Viaggio a MIlano e incontro con antonio ricci

BigRed-Gabibbo

Dunque, martedì scorso sono andato a Milano per partecipare a un processo che vede imputati antonio ricci e merdaset per il furto del Gabibbo. Io sono l’unico testimone oculare. O meglio, sono l’unico testimone oculare che può dire la verità. Non devo nulla a nessuno, tantomeno ad antonio ricci, che, dopo avermi inseguito e leccato il culo per sei mesi nel 1986, poi mi ha sfruttato per tre anni al Drive in e quindi ha RUBATO   il mio format  TELEGIORNALE DELLA PERA (alias Striscia) e i miei testi, ed ha rovinato la mia vita e la mia carriera. Il fatto  incriminato avvenne nella redazione di Striscia la notizia, a fine agosto- inizi di settembre del 1990. In redazione a Milano 2, oltre a ricci, c’erano il suo braccio destro beccati, Max Greggio, e Gennaro Ventimiglia. Tutti costoro sapevano benissimo che Striscia era  un format MIO ed ero lì in quanto autore e comico  di punta (stavo preparando il nuovo personaggio della “PEPPA”:  la zia di Cossiga, talpa al Quirinale).

Qualcuno, forse il loro galoppino matteo molinari, detto Missile, che risiedeva a Los Angeles da qualche tempo, aveva mandato un piccolo poster di BIG RED: famosissimo pupazzo- mascotte della statunitense ‘Western Kentucky University’. Immediatamente, Ricci ci convocò per copiare il simpatico pupazzo e quindi per RUBARE  Big Red. Ci chiese di trovargli un nome e iniziò il brain storming. Dato che il mio personaggio di GAVINO IL SARDO, scarpe grosse e cervello fino, aveva spopolato a Drive in: facendo in ogni apparizione almeno il doppio se non il triplo dell’ascolto della media del programma (vidi personalmente  i dati Auditel a casa del capo del Marketing dell’allora Fininvest, quasi ogni settimana per due anni)… e dovendo io fare a Striscia la moglie (censurata in partenza, nonostante ne avessimo già registrato due puntate), quindi la ZIA di Cossiga… Ricci voleva a tutti i costi un personaggio simile e, avendo a disposizione solo braccia rubate all’agricoltura o fattorini (proprio come ora) ma nessuna traccia di un comico, decise che il pupazzo avrebbe proseguito la strada tracciata dal mio personaggio: un simpatico rompicoglioni che dice, bonariamente,  scottanti verità. Io associai l’idea all’epiteto sardo GABILLU. Su Gabillu, nel campidano, è un modo ironico e simpatico per decrivere chi viene dall’interno, dalle montagne. A Milano li chiamano FALCHETT. Beccati decise che Gabillu era perfetto, ma lo tradusse in ligure: GABIBBO, e ricci approvò entusiasta.

Questi i fatti.

La causa che mi vedeva testimone chiave e che si è tenuta mercoledì 17 presso il tribunale di Milano, non prevedeva nessuno scopo di lucro né richiesta di danni: era semplicemente stata intentata dal creatore di BIG RED, Ralph Carey, che da ex studente aveva regalato tutti i diritti e le royalties della mascotte alla sua università. In America, come in tutto il resto del mondo, i diritti d’autore sono sacri e inviolabili. In Usa ricci e i proprietari del suo culo sarebbero stati sbattuti immediatamente in galera e sarebbero stati spolpati vivi dagli avvocati avversi e da qualunque giudice, se si fossero azzardati a copiare Big Red, come hanno potuto fare impunemente e per 20 anni in questa italietta mafiosa e ladra, capitanata e devastata da silvio berlusconi.

Nel 2007 ci fu una causa intentata dall’azienda italiana che acquistò e PAGO’ fior di quattrini per i diritti di sfruttamente in Europa di Big RED e di altri pupazzi-mascotte delle università americane (vedi foto)

Big red mascotte2

 

Il concessionario perse la prima udienza. Sapete perché?

PERCHE’  MERDASET SI COMPRO’ IL SUO AVVOCATO.

Il quale avvocato sentenziò che io: l’unico testimone che avrebbe potuto inchiodare la cosca, e che grazie ad una vita e a una carriera irreprensibile ho sempre goduto di tanta stima e  tanto rispetto che LORO non si sognano di avere  nemmeno sotto allucinogeni… ero INATTENDIBILE!

