La cosca di prima pensava solo a rubare e a sfasciare tutto, questi sembrano tanti ragionierini della domenica e badano a lasciare tutto come stava. ma porca troia, quando cazzo si riparlerà degli individui e dei loro diritti?! Siamo fatti di carne e di sangue, non di tabelline, CAZZO!
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Berlusconi: “Non lascio, ho i numeri”°°°Ciccio, quelli delle escort che hai tu, non servono.
Berlusconi ostenta ottimismo: entro gennaio avrò numeri.°°° Bravo. Per adesso continua a darli. Ti viene così bene!
Il Cavaliere: “Abbiamo i numeri per governare” – °°° Numeri da circo, naturalmente
Il Cavaliere: “Abbiamo i numeri per governare” –
°°° Bene. Comincerei con il numero degli ombrelli che cambiano colore in aria, poi il trapezio: con ghedini in perizoma che fa volteggiare bondi nudo, quindi con la russa che fa sparire miliardi con la scusa di comprare cacciabombardieri (peccato che sia impotente: avrebbe chiamato così un improbabile figlio, dopo geronimo e odoacre). Per chiudere proporrei un trenino brasiliano, con dietro Di Pietro e i magistrati di Caltanisetta. Una figata!
Papi, Cicci, Giampi, Lillo e Lalla
Yacht, donne e politica. Il mondo di «Cicci»
di Federica Fantozzi
Chi sono le ragazze sul Magnum di Berlusconi in procinto di trascorrere lo scorso Ferragosto a Villa Certosa? È caccia ai nomi delle foto pubblicate dall’”Espresso”. “Dagospia” soffia sulle Papi-girls riprendendo l’articolo di Marco Lillo e Peter Gomez: «Due future stelline di reality, un’aspirante giornalista Mediaset, una giovane promessa PdL».
Quest’ultima, in camicetta bianca, somiglia molto alla neo-europarlamentare Licia Ronzulli. Lei, in partenza per Bruxelles, ha fretta: «Non ho tempo di rispondere alle sue domande». Ma dov’era a Ferragosto? «Arrivederci». Poi viene identificata Siria, concorrente saffica dell’ultimo Grande Fratello: «Non rilascio dichiarazioni – replica – Parli con Endemol». Smentisce invece di essere a bordo Susanna Petrone, da settembre conduttrice di “Guida al campionato” e in lizza per sostituire la Hunziker a Zelig.
È l’ultimo capitolo di una vicenda mediatica cominciata con il corso di politica “pret-à-porter” a via dell’Umiltà. E le studentesse – “starlet” di belle speranze, avvenenti dirigenti locali e fanciulle di ottima famiglia – falcidiate dall’ira coniugale. In un frullatore di gelosie incrociate, polpette avvelenate, registrazioni vere o presunte, rivelazioni clamorose e bocche cucite. Vedi la stanza di Arcore da cui “Papi Natale” attinge doni per le favorite, tra cui le chiavi di una mini nascoste in mazzi di rose. Anche se negli ultimi giorni qualcuna l’ha cambiata con un altro modello di auto perché da “status symbol” si va trasformando in carta d’identità. Certo, scrive Filippo Ceccarelli, «fra letterine, meteorine, gossipine, farfalline, gemelline, pare, anche montenegrine, e api regine, non ci si capisce più niente».
MI MANDA CICCI
«E come sta Cicci?» «Bene, magari è al governo». A “Tetris” era diventato un tormentone: se vogliamo una valletta – si erano detti gli autori del programma condotto da Luca Telese all’epoca su RaiSat Extra – deve essere una vera raccomandata. Detto fatto, avevano chiesto al direttore di rete che aveva chiesto al presidente di Raisat… e lei era sbucata fuori. Adriana Verdirosi: bella, bruna, spigliata, raccomandata da Cicci, entità misteriosa e mai svelata. Un ministro? «Chissà». È giovane? «Dentro sì». Sposato? «Non voglio saperlo». La sorpresa è arrivata quando hanno letto il suo nome tra le partecipanti al corso. «L’abbiamo invitata a fare campagna elettorale – rievoca Telese – Ha accettato. Poi, due giorni dopo, l’attacco di Veronica sul “ciarpame senza pudore” e non ha più risposto al telefono».
