Altro sottosegretario di B. indagato.NON SE NE SALVA UNO! TUTTI MARCI E PUZZOLENTI.

Stefano Caselli

Rosso, “Soldi pubblici per pagarsi le elezioni”

Centoquarantamila euro erogati per la promozione del territorio sono finiti nella campagna del neosottosegretario pidiellino

Nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria della Provincia di Vercelli, una delle poche amministrazioni del Nord dove l’asse Pdl-Lega ha tenuto, che sulla testa del pidiellino, poi passato a Fli, poi ritornato pidiellino, Roberto Rosso , che del centrodestra locale è leader indiscusso, arriva una tegola.

Il neosottosegretario all’Agricoltura del governo Berlusconi (ex vicepresidente della Regione Piemonte ed ex meteora di Futuro e libertà, di cui è stato appunto anche coordinatore regionale da novembre a febbraio) è indagato per associazione a delinquere dalla Procura di Vercelli. Al centro dell’inchiesta, la Fondazione Terre d’Acqua, di cui Rosso è stato fondatore e promotore. Una società cosiddetta in house, ossia a capitale interamente pubblico, i cui

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Ad Annozero stasera ci sarà quel mentecatto di Castelli. Pessimo ministro e sottosegretario ridicolo.

Roberto Castelli dice di essere nato a Lecco nel 1946.  Dice anche un mare di altre cazzate.

Ma su Lecco non ho obiezioni: si vede!

Frequenta il liceo classico Manzotin di Lecco, nella stessa classe di Roberto Formigoni, futuro Presidente della Regione Lombardia. Nel 1971 si compra una  laurea in ingegneria meccanica presso il Polllitecnico di Milano, quindi si specializza negli Usa e in Gran Bretagna.

Dice lui.

In realtà stava andando all’Idroscalo e si è perso come un coglione.


Ha  rubato stipendi per trent’anni nel campo dell’acustica applicata, dapprima come direttore tecnico della Lafranconi di Mandello del Lario (LC)

(FALLITA SUBITO),

e poi come libero professionista ed imprenditore nei sistemi di controllo del rumore (MA HA FALLITO PERSINO CON LA SANTANCHE’ E SALLUSTI).

Le sue attività di ricerca e sviluppo tecnologico lo portano a partecipare al primo progetto sui trasporti organizzato dal CNR. Prende parte ai lavori per il varo dei regolamenti CEE e, come consulente tecnico della Commissione Europea, alla valutazione di progetti d’innovazione tecnologica in ambito ambientale.

(IN REALTA’ LO PAGHIAMO IN QUANTO IN QUOTA LEGA, MA IN EUROPA LO TENGONO ACCURATAMENTE IN ANTICAMERA A GIOCARE CON LA PLAYSTATION, DOVE PERDE SEMPRE ANCHE CONTRO IL FIGLIO DODICENNE DEL CUSTODE).

È  stato collaboratore tecnico della rivista “Motociclismo

(IL MASSIMO DELLA SUA FORMAZIONE CULTURALE.  IL SUO PEZZO PIU’ PREGNANTE COMINCIA COSI’: “BRUM, BRUUUUM, BRUUUUUUUUUUUUUUUUUM!

E FINISCE COSI’, DOPO SEI PAGINE… BRUM! BRUUUUUM! BRUUUUUUUUUUM!!!)

castelli

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Una presa per culo

L’Aquila riapre il suo centro storico (La Stampa)

I vigili del fuoco accompagnano
i cittadini fino a piazza Duomo.
Questa sera la città verrà richiusa
L’AQUILA
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A due mesi e mezzo dal terremoto, oggi per la prima volta, e solo per poche ore e un breve tratto, è aperto il centro storico dell’Aquila, nel corridoio dalla villa comunale a Piazza Duono. I cittadini, a gruppi di 50 ciascuno, vengono accompagnati dai vigili del fuoco fino alla piazza principale lungo il rettilineo di Corso Vittorio Emanuele. La riapertura – dalle 11 alle 22 – è avvenuta alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Al suo arrivo, attorno al varco d’ingresso, vi erano circa duecento persone: alcune hanno applaudito, altre fischiato e si è sentito anche qualche imprecazione nei confronti della classe politica. Durante il tragitto Letta ha dichiarato: «Si tratta di una giornata importante. L’Aquila deve tornare a volare. Quello odierno è un segnale di rinascita per ridare fiducia e speranza».

Il prossimo obiettivo della Protezione civile è quello di riaprire una parte di via XX Settembre, in particolare quella che va dalla Casa dello Studente alla tendopoli di piazza d’Armi, mentre per il tratto di strada che va verso il centro storico, dove le lesioni sono maggiori, serviranno altri interventi di messa in sicurezza.