 

Sono la mascotte della
WESTERN KENTUCKY UNIVERSITY

Sono nato 22 anni fa nel Kentucky. Il mio papà si chiama Ralph Carey, un ex studente della Western Kentucky University. Non parlo, ma adoro il basket e la pizza. Potete vedere le mie avventure sulla rete televisiva ESPN e anche in internet al sito www.wku.edu/bigred.html o nel sito ufficiale della mia Università . Durante gli eventi sportivi incito la folla dirigendo la “Ola” e la banda. Rappresento lo spirito e l’energia della mia squadra. Il mio momento più orgoglioso è stato quando per la ESPN sono entrato in finale per vincere la battaglia nel “Capital One All-America Mascot Team” con le .
I miei momenti peggiori li ho vissuti quando stavo incitando la mia squadra in una durissima partita di basket e sono caduto dalla cima della piramide umana. La mia mascotte avversaria è “Scrappy” dell’università del Texas. Non sono mai stato in Italia, la visiterò molto presto e sono molto curioso. Sarò ospite in alcune delle vostre reti televisive. Presterò anche la mia immagine a prodotti per ragazzi, il cui ricavato sarà devoluto anche in beneficenza. Arrivederci a presto.
altre mascotte delle università americanewww.wkusports.com

———————
ADFRA percorsi avanzati 48022 LUGO (RA) – Italy – Tel. 0545/33403 r.a. – fax 0545/32403 – e-mail: adfra@linknet.it
Licenziataria per i paesi UE dei diritti sui marchi, loghi e mascotte di 57 università USA su licenza della Crossland Enterprises, Inc. (Carpinteria – State of California – USA).
Tutti i marchi citati sono registrati dai legittimi proprietari. Tutti i diritti d’immagine della mascotte “Big Red” sono protetti da copyright e di esclusiva proprietà della Western Kentucky University (Kentucky – USA) e dati in licenza esclusiva alla Crossland Enterprise, Inc. (Carpinteria – State of California – USA) e ne è vietato ogni utilizzo e/o riproduzione in qualsiasi modo, forma e proporzione.

°°° Dunque, benché sia sotto un treno e finanziariamente sotto terra, per amore di Giusizia, accetto di fare il mio dovere e vado a Milano.  Avrei potuto trovare mille scusanti per restarmene a casa. Ma, voi mi conoscete, se c’è da riparare a un torto, a costo del miosangue…CORRO! Trovo un paesone devastato: Quartu a confronto è Parigi!

Mi viene a prendere mio figlio Wilson a Linate e, dato che l’aereo (si fa per dire) di Meridiana – dopo avermi trasportato con le ginocchia in bocca, tanto sono stretti gli spazi tra i sedili –  mi ha scaricato a Linate con quasi mezz’ora di ritardo. Ho fame. Andiamo a mangiare un boccone, dico a Wilson. “A quest’ora? Ma sei matto? Sono le tre meno venti, a quest’ora è tutto chiuso!”

TUTTO CHIUSO?! Ma dove  siamo, in Sardistan?

Ma a Milano era sempre TUTTO APERTO anche alle tre del mattino!  Quando Milano era la capitale culturale d’Europa: prima dell’avvento dei mafiosi craxi e berlusconi. MORTA. Milanoè abbruttita, deserta, sporca, volgare, morta e sepolta.

Ci siamo accontentati di un toast in un bar del centro. La sera stessa, altra delusione: un’ora di scarpinata, con scarpe nuove che mi hanno massacrato i piedi, senza incontrare anima viva; ristorante “Pio”, vicino al Pio albergo Trivulzio: dove si scoperchiò Tangentopoli,  vuoto, pessimo, e trattamento maleducatissimo. Prezzi salatissimi.

La mattina dopo, arrivo in tribunale, dove incontro l’avvocato italiano di Carey e andiamo su a cercare l’aula. Eravamo lì da dieci minuti, su una panca  in attesa che il giudice ci chiamasse, quando arriva antonio ricci, accompagnato da una mezza dozzina di persone: amici, avvocati e un loro testimone fasullo, un imbrattacarte di novella 2000.  Ricci arriva col suo sorrisetto sprezzante di superiorità sul mondo intero, ma… appena mi vede si trasforma. Gli ricrescono i capelli,  gli sta per cadere ilpizzetto, il suo colorito – solitamente cadaverico –  si fa ancora più bluastro e comincia a tremare e a percorrere gli ultimi passi in maniera incerta. Mi passa davanti, mi guarda supplichevole,  e balbetta: “Buongiorno.”

Non ci vedevamo da quasi 20 anni. “Buongiorno” rispondo io, con un sorrisetto al veleno. Subito lui prende posto nella panca vicina e si fa coprire da due dei suoi sgherri: non sopporta la mia vista. Sibila e balbetta, ma sento distintamente “Sono bollito, amici, statemi vicino. Sono nervoso come una molla…”

Aspetta aspetta… il giudice, una signora, fa uscire i contendenti della causa precedente e invita il nostro gruppo. Io però e lo scribacchino a tassametro  veniamo fatti attendere fuori. La giudice dovrà decidere se sentirci o meno.