CUORI INFRANTI
Quelle che alle 16 erano in lista e alle 18 non più. Emanuela Romano, 28enne napoletana, alta e bruna, psicologa con master in marketing a Publitalia, impegnata nel comitato “Silvio ci manchi” è stata depennata nonostante il padre Cesare, artigiano di presepi, abbia minacciato di darsi fuoco sotto Palazzo Grazioli: «È tutto ricomposto – dice ora – Io sono un militante. Mi ero solo risentito per lo sgarbo». Come lei la 25enne Chiara Sgarbossa, ex miss Veneto ed ex meteorina di Emilio Fede, furibonda per l’inutilità delle pacche sulle spalle ricevute da La Russa al corso. E così racconta l’antefatto: «Avevo il contatto diretto con Marinella, la segretaria di Berlusconi. Una settimana dopo lui mi ha telefonato di persona, mi ha fatto tre domande. Sei laureata? Sì. Sai le lingue? Sì. Ci sono foto nude di te? No. Manda tutto a Marinella e vieni al corso».
CERCHI CONCENTRICI
Raccontano che nella piazza di Todi, avvistando da lontano due bionde che si sbracciavano il premier abbia gelato sindaco e consiglieri umbri: «Belle fighe circolano da queste parti». Imbarazzo: oltre che distanti, le signore erano anche “agées”. È il bis del «posso palpare l’assessora» all’Aquila, il sequel di infiniti comizi e passeggiate. A Berlusconi piacciono le donne, come ad altri 50 milioni di italiani, dice chi lo difende. Si dibatte su: galanteria, voyerismo, satiriasi, priapismo indotto da pillole azzurrine o iniezioni.
Di certo, oltre a migliaia di fortunate che possono vantare complimenti, compresa la finlandese Tarja Halonen, esiste un più ristretto gruppo che frequenta Villa Certosa e Palazzo Grazioli. Dove il tavolo è sempre apparecchiato per 50. Ed esiste un cerchio ancora più riservato: quelle che vantano (o millantano) con il premier frequentazioni private, notti a palazzo, incontri ravvicinati. Come Evelina Manna, che in un’intercettazione lo rimprovera: «Non essere freddo con me».
L’ASSE PUGLIESE
E come Patrizia D’Addario, ex candidata alle Comunali di Bari ed escort d’alto bordo. Pugliese come Angela Sozio, la “rossa” delle sexy saune del GF riapparsa al congresso fondativo del PdL; come la neo-eurodeputata Angela Matera, e come Elvira Savino, la Tacco 12 di Montecitorio, coinquilina della somma reclutatrice Sabina Began.
La D’Addario però è una professionista, come le colleghe interrogate dai pm baresi: smistate da «Giampi», pagate migliaia di euro a notte. Non le uniche, forse, nel mucchio procace che ha trascorso Capodanni ed estati sarde rimborsate con diaria di 1500 euro più shopping libero. Un bel salto di qualità rispetto al borsello in cui uno degli assistenti di Berlusconi raccoglie, in ogni occasione pubblica, biglietti da visita e numeri di telefono delle fans adoranti.
°°° L’Italietta di burlesquoni ormai è un vero troiaio. L’avevo detto in tempi non sospetti che l’Italia in mano a “Papi” sarebbe andata a puttane…
POMPA A VILLA CERTOSA
Ne ho parlato ieri a pranzo…
IL CAVALIERE E IL SUO FANTASMA
di EZIO MAURO
Dunque siamo giunti al punto in cui il Presidente del Consiglio denuncia pubblicamente un vero e proprio progetto eversivo per farlo cadere e sostituirlo con “un non eletto dal popolo”. Un golpe, insomma, nel cuore dell’Europa democratica, come epilogo dell’avventura berlusconiana, dopo un quindicennio di tensioni continue introdotte a forza nel discorso pubblico italiano: per tenere questo sventurato Paese nella temperatura emotiva più adatta al populismo che può dominare le istituzioni solo sfidandole, fino a evocare il martirio politico.
È proprio questa l’immagine drammatica dell’Italia che l’uomo più ricco e più potente del Paese porta oggi con sé in America, all’incontro con Obama.
Solo Berlusconi sa perché dice queste cose, perché solo lui conosce la verità, che non può rivelare in pubblico, della sciagura che lo incalza. Noi osserviamo il dramma di un leader prigioniero di un clima di sconfitta anche quando vince perché da quindici anni non riesce a trasformarsi in uomo di Stato nemmeno dopo aver conquistato per tre volte il favore del Paese.
