Ma noi ci faremo imbavagliare da questi rifiuti dell’umanità?

Bavaglio al web col ddl intercettazioni
ritorna la norma “ammazza blog”

Il governo ripresenterà lo stesso disegno di legge, inclusa la disposizione che obbliga i gestori di un sito a modificare i contenuti pubblicati se oggetto di richieste di rettifica. Nessuna possibilità di replica e multe salate. In Rete riparte la mobilitazione. Di Pietro sul web: “Non staremo con le mani in mano”

Bavaglio al web col ddl intercettazioni ritorna la norma "ammazza blog" Il premier (de ‘stocazzo)  Silvio Berlusconi

ROMA – Il governo torna alla carica sul ddl intercettazioni, fortemente voluto dal premier Silvio Berlusconi. Una questione su cui l’esecutivo è orientato a porre la fiducia, bloccando la via a ogni eventuale emendamento.

Ma il disegno di legge attualmente allo studio contiene ancora la norma 1 cosiddetta “Ammazza blog”, una disposizione per cui, letteralmente, ogni gestore di “sito informatico” ha l’obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Non c’è possibilità di replica, chi non rettifica paga fino a 12mila euro di multa. Una misura che metterebbe in ginocchio la libertà di espressione sulla Rete, e anche le finanze di chi rifiutasse di rettificare, senza possibilità di opposizione, ciò ha ritenuto di pubblicare. Senza contare l’accostamento di blog individuali a testate registrate, in un calderone di differenze sostanziali tra contenuti personali, opinioni ed editoria vera e propria.

Ai fini della pubblicazione della rettifica, non importa se

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La mafia berlusconica insiste col bavaglio. Il paese è tutto contro, ma il nano continua.

Sara Nicoli

Martedì alla Camera torna il bavaglio
Il governo pensa alla “fiducia” per blindarlo

Botta e risposta tra Palamara e Cicchitto. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati: “Intercettazioni sono strumento indispensabile”. Il capogruppo Pdl a Montecitorio: “Certi pm fanno strame del diritto alla privacy”. La missione della maggioranza: fare presto

Il presidente dell’Anm, Luca Palamara
Una “barbarie” che va fermata, dice Berlusconi. Passato il voto su Milanese e in attesa di quello su Saverio Romano, il Cavaliere pensa a sé e conferma che sulla legge sulle intercettazioni non ci saranno ripensamenti. E neppure modifiche. L’urgenza è tale che quella legge, che non piace un granché sia dentro il Pdl che nella Lega, sarà approvata il più presto possibile. Il
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Processo breve e lungo rinviati. Ora Berlusconi ci riprova col bavaglio. °°°ANCORAAA?!

Processo breve e lungo rinviati

Ora Berlusconi ci riprova col bavaglio

Il Cavaliere è sempre più in difficoltà sulle leggi ad personam. Ecco allora sparire la salva-Ruby
Mentre ricompare il decreto legge sulle intercettazioni che sarà alla Camera giovedì prossimo.

°°° Questa merda di verme non ha ancora capito che non gli permetteremo mai più nemmeno mezza LEGGE PORCATA! Forse sta cercando lo scontro fisico e i morti… delinquente com’è.

B.troiaio

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Arrestati o indagati: i garantisti di B.°°° NO AL BAVAGLIO!

Inchiesta P4: Alfonso Papa, il Velino e il Giusto processo. La macelleria garantista di B.

Il deputato Alfonso Papa, indagato nell’inchiesta napoletana, ha collaborato con due testate da sempre in prima linea per difendere la posizione del presidente del Consiglio davanti alle accuse della magistratura. L’editore è l’imprenditore Simone Chiarella è stato arrestato il 3 maggio scorso per bancarotta

Alfonso Papa e Silvio Berlusconi alla Camera il 22 giugno

Alberghi “da mille euro a notte”, come il De Russy di Roma, un viaggio in Argentina, cene in ristoranti di lusso. E’ la bella vita di Alfonso Papa, il parlamentare del Pdl protagonista, insieme a Luigi Bisignani, dell’inchiesta sulla P4. Bella soprattutto perché non era lui a pagare tanto sfarzo. Le spese erano a carico di Simone Chiarella, imprenditore romano, ex marito di Giuseppina Caltagirone, figlia dell’immobiliarista Gaetano. Al centro del proficuo rapporto, la collaborazione del parlamentare a due testate di cui Chiarella era editore: Il Velino, agenzia di stampa molto quotata a Palazzo Chigi, e la rivista “Il giusto processo”.