Ha deciso di non decidere e non mi ha voluto sentire. Il motivo,pare, sia stato quello pilatesco del FUMUS che con la mia testimonianza avrei senz’altro creato per l’appello della causa che si terrà a Ravenna o a Bologna, dove un povero imprenditore è stato truffato dal suo avvocato poco serio e dalla banda berlusconi-ricci, che gli ha fottuto circa UN MILIARDO di euro sfruttando abusivamente il pupazzo BIG RED.

Sono rientrato mesto e sfatto da Milano. Dopo una notte insonne, infatti, e nonostante fossi uscito dall’hotel alle 7,10, sono arrivato all’imbarco con

UN MINUTO DI RITARDO

e il comandante del volo delle 9 per Cagliari ha deciso di lasciarmi a terra. Una stronza di Meridiana, parecchio scoglionata e arrogante, mi ha detto che avrei dovuto ripagare il biglietto e imbarcare venerdì, dato che gli altri due voli del giovedì erano pieni. Una tragedia. Buttato all’aeroporto di Linate, sfatto, e con soli 30 euro in tasca… Ero pronto a uccidere qualcuno. Per fortuna, un simpatico caposcalo, che mi ha riconosciuto, è stato mosso da pietà emi ha infilato nel volo delle 15,30.

Un viaggio da dimenticare, amici.

Ma non è tutto… Mentre ero a Milano, sono stato raggiunto da due telefonate tragiche, che hanno fatto saltare un progetto bellissimo e ormai chiuso, cui lavoravamoo da diversi giorni e che avrebbe prodotto ricchezza, soddisfazione, e tanti nuovi posti di lavoro…

Ma questa è un’altra storia.

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MANGERA’ IL PANETTONE?

Marco Damilano per “l’Espresso”

Sa, presidente, Gianni Letta è bravissimo. Mi costa poco meno di Kakà, ma pazienza… Era il 7 maggio, Silvio Berlusconi a colloquio con Giorgio Napolitano al Quirinale si ritrovava a magnificare al solito le qualità del suo sottosegretario: governante eccezionale e per di più, massima soddisfazione, suo dipendente.

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Un mese e mezzo fa, un tempo felice. Oggi Silvio e Gianni sono ancora insieme, ma separati da una invisibile cortina di sfiducia. Alle cene di palazzo Grazioli, il sottosegretario era abituato ad arrivare dopo le nove di sera e ad andarsene intorno alle undici, quando arrivavano le dame e cominciavano le danze.

Negli ultimi mesi, poi, ha deciso di non farsi vedere più neppure nella prima parte della serata: meglio essere prudenti, viste le compagnie non sempre degne di uno statista. Ma nessuno sembrava accorgersi della sua assenza: era ancora la stagione del Berlusconi onnipotente, padrone d’Italia, con il gradimento del 75 per cento degli italiani, almeno nei suoi sondaggi.

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Oggi invece al primo piano di palazzo Grazioli sventola un moscio tricolore, Apicella non suona più, Berlusconi si ritrova in perfetta solitudine nel momento più difficile della sua avventura politica e umana. È un leader politico sotto ricatto, diffidente perfino nei confronti degli amici di sempre, con la corte dei nuovi favoriti pronta a soffiare sul fuoco per scalare posizioni: il deputato-interprete Valentino Valentini, il deputato-segretario Sestino Giacomoni, il deputato-avvocato Niccolò Ghedini. Un uomo sotto assedio, che vede spegnersi la tradizionale buona sorte, l’ottimismo, “il sole in tasca”.

“Si è trasformato in un Re Mida all’incontrario: quello che tocca sporca”, lo dipinge con ferocia chi gli è stato vicino per anni e ora non se la sente più di seguirlo. Dopo aver infilzato a lungo un avversario dopo l’altro, il Cavaliere per la prima volta si sente preda di una caccia grossa, dove sono in tanti a voler sparare il colpo di grazia.

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Nella stretta cerchia dei berluscones le voci si rincorrono. Complotti interni e internazionali: i servizi italiani e il prefetto Gianni De Gennaro (“sciocchezze”, replica un sottile conoscitore dell’ambiente: “Branciforte è una brava persona, Piccirillo è un servitore dello Stato, De Gennaro non ha grandi poteri”), anzi no, la Cia, Barack Obama che si vuole sbarazzare del leader italiano, troppo amico dei russi, scenari alla Ken Follett agitati da un esperto del ramo, Francesco Cossiga. I poteri forti: Berlusconi ha pestato i piedi alle banche, Cesare Geronzi si vendica. Luca Cordero di Montezemolo scalda i motori con l’associazione Italia Futura, pronta a partire il 1 luglio.

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Fantasmi, come quello di una giovane misteriosamente scomparsa dalle parti di villa Certosa. Assurdo? Certo: ma a invocare Wilma Montesi, la ragazza ritrovata morta sulla spiaggia di Capocotta negli anni Cinquanta, è un ministro in carica, Gianfranco Rotondi.