°°° Praticamente: la solita presa per culo di burlesquoni (che però si è guardato bene dal presentarsi). Guardate come siamo bravi, votate per noi. Poi… BLUFF! Tutto finito. Ma che senso ha questa patetica buffonata propagandistica? Che minchia hanno “inaugurato”? IL NULLA! Poi subito si richiude e tutto torna nel silenzio totale dei media. In un paese civile e normale, senza la mafia al potere, TUTTI I TG dedicherebbero almeno dieci minuti al giorno per seguire i cittadini delle tendopoli e l’andamento dei lavori. Qui no. Qui si dedicano i telegiornali alle cazzate del papa e alle minchiate volgari di Papi. Dei cittadiini e della loro tragedia non frega un cazzo al potere mafioso di palazzo Chigi.

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Ma non si nota l’assenza?

L’Aquila: maltempo sulla cerimonia di riapertura del centro

21 Giugno 2009 10:14 CRONACHE

L’AQUILA – Rischia di andare semideserta la cerimonia per la riapertura del centro storico dell’Aquila. A meno di un’ora dall’inizio (e’ prevista per le 11) sono pochi i cittadini che hanno sfidato il maltempo e si sono radunati all’imboccatura di corso Federico. Alla cerimonia prenderanno parte il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, e del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. (Agr)

L’Utilizzatore Finale scappa come un coniglio, sapendo benissimo di essere investito da insulti e fischi che potrebbero svegliare qualcuno dei fessi che ancora lo votano. Eppure aveva studiato benissimo la data del colpo di teatro: giusto nel giorno dei ballottaggi… pronto all’ennesimo comizio idiota e a propinare un altro mare di cazzate sulla sua inesistente efficienza. E invece si nasconde. Lui, l’Inauguratore Ufficiale e ABUSIVO di tutti i lavori fatti e le opere da Prodi-Bersani-Di Pietro, crede così di evitare il crollo dei suoi candidati ai ballottaggi. Mossa astuta, ma non può scappare in eterno.

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I NODI AL PETTINE

La manifestazione fuori da Montecitorio
I comitati chiedono più trasparenza nelle scelte del governo
Roma, la protesta dei terremotati
In 1000 alla Camera gridano: “Buffoni”
Tanti gli slogan dei Comitati: “Forti e gentili sì, fessi no!”
I sindaci: “Vogliamo fatti, non promesse” E il Tg1 oscura la protesta

La tenda montata a
Montecitorio dagli studenti

berlusco

ROMA – E’ arrivata a Montecitorio per il sit-in dimostrativo, la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, che protestano proprio nel giorno in cui la Camera deve approvare il decreto legge sull Abruzzo.

Slogan e proteste. Senza bandiere di partito e scandendo vari slogan tra cui “forti e gentili sì, fessi no!“, “100% ricostruzione, partecipazione e trasparenza” e “Buffoni, buffoni”, 1000 aquiliani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman partiti questa mattina alle 9 e 30 da Collemaggio. Presente anche un grande striscione con la scritta: “Case, scuole, Università. Subito. Contro la speculazione ricostruzione dal basso”. Ad imitazione delle tendopoli, alcuni ragazzi montano tende da campeggio sotto l’obelisco che domina la piazza. Sono scesi in piazza anche gli studenti dell’Onda che chiedono che a occuparsi della ricostruzione non sia Impregilo poiché fu proprio “la stessa azienda a costruire l’ospedale che poi crollarono”.

Le richieste. Gli organizzatori hanno chiesto garanzie sulla riparazione dei danni causati dal terremoto, la riapertura del centro storico, risorse adeguate per risarcire gli imprenditori che hanno avuto le imprese distrutte o danneggiate e un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte della ricostruzione.

Il Pd presente. Alla manifestazione erano presenti alcuni parlamentari del Pd e dei radicali, Legambiente,il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e molti dei sindaci delle città colpite dal terremoto, che hanno chiesto che le promesse vengano messe “nero su bianco”. La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi ha raggiunto il sit-in dei terremotati per esprimere la sua solidarietà e ha detto: “Non sono più venuta perché in campagna elettorale non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. Ma, dopo i ballottaggi – ha detto la Bindi -, vi assicuro che verrò una volta alla settimana nelle tendopoli de L’Aquila e a Pescara dagli sfollati”. Poi ha aggiunto: “E’ finito il tempo delle passerelle e della false promesse. Il governo deve mettere risorse vere per la ricostruzione e dare certezze a tutti sul futuro delll’Aquila e di tutti gli altri centri colpiti dal terremoto. Avete pienamente ragione -ha concluso la vicepresidente della Camera -, e sarebbe una vergogna se anche in questo caso il Governo decidesse di porre la fiducia, rifiutando di accogliere le vostre richieste e di cambiare il decreto legge”. Critico anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: “Abbiamo assistito ad una passerella di ministri a L’Aquila e in Abruzzo. Oggi in aula c’è solo il sottosegretario Menia. Avrei gradito che la presenza del governo fosse adeguata al dramma che abbiamo vissuto”.

