “bunga bunga”. C’è al centro dell’attenzione un estratto conto. Si riferisce ad un deposito presso il Monte dei Paschi di Siena, amministrato da Giuseppe Spinelli, il “ragioniere” di Silvio Berlusconi.

Di questo conto, come scriveva ieri Repubblica, ha beneficiato il consigliere regionale Nicole Minetti, attraverso vari bonifici per decine di migliaia di euro. Ma i movimenti bancari raccontano ben altro.
E’ lungo decine di nomi l’elenco segreto di chi, nel corso del tempo e per tutto il 2010, è stato sostenuto finanziariamente dal capo del governo.
Tra i nomi ci sarebbero “molte sorprese” e molte delle figure femminili che hanno accompagnato la vita del presidente negli ultimi anni. È questo del “follow the money” il capitolo aggiuntivo che i pubblici ministeri assoceranno – pare in settimana – alla richiesta di giudizio

immediato che presenteranno al gip Cristina Di Censo. Non più le “parole” dei testimoni, ma i “numeri” del conto bancario gestito dal fidatissimo Giuseppe Spinelli. E cioè “Spino”, “Spin”, “Spinaus”, come lo chiamano le ragazze invitate alle “serate rilassanti”.

È il ragiunatt, l’uomo a cui le “falene” di Arcore si rivolgono per l’idraulico e per il dentista, per un premio straordinario e per una necessità comune. “Spino”, “Spinaus” prende nota, chiede l’autorizzazione (“lunedì lo sento” è la formula intermittente) e, se autorizzato, prepara “la busta”. Le fonti di prova sin qui raccolte confermano con ragionevole evidenza l’abituale prostituzione di alcune delle ragazze; la loro presenza ad Arcore durante le cerimonie nottambule del capo del governo; la retribuzione immediata con buste da 2, o 5, o 9 mila euro cash. Il rendiconto bancario rafforza il quadro probatorio, forse in maniera definitiva. E, per quel che se ne sa, i pubblici ministeri di Milano sono stati fortunati. Accade quasi per caso, ecco come vanno le cose.

Il 14 gennaio scattano le perquisizioni alla Dimora di via Olgettina 65 e non solo. La combinazione favorevole fa capolino nel verbale della perquisizione dell’appartamento di Alessandra Sorcinelli, cagliaritana, 27 anni. Si deve leggere il “punto 14”: “Comunicazione bancaria del Banco di Sardegna relativo a un bonifico effettuato sul conto corrente 0786500XXX, intestato ad Alessandra Sorcinelli, di euro 10mila data ordine 09.12.2010 ordinante Silvio Berlusconi, banca Monte dei Paschi di Siena, causale prestito infruttifero”. A questo punto, si può immaginare ragionevolmente che le indagini abbiano fatto un passo avanti muovendosi nella direzione di quella sede Montepaschi, dove viene acquisita la documentazione bancaria passata attraverso “lo sportello 20600, centro direzionale Va”. Vale a dire, la filiale “presso il Centro Direzionale Palazzo Vasari – Milano 2 – Segrate (cab 206003)”, giusto nei pressi “degli uffici della s. p. a. Dolcedrago, Residenza Parco 802 Milano 2, dove – scrivono i pm – risulta operare Spinelli Giuseppe”.

È questo il conto segreto che si può definire del “bunga bunga”. E anche rapporti economici tra Berlusconi, Lele Mora ed Emilio Fede entrano in questo nuovo target. Forse lo si ricorderà, Fede e Mora discutono a telefono più volte di soldi. Sono un po’ criptici, ma siamo al 22 agosto scorso, ore 18 circa, e il dialogo comincia a farsi molto interessante per i pm.