Le dichiarazioni messe a verbale da Chiarella davanti al pm Henry John Woodcock lasciano intravedere la reale consistenza del movimento “garantista” sorto intorno alle disavventure giudiziarie di Silvio Berlusconi e dei suoi principali collaboratori. E’ la lunga vicenda processuale di Cesare Previti a ispirare la nascita di “Il giusto processo”, nel 2002, e Chiarella è anche coeditore del “Domenicale” di Marcello Dell’Utri. Condannato definitivamente per corruzione in atti giudiziari il primo, in appello per concorso esterno in associazione mafiosa il secondo. “Il giusto processo” era linkato in buona evidenza sul sito Previti.it, oggi non più attivo.

La rivista, però, non ha portato fortuna a molti dei suoi animatori. Previti condannato, Papa sotto inchiesta con gli imbarazzanti riscontri divulgati in questi giorni, e lo stesso Chiarella arrestato il 3 maggio dell’anno scorso per bancarotta. La Procura di Roma lo accusa di aver sottratto milioni di euro alla Immo C. srl, all’insaputa della socia e moglie Giuseppina. Altri guai sono arrivati all’imprenditore-editore proprio dall’entourage di Previti, con la vicenda del Grand Hotel di via Veneto a Roma: l’avvocato Giovanni Acampora, condannato insieme a Previti nel processo sul Lodo Mondadori.

Dai titoli dei contributi a “Il giusto processo” emerge un’esacerbata linea anti-magistrati: “Il mandato di cattura europeo: autostrada per un universo concentrazionario”; “Il plumbeo cielo corporativo del Csm”; “La malattia mentale non risparmia la magistratura”. E così via, compresa una sfilza di articoli che vivisezionano un cavallo di battaglia della difesa di Previti, la famosa intercettazione ambientale al bar Mandara. Lo stesso Chiarella si esercitava nelle pagine della sua creatura, soprattutto sul fronte della politica estera: “Senza se e senza ma, sempre dalla parte degli Stati Uniti contro il terrorismo”.

Tra Il Velino e “Il giusto processo” si sono mosse le punte di diamante del garantismo in versione berlusconiana, come Lino Jannuzzi, già direttore dell’agenzia, l’ex presidente del Senato Marcello Pera, Giancarlo Lehner, parlamentare del Pdl, oggi “responsabile”, autore di pamphlet anti-Mani pulite e dintorni. Ora le due testate fondate da Chiarella finiscono nei verbali dell’inchiesta P4. E la battaglia sulla giustizia continua, questa volta sul campo.

di Mario Portanova (Il fatto)

25 giugno 2011

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Rai, direttiva bavaglio sui talk. °°°Ennesimo bavaglio ai media del dittatore mafioso.

Bersani: “La Vigilanza Rai
respinga la direttiva bavaglio”

L’atto di indirizzo sul pluralismo in tv martedì prossimo all’esame in Parlamento. Il segretario Pd: “Inaccettabile, non deve passare”. Gasparri: “Confronto, ma niente veti”.

Bersani: "La Vigilanza Rai  respinga la direttiva bavaglio"

ROMA – “Inaccettabile”. Questa la sintesi del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sulle anticipazioni dell’atto di indirizzo sul pluralismo, proposto dal centrodestra in commissione di vigilanza Rai. L’atto sarà votato mercoledì prossimo in commissione e secondo Bersani contiene elementi contrari alla libertà di informazione. “Se i contenuti fossero confermati ci troveremmo di fronte a una direttiva-bavaglio”, dice il segretario. “Ogni tentativo di mettere camicie di forza agli spazi informativi della Rai”, continua Bersani,  “sarebbe oltre che una violazione del pluralismo, dell’autonomia e della libertà di informazione, un danno grave verso l’azienda anche sotto il profilo economico”. Bersani lancia il suo appello agli organi politici coinvolti e all’azienda: “Mi rivolgo al presidente e ai membri della commissione di vigilanza Rai e ai vertici dell’azienda affinchè, in questa fase politicamente delicata e complessa, respingano le pressioni che si sono fatte clamorose. E affinché garantiscano la possibilità a ogni giornalista e a ogni lavoratore di poter svolgere correttamente e in autonomia il proprio ruolo”.

Gasparri: “Solito atteggiamento dell’opposizione”. Il Capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, risponde alle polemiche sull’atto per il pluralismo. “Confronto, ma niente veti”, dice l’ex ministro delle comunicazioni. “Meraviglia la polemica che monta da sinistra. Il presidente della commissione,

Zavoli sa benissimo come io stesso abbia auspicato un dibattito positivo nella commissione, dove però abbiamo incontrato il consueto atteggiamento negativo delle sinistre”. Continua Gasparri: “I temi posti sono tutti rilevanti: squilibri ed abusi che si registrano soprattutto nell’informazione radio-televisiva pubblica non possono essere elusi”. Conclude il senatore: “Se c’è buona volontà si discute. Il confronto è auspicabile, i veti non sono accettabili”.