Quest’uomo ha con sé il consenso, i voti, i numeri, i fedeli. Ma non ha pace, la sicurezza della leadership, la tranquillità che trasforma il potere in responsabilità. Lo insegue l’altra metà di se stesso, da cui tenta di fuggire, sentendosi ghermito dal fondo oscuro della sua stessa storia. E’ una tragedia del potere teatrale e eccessiva, perché tutto è titanico in una vicenda in cui i destini personali vengono portati a coincidere col destino dell’Italia. Una tragedia di cui Berlusconi, come se lo leggesse in Shakespeare, sembra conoscere l’esito, sino al punto da evocare la sua fine davanti al Paese.
In realtà, come è evidente ad ogni italiano di buon senso, non c’è e non ci sarà nessun golpe. C’è invece un rapido disfacimento di una leadership che non ha saputo diventare cultura politica ma si è chiusa nella contemplazione del suo dominio, credendo di sostituire lo Stato con un uomo, il governo con il comando, la politica con il potere assoluto e carismatico.
Oggi quel potere sente il limite della sua autosufficienza. Ciò che angoscia Berlusconi è il nuovo scetticismo istituzionale che avverte intorno a sé, il distacco internazionale, il disorientamento delle élite europee, le critiche della stampa occidentale, la freddezza delle cancellerie (esclusi Putin e Gheddafi), lo sbigottimento del suo stesso campo: dove la regolarità istituzionale di Fini risalta ogni giorno di più per contrasto.
Il Cavaliere sente di aver perso il tocco, che aveva quando trasformava ogni atto in evento, mentre lo spettacolo tragicomico dei tre giorni italo-libici dimostra al contrario che le leggi della politica non sono quelle di uno show sgangherato.
Soprattutto, Berlusconi capisce che la fiaba interrotta di un’avventura sempre vittoriosa e incontaminata si è spezzata, semplicemente perché gli italiani improvvisamente lo vedono invece di guardarlo soltanto, lo giudicano e non lo ascoltano solamente. E’ in atto un disvelamento. Questa è la crepa che il voto ha aperto dentro la sua vittoria, e che è abitata oggi da queste precise inquietudini.
Il Cavaliere ha infatti ragione quando indica i quattro pilastri che perimetrano il campo della sua recente disgrazia: le veline, le minorenni, lo scandalo Mills e gli aerei di Stato. Giuseppe D’Avanzo, che su questi temi indaga da tempo con risultati che Berlusconi conosce benissimo, spiega oggi perché siano tutt’altro che calunnie come dice il premier. Sono quattro casi che il Cavaliere si è costruito con le sue mani, che lo perseguitano perché non può spiegarli, che lui evoca ormai quotidianamente mentre tenta di fuggirli, e che formano insieme uno scandalo pubblico, tutt’altro che privato: perché dimostrano, l’uno insieme con l’altro, l’abuso di potere come l’opinione pubblica comprende ogni giorno di più.
E’ proprio questo il sentimento del pericolo che domina oggi Berlusconi. Incapace di parlare davvero al Paese, di confrontarsi con chi gli pone domande, di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti, reagisce alzando la posta per trascinare tutto – le istituzioni, lo Stato – dentro la sua personale tragedia: di cui lui solo (insieme con la moglie che di questo lo ha avvertito, pochi giorni fa) conosce il fondo e la portata. Reagisce minacciando: l’imprenditore campione del mercato invita addirittura gli industriali italiani a non fare pubblicità sui giornali “disfattisti”, quelli che cioè lo criticano, perché la sua sorte coincide col Paese. Poi si corregge dicendo che voleva invitare a non dar spazio a Franceschini, come se non gli bastasse il controllo di sei canali televisivi ma avesse bisogno di un vero e proprio editto. E’ qualcosa che non si è mai visto nel mondo occidentale, anche se la stampa italiana prigioniera del nuovo conformismo preferisce parlar d’altro, come se non fosse in gioco la libertà del discorso pubblico, che forma l’opinione di ogni democrazia.
In realtà Berlusconi minaccia soprattutto se stesso, rivelando questa sua instabilità, questa paura. Se sarà coerente con le sue parole, c’è da temere il peggio. Cosa viene infatti dopo la denuncia del golpe? Quale sarà il prossimo passo? E se c’è una minaccia eversiva, allora tutto è lecito: dunque come userà i servizi e gli altri apparati il Cavaliere, contro i presunti “eversori”? Come li sta già usando? Chi controlla e chi garantisce in tempi che il premier trasforma in emergenza?