Lo spettro di un 25 luglio berlusconiano: “Alla caduta del Duce ci fu un solo suicida, il direttore dell’agenzia Stefani Manlio Morgagni, oggi chi potrebbe imitarlo? Sandro Bondi?”, scherza macabro un deputato di An.

E le previsioni catastrofiche sul G8 dell’Aquila che avrebbe dovuto consacrare la figura internazionale del Cavaliere: ecco invece le voci di capi di Stato che vorrebbero evitare di farsi fotografare con il premier. E le first ladies che potrebbero disertare l’evento. Anche se, a spaventare davvero il Cavaliere, sono incubi molto più consistenti: l’inchiesta di Bari, i contatti tra l’amico del premier Giampaolo Tarantini e il capo della protezione civile Guido Bertolaso, fronti che potrebbero aprirsi in altre procure, da Firenze a Napoli.

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“Dobbiamo tornare a fare politica. Possiamo finire in molti modi, ma non così”, si dispera fino alle lacrime su un divano del Transatlantico la deputata Beatrice Lorenzin, pasionaria azzurra che è arrivata a Montecitorio dalla militanza nelle borgate romane, il contrario della velina. Non può finire così: con l’inedito duello Silvio-Patrizia, lui sull’house organ ‘Chi’ che da vero signore si vanta di non aver pagato una donna (“non sarebbe una conquista”), lei, la sdoganatrice del termine escort, che lo smentisce via agenzia.

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Con la fila delle ragazze che ostentano farfalline e tartarughe, ognuna con il suo regalino da esibire e una indimenticabile serata con Papi da raccontare. Con l’Italia mai così screditata a livello internazionale, come dimostra il flop della candidatura del ciellino Mario Mauro alla presidenza del Parlamento europeo. Berlusconi ne aveva parlato per tutta la campagna elettorale, il settimanale ‘Tempi’ gli aveva già dedicato la copertina (“Il Presidente”), niente da fare, anche Mauro ha pagato la vicinanza a Silvio, il re Mida all’incontrario.

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La caduta è stata appena bloccata dalla vittoria del centrodestra al ballottaggio per la provincia di Milano, per soli quattromila voti, però, e con il centrosinistra che ha superato la coalizione Pdl-Lega in città. Ma il tritacarne si è rimesso subito in azione. Alimentato dalle ambizioni personali dei tanti che fiutano l’odore dell’animale ferito, la precoce fine del berlusconismo, se non ancora di Berlusconi, dopo appena un anno di legislatura, reclamano il loro pezzetto di eredità, si preparano al dopo. Il più rapido a farsi avanti è stato il ministro Claudio Scajola, con un’intervista al ‘Corriere’.

In apparenza di solidarietà con il premier, in realtà carica di richieste e di condizioni. La più pressante: “Rilanciare il Pdl strutturandosi meglio sul territorio”. Quando hanno letto queste parole in via dell’Umiltà hanno sospirato: “Ci risiamo. Berlusconi è in difficoltà e Claudio si candida alla guida del partito…”. Lo scontento dei parlamentari verso il triumvirato che guida il Pdl non si può più arginare. I due ex Forza Italia, Bondi e Denis Verdini, entrambi toscani di Fivizzano, ex vicini di casa a Roma, in piazza dell’Ara Coeli, non si parlano più, alle riunioni se c’è uno manca l’altro.

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Il terzo del trio, il post-missino Ignazio La Russa, è sbeffeggiato quotidianamente dagli amici di An. “I triumviri o quadriumviri hanno sempre fatto una brutta fine: ai tempi di Mussolini uno è caduto dall’aereo, uno è stato fucilato, un altro è diventato partigiano. Tutte cose che non auguro a La Russa”, ridacchia l’ex capo della segreteria di Gianfranco Fini Donato Lamorte. Di certo, il Pdl, il primo partito italiano, si è rivelato più permeabile di palazzo Grazioli: porte girevoli, gente che va gente e che viene, candidature imbarazzanti, nomi arrivati nelle liste per le elezioni europee o amministrative senza nessuna trafila o competenza.

E a immolarsi per difendere il leader-fondatore dalle accuse delle escort sono rimasti il solito Daniele Capezzone e la coppia dei Beni culturali, il ministro Bondi e il sottosegretario Francesco Giro, il bunker del Collegio romano, li chiamano nel partito. Così in tanti invocano un cambio di rotta immediato: un segretario organizzativo al posto di Verdini-Bondi-La Russa da nominare subito, entro l’estate, una macchina da guerra da mettere in campo subito, per non farsi cogliere impreparati quando arriverà il terremoto politico più sconvolgente degli ultimi anni.

