Coca a Merdaset, “azienda estranea”°°° AHAHAHAHAHAHAH!

Spaccio di droga nelle sedi Mediaset
in manette tre tecnici della televisione

Gli stupefacenti sarebbero stati venduti nelle sedi di Segrate e Cologno Monzese, anche
a star dello spettacolo. L’azienda è estranea e parte lesa. Uno dei tre arrestato in flagrante

Spaccio di droga nelle sedi Mediaset in manette tre tecnici della televisione

Sono complessivamente 13 gli arresti eseguiti dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano questa mattina nell’ambito dell’inchiesta sullo spaccio di droga: 12 le ordinanze di custodia cautelare in carcere e un arresto in flagranza di reato. Tre i

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Berlusconi, salta l’incontro coi giudici. Premier (Sic!)martedì a Strasburgo per la manovra

Cosa non fa il gangster in miniatura per evitare le manette. Purtroppo per lui, passerà da UNA FIGURA DI MERDA NAZIONALE A UNA INTERNAZIONALE. Ma ci è avezzo…

Ma la marcia INDIETRO TUTTA… è una manovra anche quella, o no?

FACCIA DA QULO

B.emorroidi

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Facebook, croce e delizia. E manette…

La compagna pubblica le foto su Facebook
Preso camorrista latitante da quattro anni

D’Avino è stato catturato in Spagna vicino Marbella
La donna lo aveva raggiunto dal Marocco per partorire

NAPOLI – A tradirlo è stata la sua compagna, anche se involontariamente. La donna, infatti, felice di poter essere in “vacanza” con il suo uomo (latitante in Spagna), ha pensato bene di condividere questa gioia con gli amici pubblicando le fotografie su Facebook. Una mossa che è stata fatale per Salvatore D’Avino latitante dal marzo 2007. Trentanove anni, del quartiere Forcella di Napoli, D’Avino, nel 2006, rimase coinvolto nell’inchiesta «Piazza pulita» che mise ko, con oltre cento arresti, il traffico di droga gestito da diversi clan della camorra, tra i quali i Giuliano e i Mazzarella. Quando scattarono gli arresti, D’Avino era detenuto in Spagna. Successivamente, per il reato per il quale era in carcere, ottenne un permesso premio: ne approfittò e da allora è risultato latitante.

Salvatore D'Avino e nel tondo la foto della compagna su Facebook che lo ha fatto scoprire
Salvatore D’Avino e nel tondo la foto della compagna su Facebook che lo ha fatto scoprire

D’Avino è stato catturato ieri nei pressi di Marbella dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli in collaborazione con la Guardia Civil. Il ricercato si era da anni rifugiato in Marocco. La sua compagna marocchina si era trasferita sotto falso nome in Spagna per partorire (seguita alcuni giorni fa da D’Avino) e aveva pubblicato su Facebook alcune sue fotografie in località turistiche della Costa del Sol, foto che hanno tradito il latitante indirizzando gli investigatori sulla pista giusta. L’uomo aveva raggiunto la Costa del Sol dal Marocco con una moto d’acqua. D’Avino – legato, anche da vincoli di parentela, al clan camorristico dei «Giuliano» già operante nel centro storico di Napoli e inserito nell’elenco dei 100 ricercati di massima pericolosità – è stato bloccato mentre stava facendo rifornimento di benzina. I carabinieri gli hanno

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Milano. L’eredità malavitosa della Moratti

Milano, blitz nei templi della movida
maxitruffa da 30 milioni alle banche

In manette 23 fra manager, gestori e funzionari di istituti di credito. Il denaro, secondo
l’accusa, era riciclato in tre discoteche fra le più note: Karma, Luminal e Cafè Solaire

di SANDRO DE RICCARDIS e EMILIO RANDACIO

Milano, blitz nei templi della movida maxitruffa da 30 milioni alle banche

Una truffa alle banche e al fisco da oltre trenta milioni di euro, riciclati in alcuni dei templi della movida milanese: il Karma, il Luminal, il Cafè Solaire, tre discoteche le cui quote sono state sequestrate nei giorni scorsi dalla procura, a caccia dei capitali sottratti all’erario. Un’organizzazione, secondo l’ipotesi dell’accusa, che attraverso l’emissione di

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Lele mora, manette senza pelouche. ORDINE DI ARRESTO IMMEDIATO.