Attendiamo risposte. Per quanto ci riguarda, continueremo a comportarci come se fossimo in un Paese normale, dove la dialettica e anche lo scontro tra la libera stampa e il potere legittimo del Paese fanno parte del gioco democratico. Poi, ognuno giudicherà dove saprà fermarsi e dove potrà arrivare questo uso privato e già violento del potere statale da parte di un uomo che sappiamo pronto a tutto, anche a trasformare la crisi della sua leadership in una tragedia del Paese.
°°° Questo pezzo di merda è finito. Si è suicidato con la sua stessa merda. Speriamo di avere un governo serio almeno a Ottobre.
Il ritorno del Cazzaro
Il premier ringrazia per iscritto che gli ha dato il voto e dice
“Ora il governo è più solido, non mancate l’appuntamento con i ballottaggi”
Berlusconi agli elettori del Pdl
“Primi nonostante le calunnie”
Berlusconi agli elettori del Pdl “Primi nonostante le calunnie”
ROMA – Un ringraziamento, scritto, agli elettori. Silvio Berlusconi sceglio un modo per lui inusuale per rompere il silenzio dopo le elezioni. Un lungo messaggio quello partito da Palazzo Chigi per dire: “Abbiamo vinto nonostante le calunnie su di me”. Il premier sembra non vedere i problemi, che pure i numeri indicano chiaramente, che l’ultima tornata elettorale ha posto al suo neonato partito finito lontano da quel 40% che egli stesso aveva previsto come risultato possibile. Sceglie, da ottimo propagandista, la strada dell’ottimismo.
“Vi ringrazio di cuore – scrive il premier – perché al di là del conforto mio personale, avete sancito la nostra vittoria sia nelle elezioni europee sia in quelle per le amministrazioni locali, cambiando a nostro favore la geografia politica in moltissimi Comuni e Province da sempre dominati dalla sinistra. Con il voto avete confermato che il Popolo della Libertà è il primo partito in Italia in tutte e cinque le Circoscrizioni europee, con un vantaggio più che raddoppiato rispetto ad un anno fa sul maggiore partito d’opposizione”. Il Cavaliere ricorda i 29 europarlamentari eletti e il secondo posto (non il primo come diceva alla vigilia) fra i partiti del gruppo del Ppe.
Poi aggiunge: “E’ un risultato che ci rende orgogliosi, perché conferma una volta di più che il nostro governo ha saputo affrontare meglio di altri in Europa la crisi economica. Mentre in altri Paesi i governi hanno perso consenso, noi i nostri consensi li abbiamo confermati e consolidati e la stabilità del governo ne esce rafforzata. Il nostro governo si è impegnato a non lasciare nessuno solo di fronte alla crisi. Continueremo a farlo, e procederemo con passo ancora più spedito nell’attuare le riforme necessarie per ammodernare l’Italia”.
°°° Lo sconfitto riappare dopo tre giorni di assoluto mutismo. Ma ve l’immaginate se avesse davvero vinto? Cominciamo col dire che se c’è uno aduso a calunniare il prossimo è proprio silvio berlusconi. Nessuno l’ha mai calunniato: è lui che continua a comportarsi da gangster pedofilo e maniaco volgare. Secondo: mentre c’è una paurosa avanzata della destra in tutta Europa, lui è l’unico ad aver perso più di tre punti. Non solo, ma dopo una presenza fastidiosa e pressante a reti unificate, nonostante le menzogne raccontate al popolino da tutti i suoi megafoni, ha preso centinaia di migliaia di preferenze IN MENO rispetto a tutte le elezioni precedenti. Se avessi candidato Melina, la mia bambina di nove anni, come capolista in tutte le circoscrizioni, con soli due o tre passaggi televisivi avrebbe preso almeno sei milioni di preferenze. Mafiolo ne ha prese poco più di due milioni e mezzo: un fiasco totale! Ma se consideriamo che lui, ancora il giorno prima delle elezioni, sventolava i suoi sondaggi che lo davano al 45% e invece si è fermato al 35%… beh, allora si tratta di DISFATTA!