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Le prossime settimane, infatti, decideranno il futuro di Berlusconi. Prima il G8, ad alto rischio flop. Poi le leggi più delicate da varare entro la pausa estiva, a partire da quella sulle intercettazioni approvata dalla Camera e ora in discussione al Senato. Infine, il passaggio più a rischio, la sentenza della Corte costituzionale sul lodo Alfano che impedisce i procedimenti a carico del premier fino alla scadenza del mandato: una bocciatura della Consulta sarebbe letale per il Cavaliere, in una maggioranza dove ognuno gioca la sua partita, come se la legislatura fosse al capolinea e non all’inizio.

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C’è il presidente della Camera Gianfranco Fini, sempre più compreso nel suo ruolo istituzionale. Pronto a passare da un convegno sul parlamentarismo con la tedesca fondazione Adenauer a un incontro a Madrid con il think tank dell’ex premier Josè Maria Aznar, dalla benedizione per l’associazione ‘Italia Decide’ presieduta da Luciano Violante al lavoro sul ‘patriottismo costituzionale’, tra frasi di Habermas, Daherendorf, Piero Calamandrei, Giuseppe Mazzini e Rousseau: “La patria non esiste senza virtù”. Citazione perfetta per un aspirante inquilino del Quirinale, soprattutto ora che il candidato naturale, Berlusconi, su vizi e virtù manifesta qualche segnale di evidente confusione.

Con i suoi interlocutori il presidente della Camera giura di non essere disponibile per eventuali governi istituzionali, in caso di caduta di Berlusconi: la sua strada lo porta verso il Colle più alto, ogni deviazione rischia di allontanarlo dall’obiettivo. Per questo, segretamente, tifa perché Berlusconi resista ancora un po’ al suo posto: un premier ferito, azzoppato, per mandare avanti la legislatura di qualche anno. Non a caso, dopo la polemica sulle veline in lista che provocò la reazione della signora Veronica Berlusconi, il sito della fondazione finiana Fare Futuro è rimasto silenzioso: meglio non infierire ora che il risultato di far precipitare Silvio tra i comuni mortali è stato raggiunto. Mentre l’ex sdoganato Fini, al contrario, sta ascendendo tra i padri della patria.

Silenzio condiviso dall’altro big della maggioranza, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Non ha speso una parola per difendere Silvio. È toccato a un amico, un deputato veneto del Pd, raccogliere il suo sfogo nell’emiciclo di Montecitorio: “Mi parli di federalismo? Ma non vedi che qui sta crollando tutto…”. E in pochi ricordano che la rottura con Berlusconi si è consumata non sulla politica economica, ma su un terreno più politico.

Durante la seduta del Consiglio dei ministri chiamato ad approvare il decreto che avrebbe imposto l’alimentazione a Eluana Englaro, lo scorso gennaio, Tremonti fu l’unico ministro a mettere in guardia sulle conseguenze del provvedimento: “Attenzione, se Napolitano non firma il decreto andiamo dritti allo scontro istitzionale”. Berlusconi non gradì per niente, e da allora Tremonti è entrato nella lista nera dei potenziali traditori. Ma anche in testa ai possibili candidati per la guida di un governo di emergenza nazionale in caso di caduta di Berlusconi, con l’appoggio di Massimo D’Alema e del Pd.

Il favorito a Palazzo Chigi, se la situazione dovesse precipitare, resta però l’attuale sottosegretario Gianni Letta. L’unico in grado di garantire la tregua tra i poteri dello Stato dopo un cataclisma di tale portata. Non a caso Sua Eminenza da Avezzano è finito sotto gli attacchi neppure tanto velati di una parte del Pdl. Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello ne hanno chiesto l’audizione al comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti come responsabile politico dell’intelligence e dunque della sicurezza e della privacy del premier.

“Letta è troppo istituzionale per occuparsi di servizi segreti, qui siamo in guerra, serve un personaggio che abbia la mentalità del militare”, detta un falco ex Forza Italia, esponente della corrente che spinge Berlusconi verso la linea dura e vorrebbe bloccare la strada verso un eventuale governo delle larghe intese, presieduto dallo stesso Letta. Ma sulla reazione allo scandalo delle escort, per la prima volta, gli azzurri appaiono spaccati. Il dopo-Berlusconi non è un tabù, neppure nel Pdl.

C’è chi se la prende con i più scalmanati del governo: “Ministri come Sacconi o Brunetta che in tempi di crisi invocano la spaccatura con i sindacati. Gente che ha i glutei al posto della testa”. E c’è chi invoca il ritorno dei vecchi saggi, i padri nobili, i Pisanu, i Martino, i Pera, da affiancare a Berlusconi: una specie di cordone sanitario, un collegio di badanti per il premier sull’orlo di una crisi di nervi.