Emilio: “Senti Lele, decidiamo insieme che facciamo”.
Lele: “Io sto agli ordini come sempre, lei mi dica e io eseguo”, risponde, ma con dissimulata perizia suggerisce a Fede le opinioni e i giudizi da consegnare al “presidente”: “(Gli dica:) “S’è sbattuto in mille cose in ‘sto periodo: secondo me, ha fatto tanto. (Silvio) hai fatto 30, fai 31″”.
Emilio: “Fai 31, sì!”.
Lele: “”(Dica al presidente:) “Sì, (Lele) ha paura da quello che gli hanno detto gli avvocati… mi sa che sta andando anche un po’ in depressione, proprio per questa cosa qua””.
Un dialogo degno del gatto e della volpe, chissà quanto disinteressato, visto che il 26 agosto, alle 18.35, Emilio spiega a Lele Mora: “Dico “(ho detto a Silvio), però (Lele) va aiutato”… Beh (gli ho detto), “almeno uno, uno e mezzo””. La conversazione continua ore dopo, su un altro numero: “Ma sai, (mi) dice (Silvio), secondo te? Ma, secondo me, (gli ho risposto), almeno uno e mezzo. Uno minimo bisogna darglielo, se no è rovinato (…). Adesso l’ho sbloccata (la situazione)”.
Mora: “L’ha sbloccata direttamente lei ieri sera”.
Fede: “Ecco, allora, male che vada è “uno”, di cui tu sei “sei” e “quattro” io”. Detto in chiaro, nella lettura dell’accusa: 600 mila euro a Mora e 400 a Fede.
Mora: “Certo!”.
Fede: “Se è “uno e mezzo”, “sei” e il resto è tuo, va bene?”. Se è un milione e mezzo, a Fede 600 e 900 a Mora.
Fede: “Eh, dimmi che sono bravo e sono un amico”.
Mora: “Bravo? Di più”.

Che Fede sia più di “un amico”, lo si capisce meglio qualche sera dopo, il 28 agosto. Ruby-Karima, la minorenne che frequentava Arcore ed è uscita dalla questura grazie all’intervento del premier, ha parlato con i magistrati. La voce del “tradimento” comincia a girare tra le papi-girl e, soprattutto, tra i fedelissimi del premier. La stampa ignorerà tutto per altri due mesi, ma Fede, direttore del Tg 4, appare bene informato:
Emilio: “Allora, ieri sera è tornato il discorso, eravamo in cinque… L’avvocato della minchia ha detto: “Ah, perché poi se viene fuori che lui (Mora)… procurava programmi etc”. Gli dico, guarda, questo uomo (Mora) ci ha dato tutto, ci ha dato soprattutto la riservatezza. Mi segui?”.
Lele: “Sono tutto orecchie…”.
Emilio: “Riservatezza… capisco la prudenza, ma lui (Mora) sarà al creatore anche fisicamente, oltre che rischia la bancarotta, e allora diventa peggio(re) il problema. “Ah – dice lui (Silvio) – ma secondo te, di quanto ha bisogno?”. Dico: “Guarda proprio limitandolo, dico uno e due””.
Lele ed Emilio ragionano ancora di percentuali, poi il giornalista aggiunge: “(Io poi gli ho detto)… la salvezza-salvezza sta in uno e mezzo””.
Lele: “Meraviglia, bravo direttore, bravo”.

E così, il 29 agosto Lele si sente con il ragionier Spinelli, il quale gli conferma che “nel pomeriggio chiamo il direttore (…) dopo di che… fissiamo l’appuntamento”. Quando va in banca, Lele chiama Fede:
Lele: “Sono qua in banca, anche con il direttore, che mi sta sgridando e tirando le orecchie. M’ha detto: “Lei mi vuol far licenziare?”, perché l’ho pregato sotto tutti i punti di vista (..) “no, io le do il (l’assegno) circolare”. L’altra volta m’ha fatto la cortesia (di darmeli in contanti), ma poi lui ha avuto la segnalazione dalla sede del Monte dei Paschi…”.