Milano, ordine d’arresto per Mora
l’accusa è bancarotta fraudolenta

La guardia di finanza di Milano sta eseguendo un ordine di arresto nei confronti dell’impresario dello spettacolo Lele Mora per bancarotta fraudolenta. Nell’aprile scorso il tribunale fallimentare di Milano aveva dichiarato il fallimento personale di Mora nonché di una delle società di cui è stato definito “il dominus”, cioè la immobiliare Diana.

La richiesta di fallimento personale, ossia il divieto per Mora di esercitare qualsiasi attività imprenditoriale, era stata avanzata dai pubblici ministeri Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci nell’ambito di un procedimento fallimentare relativo al crac della sua società Lm Management, di chiarata fallita lo scorso 11 giugno per un passivo di circa 17 milioni. Anche il curatore fallimentare della Lm Management, l’avvocato Salvatore Sanzo, aveva presentato istanza di fallimento personale per il talent scout, che ha un debito con il fisco di circa 16 milioni a cui se ne aggiungono altri 4 di debiti con privati.

b.mora

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BUONANOTTE A TUTTI! Cosentino… me le manette?

Domani Cosentino a giudizio con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica

L’ex sottosegretario all’Economia e deputato Pdl ha schivato l’arresto per il diniego del Parlamento. La Cassazione l’ha definito “socialmente pericoloso”, nonostante le dimissioni dal governo e la riduzione del suo “peso politico”

L’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino

E dopo anni trascorsi sulla graticola di un’inchiesta mediaticamente fragorosa, è arrivato il giorno del giudizio anche per l’imputato di camorra Nicola Cosentino. L’appuntamento è per il 10 marzo, alle ore 9.30, al primo piano del Palazzo di Giustizia di Santa Maria Capua Vetere. Il collegio C della prima sezione penale del Tribunale sammaritano, presieduto da Giampaolo Guglielmo, inizierà a vagliare le accuse di concorso esterno in associazione camorristica avanzate dai pm della Dda di Napoli Giuseppe Narducci e Alessandro Milita nei confronti del deputato ed ex sottosegretario all’Economia, originario di Casal di Principe (Caserta), tutt’ora coordinatore campano del Pdl e king maker delle trattative elettorali locali a nome del partito di Berlusconi in vista delle elezioni amministrative. A cominciare da quella per il candidato sindaco di Napoli: nei giorni scorsi proprio Cosentino ha accompagnato dal premier l’ex capo di Confindustria Napoli Gianni Lettieri, che a breve potrebbe ottenere l’investitura ufficiale.

L’ordinanza di arresto nei confronti di Cosentino, firmata il 7 novembre 2009 dal Gip di Napoli Raffaele Piccirillo, è stata confermata due volte dalla Cassazione ed è sempre in vigore. Non viene eseguita per il diniego del Parlamento. L’ultima volta a dicembre la Cassazione ha definito Cosentino “socialmente pericoloso”, nonostante le dimissioni dal governo e la riduzione del suo “peso politico”. I magistrati della Suprema Corte mettono nero su bianco che la partecipazione dell’ex sottosegretario ad alcune iniziative anticamorra successivamente al 2009 è stata una “espressione di attività difensive dal momento che l’indagato era già grave; al corrente delle indagini a suo carico”. Come sarebbe ininfluente l’arresto dei camorristi coi quali, secondo l’accusa, Cosentino era colluso, perché anche il coinvolgimento dell’ex sottosegretario nella società dei rifiuti Eco4 “era avvenuta mentre il boss Francesco Bidognetti era già in carcere”.

Il deputato azzurro, raggiunto alla vigilia di Natale dalla richiesta di rinvio a giudizio, ha chiesto e ottenuto il rito immediato, rinunciando all’udienza preliminare. Per accelerare i tempi del processo, hanno affermato i suoi difensori Agostino De Caro e Stefano Montone, che respingono in toto le ipotesi accusatorie e sono convinti di riuscire a dimostrare la piena innocenza del loro assistito.

Secondo la Procura guidata da Giandomenico Lepore, Cosentino sarebbe stato sin dal 1980 il referente politico-istituzionale dei clan casalesi, dai quali avrebbe ricevuto sostegno elettorale e capacità di intimidazione, e ai quali avrebbe offerto la possibilità di partecipare ai proventi delle assunzioni e degli appalti del ciclo dei rifiuti. I magistrati dell’accusa hanno acceso un riflettore sulle vicende degli sversamenti illeciti, della costruzione dell’inceneritore di Santa Maria la Fossa (che Cosentino avrebbe ‘finto’ di avversare per favorire invece un progetto appetito dai clan), e sul presunto controllo assoluto delle assunzioni e degli incarichi all’interno della Eco4, la società dei rifiuti del casertano.