Sulla capacità di tenuta di Berlusconi di fronte alla raffica di inchieste, rivelazioni, interviste, memoriali, fotografie, aspiranti ragazze immagine, trans, slave vestite da babbonataline e altri colpi di scena (“la coca, quella no!”, giura un forzista della prima ora, forse per darsi coraggio) si regge la possibilità della legislatura di proseguire. La minaccia di riportare il Paese alle elezioni anticipate, per l’ennesima ordalia, il referendum pro o contro Berlusconi, è sempre sul tavolo, un copione già ripetuto con successo in altre occasioni.

La Lega di Umberto Bossi lo spinge a sfidare i nemici, sicura di sopravvivere al cataclisma, una parte del Pdl lo invita a dare la caccia al traditore interno. Ma il Cavaliere sembra colto da un’improvvisa esitazione, da una malinconia. L’effetto che fanno le luci che si spengono al termine di una festa, come quelle che allietavano il premier al primo piano di palazzo Grazioli. Un’atmosfera deprimente da spettacolo concluso, uno show che si interrompe all’improvviso, un’emozione spezzata. Ma il timore di Silvio è che ora la giostra possa finire anche a palazzo Chigi.

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“Artisti” del cinema e del teatro… azz!

Anche gli artisti in agitazione
rinviato l’incontro pubblico

■ ■ Si muove anche il mondo
della Cultura. Alcuni artisti
cittadini del mondo del cinema
e del teatro avevano programmato
per stamattina
all’ex vetreria di Pirri una
conferenza stampa di protesta.

°°° Ragazzi, nientepopodimeno che artisti cagliaritani del “mondo del cinema e del teatro“. Oh beh! Non si scherza. Io già m’incazzo e, come a tutti i miei colleghi, mi viene l’orticaria soltanto a sentire la bestemmia del “mondo dello spettacolo“… I nostri sono MESTIERI, imparati faticosamente e maneggiati con cura e con amore. Non esiste nessun mondo dello spettacolo. O meglio, esiste ed è quello delle zoccole e dei tronisti senza cultura né mestiere. E’ il mondo dei lele mora, dei marcocarta, delle simone ventura, e delle maria de filippo. Ma torniamo a questi sedicenti “artisti cittadini”… Ne conosco alcuni e, credetemi, non li piglierebbe in considerazione nemmeno un regista di cresime e matrimoni. Ma in Sardistan hanno tutto in mano loro, grazie a qualche potente politicante imbottito di malaffare e cocaina. E non solamente a Cagliari (dove però circolano i soldi dei contributi pubblici). Ci sono malati di mente, imbroglioni, disadattati, che si spacciano per attori, registi, scrittori, un po’ in tutta l’isola: penso a Carbonia. Gente che ha letto a malapena tre libri sul cinema o sul teatro e IMMEDIATAMENTE fonda un’associazione, una compagnia, un centro di produzione, e subito si attaccano alla tetta dei contributi pubblici comunali-provinciali-regionali. Faccio questo mestiere da quasi cinquant’anni e non ho MAI conosciuto un “artista” sardegnolo che avesse non dico delle qualità o dei talenti, ma nemmeno l’umiltà e le palle per andare fuori qualche anno a IMPARARE! Poi sono stronzo io quando parlo di DESERTO CULTURALE… Solo qualcuna di queste scimmiette può pensare che io goda ad essere l’unico artista in Sardegna. Pensate a che potere contrattuale ho: loro rubano i soldi miei e dei figli, facendo mestieri di cui NON SANNO NIENTE, e io sono relegato tra i monti. Loro hanno distrutto un pubblico tra i più preparati d’Italia, coltivato con pazienza e passione dal sottoscritto, e io dovrò fare triplo lavoro – ORA – per convincere un pubblico asino che oltre alla merda (quella dei malati di mente) esiste anche la cioccolata: si somigliano, viste da lontano, ma prova a mangiarle! Che vergogna! Salvo Alfredo Barrago che fa l’illusionista, e due vecchi teatranti come Mario Faticoni e Tino Petilli che, se avessero mai conosciuto un regista, sarebbero diventati davvero bravi.

L’ARTE MORTIFICATA IN SARDISTAN

corona

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AHAHAHAHAH!