Ora dalla documentazione bancaria del Monte dei Paschi si evince che Silvio Berlusconi, più o meno un mese dopo le conversazioni intercettate, trasforma in assegni circolari un milione 450mila euro. La cifra, dunque, quadra con le telefonate. E l’episodio, iscritto nel quadro accusatorio, potrebbe diventare la prova della ricompensa per il procacciamento delle giovani donne da accompagnare ad Arcore. Non solo: anche la prova dei “maneggi” di Emilio, che sembra ritagliarsi un’ampia provvigione, come tradizione nei rapporti tra ogni gatto e ogni volpe. Ragionevole pensare che si stia procedendo al controllo dei conti di Emilio Fede, più difficile invece il check-up per Lele Mora. Fallito, residente a Lugano, non ha conti correnti per lo meno in Italia.

(01 febbraio 2011)

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Le merde del Partito dei Ladri: tutte fatte col timbrino di Hardcore. Zero anima…

Conosco bene come funziona la ditta. Queste merde vanno a fare il “doposcuola” ad hardcore (l’immensa proprietà rubata da berlusconi e previti all’orfanella Casati Stampa, valore 180 mld di allora) e imparano il compitino delirante da vomitare in TUTTE le tv nazionali e locali nelle successive 24 ore. Nessuna di queste merdine ha un pizzico di cervello, di amor proprio, di coscienza, di pudore. Sono tutte zoccole – maschi, femmine, gay e pedofili – senza un briciolo di personalità. Pupazzetti, pappagallini ammaestrati senza passato (se non sporco) né futuro senza il loro padrone. Uno schifo totale e solo italiota. All’estero non sarebbero durati un minuto.

cricca berlusconi

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Hardcore: figlie zoccole nate vecchie e padri magnaccia. Che Italia di merda!

Il silenzio dei padri
per le notti di Arcore

di Claudio Fava

Non solo il cavaliere, non solo le ragazzine, non solo le maitresse e gli adulatori, non solo gli amici travestiti da maggiordomi, le procacciatrici di sesso, i dischi di Apicella e la lap dance in cantina: in questa storia da basso impero ci sono anche i padri. E sono l’evocazione più sfrontata, più malinconica di cosa sia rimasto dell’Italia ai tempi di Berlusconi. I padri che amministrano le figlie, che le introducono alla corte del drago, le istruiscono, le accompagnano all’imbocco della notte. I padri che chiedono meticoloso conto e ragione delle loro performance, che si lagnano perché la nomination del Berlusca le ha escluse, che chiedono a quelle loro figlie di non sfigurare, di impegnarsi di più a letto, di meritarsi i favori del vecchio sultano. I padri un po’ prosseneti, un po’ procuratori che smanacciano la vita di quelle ragazze come se fossero biglietti della lotteria e si aggrappano alle

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NEL CONVENTO DI HARDCORE: «Si parlava solo di Russia e di filosofia», dice Raissa.

«Si parlava solo di Russia e di filosofia», dice Raissa. «Mio papà sapeva che andavo da lui», giura Barbara. Parlano le Silvio’s girl.

°°° “Io sapevo perfettamente che La Russia è il ministro alle pari opportunità, per lui e per il figlio scemo”, soggiunge Raissa. E io sapevo, assolutamente sì, che la filosofia è darla, darla, e darla finché non entrano soldi ed esce qualcosa in Tv, sostiene Barbara.

DISCUSSIONI DI FILOSOFIA AD HARDCORE

brillante miracoloso

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Studenti, Alemanno annuncia “La zona rossa sarà rafforzata”°°° Perché non alzare un muro?

Io aggiungerei anche  un bel cancello con una gigantesca scritta originale:

Arbeit macht frei (“Il lavoro rende liberi”).

Se non fosse che questa cosca di merdosi delinquenti fascisti ci ha privati anche del lavoro, oltre che della scuola, della sanità, della cultura, ecc.

POVERO QUEL POPOLO CHE HA BISOGNO DI EROI (B.Brechi, da Vita di Galileo)

L’EROE DELLA COSCA DI HARDCORE

mangano

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