Verna, Usigrai: “Se passa, è crisi”. “Se la bozza passasse, ci sarebbe una crisi istituzionale della Vigilanza Rai”. Queste le parole di Carlo verna, segretario Usigrai. “In Rai ci sono effrazioni quotidiane delle regole. Naturalmente c’è un gerarchia di norme, e se passasse l’atto di indirizzo della vigilanza di cui si legge in queste ore, ci aspetteremmo una crisi istituzionale al vertice della commissione bicamerale”. Verna aggiunge: “Credo che anche il presidente Garimberti dovrebbe essere autore di un gesto forte di fronte ai comportamenti del direttore generale Masi, e del direttore del Tg1, Minzolini, costante nella faziosità. Sono certo peraltro che anche il presidente dell’Agcom Calabrò sentirà stavolta il bisogno di far sentire la sua voce”.

Pardi, Idv: “Atto contro il pluralismo”. “L’atto a firma del senatore Pdl Alessio Butti è la negazione stessa del pluralismo” Lo afferma il senatore Pancho Pardi, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione di Vigilanza Rai, che spiega: “Doppio conduttore: evidentemente per le trasmissioni di approfondimento in cui la maggioranza considera il conduttore inaffidabile. Impossibilità per 8 giorni di approfondire un argomento già trattato da una trasmissione, censura preventiva per tutti gli altri. Così si avvera il sogno di Masi, ma crescono le difficoltà per i conduttori costretti a fare lo slalom tra le notizie. Ci sarebbe da ridere se non fosse drammaticamente in pericolo la libertà di stampa”.

Rao, UdC: “Atto irricevibile”. “La bozza del Pdl per un atto di indirizzo sulla Rai, del quale stiamo discutendo in Vigilanza insieme ad un testo molto diverso della minoranza, contiene indicazioni irricevibili per il servizio pubblico”. Questo il commento di Roberto Rao, capogruppo dell’Udc in Vigilanza Rai. “In particolare, la norma che prevede l’intervento di un opinionista o addirittura di un comico per ogni “sensibilita’ culturale”, e il divieto di trasmissioni che trattino temi già affrontati in altri programmi Rai negli otto giorni precedenti, rappresentano una forzatura. L’unica soluzione sarà, come già accaduto in passato, la censura o la chiusura per tutte le trasmissioni”.

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Bavaglio a Internet. I delinquenti del regime ci riprovano?

Commenta InternetUna bomba sui cittadini della retedi Alessandro Gilioli Il patto tra Facebook e il Viminale è un attentato ai diritti dei cittadini digitali. E la prova che gli utenti non possono essere spettatori passivi in un rapporto diretto tra le corporation di Internet e i governi locali
(28 ottobre 2010) Nel nostro Paese abbiamo assistito negli ultimi anni a un’escalation di norme e di proposte di legge per rendere l’accesso a Internet sempre più difficile, controllato, burocratizzato.

Proprio in questi giorni, ad esempio, l’Agcom sta valutando come rendere operativa l’odiosa normativa sui video on line scritta da

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Salute e grano! Ultimo blitz della mafia sul ddl bavaglio

Intercettazioni, l’ultimo blitz
più difficile ascoltare i corrotti

Salta la legge Falcone che consentiva una corsia più rapida per le investigazioni sulle associazioni criminali. Per un gruppo come quello sotto inchiesta in questi giorni i magistrati avranno bisogno di “gravi indizi” di reato per far scattare gli ascolti. Frattini: l’ok prima delle ferie. Pd all’attacco: proporrà il voto segreto
http://www.repubblica.it/politica/2010/07/23/news/salva_p3-5764896/?ref=HREA-1

°°° Eccolo l’ultimo colpo di coda del morente silvio berlusconi. Questa è l’ennesima prova certa che si è scaraventato in politica solo ed esclusivamente per rubare indisturbato e per scampare alla giusta galera.

b.dimettitiiii

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Con la nazionale a casa i cittadini ricominceranbno ad accorgersi dello sfascio: dura mazzata per Mafiolo

Lui sperava che il popolo, distratto  dal Sud Africa, non si interessasse alle sue minchiate, ecco perché voleva far passare le ultime porcate: vedi BAVAGLIO e la supertassa ai poveri mascherata da falsa finanziaria  entro i campionati. Con la debacle della nazionale (che si è comportata come il suo regime bauscia: entrata da leone e uscita da coglione), il mafioso brianzolo vede il suo ennesimo disegno criminoso andare a gambe all’aria. Ora vediamo cosa faranno quei morti di sonno del PD…

NAZIONALE A CASA: MAZZATA TERRIBILE PER LADRUSCONI

camporella

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