Il Cavaliere all’incontro con Obama spiega ai suoi la mossa davanti agli industriali
I militari in più per l’Afghanistan saranno presi dal contingente in Kosovo
Il premier e l’affondo sul complotto
“Attenti che riporto l’Italia al voto”


°°° MA CHE FAI, MINACCI? Non hai capito, ciccio, è l’Italia che hai devastato in un solo anno… che ti butta fuori per l’ennesima volta A CALCI NEL CULO! Ti riportiamo noi al voto, tranquillo. E prima di ottobre, speriamo.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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Contuiniamo a smontare le minchiate

Dai microfoni di Radio Anch’io il premier torna sul caso Noemi Letizia
“Pura invenzione, calunnia staccata dalla realtà. Non ho niente da chiarire”
Berlusconi: “Foto innocenti”
Ma denuncia il giornale spagnolo
E sui voli di Stato: “Sono aumentati a causa della crisi internazionale”

ROMA – Nessun commento diretto alla pubblicazione, ma un concetto che torna a ribadire come un mantra: “C’è una violazione della privacy inaccettabile”. E una querela al giornale spagnolo. Dopo le maratone tv di ieri, con poco o nessun contraddittorio, Berlusconi torna ad imperversare sui media. A Radio Anch’io il presidente del Consiglio definisce le foto delle feste a Villa Certosa, in parte pubblicate sul quotidiano spagnolo El Paìs, immagini “assolutamente innocenti”.

Subito dopo l’avvocato del premier Niccolò Ghedini ha denunciato El Pais per la publicazione delle foto. “Sono fotografie – spiega il legale – che provengono da reato, visto che sono state sequestrate qui in Italia proprio perché si ritiene che siano frutto di un comportamento anti-giuridico e quindi di un illecito penale; perciò è evidente che non possono essere acquistate da nessuna parte del mondo”. Non solo. Ghedini annuncia anche “un’azione in sede civile per chiunque ri-pubblichi in italia le fotografie acquistate apparse su El Pais”.

Proprio sul caso delle foto a Villa Certosa Berlusconi è intervenuto stamattina a Radio Anch’io: “E’ scandaloso che si possano fare delle foto con dei teleobiettivi entrando nel privato delle persone. Le persone fotografate a Villa Certosa sono state aggredite”.

Poi aggiunge: “Sulla vicenda non ci sono versioni contrastanti. Sono state tutte invenzioni della stampa. Non ho dato risposte, ritenendo mio diritto non parlare di cose che ritengo fatti miei personali”. E in merito alle dieci domande poste da Repubblica ribadisce: “L’unica domanda alla quale dovevo rispondere da premier era ‘Ci sono stati rapporti piccanti?’, e ho risposto di no”.

Una signora telefona e domanda: “Noemi è sua figlia? C’è anche una certa somiglianza”, e Berlusconi risponde: “Signora non creda a tutte le storie messe in giro…”. Il premier torna così a parlare di “pura invenzione, calunnia staccata dalla realtà, di cui la sinistra ha approfittato non avendo programmi e nemmeno leader presentabili”.

E il signor Letizia autista di Craxi? “Non l’ho mai detto, è stato un senatore del Pdl che è caduto in un equivoco”, sostiene il Cavaliere. “Ci ho messo anche sopra un giuramento sui miei figli, un presidente del Consiglio spergiuro dovrebbe andarsene subito”. E ancora: “Non sono mai stato in una stanza da solo con questa ragazza. Se qualcuno dimostrasse che il presidente del Consiglio è uno spergiuro dovrebbe dimettersi un minuto dopo e andare a nascondersi”.

Nell’intervista il premier affronta anche la questione dei voli di Stato, sostenendo che “ne abbiamo fatti più del governo precedente perché abbiamo lavorato di più e ci siamo trovati in mezzo ad una crisi internazionale, per cui dobbiamo andare spesso in giro per il mondo per delle riunioni”.

A chi gli chiede, infine, se la vicenda avrà ripercussioni sui rapporti con la Chiesa, risponde netto: “Se c’è un governo che è vicino ai cattolici è questo, tanto che un alto esponente del Vaticano ha definito i rapporti tra il governo e la Santa Sede i migliori rispetto a tutti i precedenti governi”.


°°° In attesa che il domestico azzeccagarbugli di Mafiolo (che mi deve oltre TRECENTO MILIONI DI EURO, non dimentichiamoci!) quereli anche me, ora smonto PAROLA PER PAROLA, CAZZATA PER CAZZATA, queste ultime menzogne di silvio berlusconi.

a) Noemi Letizia
“Pura invenzione, calunnia staccata dalla realtà. Non ho niente da chiarire”

NON E’ VERO! Ha ammucchiato un mare di stronzate false, smentendole una dopo l’altra con altre cazzate, ma NON ha spiegato né chiarito un bel niente. Anzi… e mentre tutti i giornali del pianeta lo inseguono con le dieci domande, lui continua a SCAPPARE. Com’è sempre scappato dalle sue responsabilità, dai faccia a faccia con Prodi, con Veltroni, con Di PIetro e con Franceschini. Un verme vigliacco, ecco cos’è!