“La Eco 4 è una mia creatura, la Eco 4 song’io” avrebbe detto Cosentino a Gaetano Vassallo, il ministro dei rifiuti del boss Francesco Bidognetti. Vassallo è uno dei pentiti le cui rivelazioni hanno dato il là all’inchiesta giudiziaria. Secondo uno dei passaggi chiave dell’ordinanza di arresto, Vassallo si sarebbe recato a casa di Cosentino per incontrarlo e discutere di un suo ruolo in una società controllata dalla Eco 4. Ne avrebbe ricevuto un diniego perché, stando al racconto del pentito, Cosentino gli avrebbe spiegato che in quel momento gli interessi economici dei clan si erano spostati a Santa Maria la Fossa e lì comandava il gruppo camorristico degli Schiavone, con conseguente estromissione degli uomini di Bidognetti.

Il pm ha composto una nutrista lista testi: sono circa 150 le persone che potrebbero essere chiamate a deporre in aula in un processo che si preannuncia lungo e laborioso. Ne citiamo solo alcune: l’ex governatore Antonio Bassolino, il suo ex braccio destro Massimo Paolucci, l’ex parlamentare Lorenzo Diana, l’ex sub commissario all’emergenza rifiuti Raffaele Vanoli, il ministro Altero Matteoli, i protagonisti dell’inchiesta P3 Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino. E diversi pentiti di camorra, tra i quali Vassallo e Luigi Guida, detto ‘o drink, un camorrista della Sanità di Napoli trasferitosi nel casertano fino a diventare uno degli uomini più influenti del clan Bidognetti.

La Procura punta tra l’altro a dimostrare che Cosentino avrebbe cercato di costruire un vero e proprio ciclo dei rifiuti alternativo e concorrenziale a quello ‘ufficiale’, gestito da Fibe-Fisia-Impregilo attraverso il contratto stipulato con il commissariato per l’emergenza. Ed infatti i legali di Fibe, i cui vertici sono imputati insieme a Bassolino nel processo per il disastro rifiuti campano, hanno chiesto e ottenuto dal presidente del collegio Maria Adele Scaramella la possibilità di introdurre gli atti dell’inchiesta e del processo Cosentino nel dibattimento che li coinvolge a Napoli. Fibe intende inoltre costituirsi parte civile nel processo di Santa Maria Capua Vetere. Tra le parti offese, oltre alla società del gruppo Impregilo, c’è anche la presidenz a del consiglio dei Ministri. In aula sapremo se il governo Berlusconi si costituirà in giudizio contro uno dei suoi ex sottosegretari nonché principale referente politico del premier in Campania.

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la cricca “sarda” di berlusconi: in manette alcuni elementi!

Eolico in Sardegna, tre arresti
in manette Flavio Carboni

L’imprenditore e faccendiere sardo coinvolto nell’inchiesta sugli impianti da costruire nell’isola. Fermato a Roma. In cella anche altri due degli indagati, il geometra Pasquale Lombardi e l’imprenditore napoletano Arcangelo Martino. Contestata anche la violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete: spunta l’ombra della Massoneria. Le indagini sulle tangenti coinvolgono anche il coordinatore del Pdl Verdini e il presidente della Regione sarda Cappellacci

°°° Se venissero a galla tutte le porcate e le rapine fatte da silvio berlusconi e dalla sua cricca malavitosa in Sardegna dagli anni ’70… gli ergastoli si sprecherebbero. Ma i sardi… DORMONO!

cappella

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Salute e grano a tutti!

NATALE DI MERDA 15


OGGI  COMINCIAMO CON UNA BUONA NOTIZIA: IN MANETTE DUE DELLA MALAVITA BERLUSCONICA COI COLLETTI BIANCHI E LE MANI NERISSIME:

Milano, arrestato per corruzione

l’assessore regionale Prosperini

Il politico del Pdl è accusato di corruzione e turbativa d’asta nell’ambito di un’inchiesta sulla promozione turistica della Lombardia.

In manette anche Raimondo Lagostena Bassi proprietario di Odeon Tv

nataledim11

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