Chiudo con una scommessa… ci mettiamo una bevuta che le giunte dei famosi Comuni e Province conquistati alla sinistra saranno in brevissimo tempo decapitate e falcidiate da arresti per mafia, camorra, corruzione, concussione, abuso d’ufficio, etc? A Cominciare dalla Campania… In Sardegna, intanto, burlesquoni ha perso oltre dieci punti rispetto a pochi mesi fa. Vi dice niente?
Nervi a fior di pelle nella sede Pdl
Nervi a fior di pelle nella sede Pdl
di Natalia Lombardo
«Silvio non ha fatto campagna elettorale, ecco perché questo calo»: così una parlamentare del Pdl a caldo commenta quei due punti e mezzo persi rispetto alle politiche 2008. Nessun «comizio oceanico, la pancia del nostro partito si mobilita solo quando si muove il leader». E invece no. Le aspettative deluse provocano grande nervosismo nel quartier generale del Pdl in Via de l’Umiltà. Dopo l’una di notte si confermano le proiezioni Rai: 35 per cento al Pdl, 26,8 il Pd, boom della Lega al 9,5 che sta superando in Veneto. I dati che arrivano nella notte fanno scendere ancora il Pdl: una fortissima sconfitta per Berlusconi e il suo partito. Una perdita di 2,4 punti rispetto al 2008, quando il Pdl ha preso il 37,4. Già alle undici di sera le prime proiezioni Sky hanno fatto impallidire gli uomini del Pdl: 39 il Pdl, 27,5 il Pd.
I “colonnelli” pidiellini dopo la gelata del dato Rai sono scomparsi. Saliti al secondo primo piano e chiusi in riunione. All’una scende Denis Verdini arrabbiato: “Questi sono numeri al lotto! Noi abbiamo altri dati, questi conti non tornano”. Se la prende con “l’astensionismo al Sud”, Ignazio La Russa in tv mira sul Capo: “Berlusconi gli ultimi giorni ha fatto campagna elettorale per Pdl e Lega”. Scende Fabrizio Cicchitto infastidito: “Miglioriamo rispetto alle europee, facciamo un passo indietro sulle politiche 2008 per effetto dell’astensionismo”, ma “teniamo rispetto altri governi europei”. Ma sono due punti e mezzo: “Nel 2008 c’erano i pensionati di Fatuzzo con noi…”. Magra consolazione. Maurizio Lupi è scuro in volto, rassegnato su un “36%”. Capezzone aspetta impalato ma non lo intervista nessuno.
I nervi erano a fior di pelle già sul 39%, alle undici. Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, arriva all’insulto: alla domanda, posta da noi lungo la strada, se non si aspettavano qualcosa di piu’, urla: “ma stai zitta! Basta con queste domande, ma vai a fare il funerale a Franceschini”, attacca entrando in macchina. Piu’civile il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che considera “il 39 un buon risultato” e semmai lo preoccupa la “così bassa affluenza alle urne a Roma”.
Alla chiusura dei seggi nessuno si sbilancia, a via de l’Umiltà, fra buffet con pendette tricolori e telecamere, man mano cresce l’agitazione. “Se arriviamo al 40 per cento dopo questa campagna elettorale andiamo alla grande”, dice Beatrice Lorenzin, l’anti-velina del Pdl. Bonaiuti c’è ma non si vede.
Berlusconi è a Villa San Martino ad Arcore, con il figlio Piersilvio e, forse, anche Luigi, ultimogenito avuto con Veronica. Parlerà oggi, forse addirittura domani. Il traguardo sperato è il 40. Anzi, fino al giorno prima, (pur non potendolo fare) ha sbandierato il boom del “45 per cento”. Il premier ha rinviato il voto fino a ieri pomeriggio alle sei, quando si è recato al seggio 502 della scuola elementare Dante Alighieri di via Scrosati a Milano, dove votava anche mamma Rosa. Ad accompagnarlo Licia Ronzulli, una delle pupille candidate alle europee, e il candidato alla Provincia Podestà. Fuori dal seggio, nonostante il silenzio elettorale a urne aperte, Berlusconi fa campagna elettorale: “L’Italia avrà l’affuenza alle urne piu’ alta d’Europa”, quando di solito è il Belgio, che il Pdl sarà il partito piu’ forte nel Ppe, o su Kakà. E, già che aveva dei giovani davanti, la promessa-spot: «Da settembre partirà il piano casa per realizzare delle New Town».