b) “Foto innocenti”
Ma denuncia il giornale spagnolo

NON E’ VERO! Non sono foto innocenti manco per niente: sono pornografia pura, volgare e indegna rappresentazione della vita di un uomo di governo. Si dovrebbe dimettere solo per queste due foto. Ma io sono certo (perché lo so da testimoni presenti) che ci sono sempre state montagne di cocaina a disposizione degli ospiti e delle minorenni. Ma sospetto anche che in qualche foto siano ritratti dei mafiosi, magari ricercati e latitanti. Denuncia El Pais? Bene, oltre all’ennesima figura di merda davanti al mondo civile, ecco che perderà anche questa causa (come ha sempre perso TUTTE le cause coi giornali, con Di Pietro, con Santoro e Travaglio) e dovrà sborsare un altro bel pacco di milioni per i danni.

c) voli di Stato, sostenendo che “ne abbiamo fatti più del governo precedente perché abbiamo lavorato di più e ci siamo trovati in mezzo ad una crisi internazionale, per cui dobbiamo andare spesso in giro per il mondo per delle riunioni”.

NON E’ VERO! Dal momento che NON SE LO CAGA NESSUNO, si tratta esclusivamente di voli per marchette e marchettari. Anche stasera Obama sarà in Germania per incontrare Angela Merkel. Il mafionano sta pietendo un incontro con lui DA MESI, ma Barack non se lo fila per niente e lo sta mandando al manicomio. Non se lo caga Obama, ma non lo vogliono vedere né sentire nemmeno Brown, Zapatero, e tutti gli altri leader europei e mondiali. Questo fatto sta sotto gli occhi di tutti.
Conclusione: IL NANO SA SOLAMENTE RUBARE, SPARARE CAZZATE E RENDERSI RIDICOLO AGLI OCCHI DELL’INTERO PIANETA. BERLUSCONI, CHIEDI SCUSA E DIMETTITI!

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Complotto internazionale?

Oggi il vostro malato di mente che si spaccia per “primo ministro” è tornato a parlare di un delirante “complotto internazionale” ai suoi danni, orchestrato nientemeno che da Murdoch… Che dire? Leggo un po’ di giornali e mi viene la malinconia… quanto vorrei essere americano, o spagnolo, o inglese in questo periodo. Le osservazioni della stampa internazionale stanno provocando più di una preoccupazione a Palazzo Chigi. Un nervosismo celato solo nelle (falsissime) dichiarazioni pubbliche. “Io sono contento – dice -. Mi rivolgo alle persone che quando mi incontrano per strada mi salutano e mi stringono la mano. Del resto, non mi interessa” Ripete il mafionano, dando prova di grande responsabilità di statista. Il populismo televisionaro se lo magna vivo!
Eppure, negli ultimi giorni lo stesso capo del governo ne ha discusso con l’inesistente ministro degli Esteri, Franco Frattini. Nessuno a Via del Plebiscito nasconde la paura che le ultime vicende abbiano intaccato l’immagine del presidente del consiglio all’estero.

Di quale IMMAGINE parlano? Di quella delle corna o di quella del “cucù”? Di quella della telefonata con Del Noce – in pieno G20 – per non far incazzare simona ventura, mentre tutti i leader mondiali si sono incazzati con lui e la Merkel prima e la regina Elisabetta poi lo hanno mandato platealmente a cagare?
O parlano dell’unica immagine di silvio berlusconi che tutto il mondo conosce e schifa, quella di un ridicolo mafioso che si atteggia a politico e NON ha MAI prodotto una sola idea politica al mondo?

Basti pensare che ancora ieri Berlusconi ha confermato l’incontro con il presidente Usa, Barak Obama: “È tutto a posto. Andrò in America“. Eppure da Washington ancora non è arrivata nessuna conferma ufficiale. Forse arriverà alla fine di questa settimana. Ma molti temono che il ritardo con cui agisce la Casa Bianca sia un modo per prendere le distanze. Un sospetto confermato nei giorni scorsi dai rappresentanti della diplomazia italiana negli States che hanno spiegato al governo italiano di non aver riscontrato nessun entusiasmo nello staff di Obama.

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Foto

Dopo una lunga notte d’amore, intensa e torrida, un ragazzo si distende sul letto e osserva la camera dove è avvenuto l’incontro con la sua partner. Ad un tratto vede una foto sul comodino accanto a lui che mostra un uomo giovane e prestante. Si preoccupa e comincia a chiedere: “E’ tuo marito ?”.
“Ma no, stupidone!” gli risponde la ragazza distendendosi sopra di lui. “Un tuo amico, allora?”.
“Ma no!” esclama lei mordendogli un orecchio. “Tuo padre o tuo fratello?” le chiede per rassicurarsi. “Certo che no !” esclama lei ridendo”.
“Ma, allora, chi è?” domanda perplesso. Con calma, la ragazza lo abbraccia e lo bacia e gli mormora all’orecchio: “Ma, caro, ero io, prima dell’intervento!”

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