Il presidente della regione, Gianni Chiodi, ha invece invitato gli aquilani “ad avere piena fiducia nell’operato del governo, che sta cercando di venire incontro a tutte le esigenze e alle necessità legate alla fase della ricostruzione”.

Blackout del Tg1. Ma evidentemente i motivi della protesta non erano abbastanza importanti per il Tg1 che ha mostrato un servizio sulla ricostruzione della casa dello studente per opera della regione Lombardia del governatore Roberto Formigoni. Per il Pd ha protestato Lanfranco Tenaglia che ha detto: “Nel giorno in cui si sta svolgendo la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, conclusa con un sit-in a Montecitorio, il Tg1 sceglie di parlare del terremoto in Abruzzo con un servizio sulla ricostruzione della Casa dello studente, certamente una buona notizia ma riferita con stile celebrativo, e con tanto di intervista, al presidente della regione Lombardia Formigoni. Gli avvenimenti in corso a Roma sono stati invece del tutto ignorati”. Tenaglia ha poi aggiunto: “Ci avevano
raccontato che con un giornalista a tutto tondo come direttore il Tg1 aveva scelto la strada dell’informazione pura, scomoda e senza compromessi. Tutto ciò, invece, non sta avvenendo e avviene anzi il contrario”.

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Luigi Cesaro, amico di Burlesquoni e della camorra

Il boss disse: date a Cesaro
di Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi
Il re dei rifiuti accusa il coordinatore campano del Pdl: lo vidi incontrare il capoclan. E parla di un patto segreto tra il deputato e i casalesi

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Una gigantesca zona grigia, dove diventa impossibile distinguere i confini tra camorra, imprenditoria e politica. I verbali di Gaetano Vassallo, l’imprenditore che per vent’anni ha gestito il traffico di rifiuti tossici per conto dei boss casalesi, vanno al cuore del patto criminale che ha avvelenato una regione. Descrivendo accordi inconfessabili che sostiene di avere visto nascere sotto i suoi occhi. Una testimonianza che chiama direttamente in causa i vertici campani di Forza Italia, quelli a cui Silvio Berlusconi ha affidato proprio la pulizia di Napoli. Oltre al sottosegretario Nicola Cosentino, uomo forte del Pdl nella regione, il gran pentito dei rifiuti ha accusato anche il coordinatore del partito, l’onorevole Luigi ‘Gigi’ Cesaro. Un ex funzionario della Asl di Caserta che si sarebbe conquistato la simpatia personale del Cavaliere bombardandolo con spedizioni settimanali di mozzarella di bufala: 20 chili per volta. “Silvio mi ha detto: ”Gigi, la tua mozzarella la mangio perché so che i tuoi amici la fanno con cura. E non ti farebbero mai un torto'”.

Il parlamentare, secondo il collaboratore di giustizia, sarebbe stato “un fiduciario del clan Bidognetti”: la famiglia di Francesco Bidognetti, detto ‘Cicciotto ‘e Mezzanotte’, il superboss condannato all’ergastolo in appello nel processo Spartacus e che assieme a Francesco ‘Sandokan’ Schiavone ha dominato la confederazione casalese.

Vassallo riferisce ai magistrati le rivelazioni di due pezzi da novanta della cosca casertana: “Mi spiegarono che Luigi Cesaro doveva iniziare i lavori presso la Texas di Aversa e che in quell’occasione si era quantificata la mazzetta che il Cesaro doveva pagare al clan. Inoltre gli stessi avevano parlato con il Cesaro per la spartizione degli utili e dei capannoni che si dovevano costruire a Lusciano attraverso la ditta del Cesaro sponsorizzata dal clan Bidognetti”.

Frasi di seconda mano? Il collaboratore di giustizia dichiara di essere stato testimone diretto dell’incontro tra il parlamentare e Luigi Guida, detto ‘o Drink, che tra il 1999 e il 2003 ha guidato armi alla mano la famiglia Bidognetti per conto del padrino detenuto. “Io mi meravigliai che il Cesaro avesse a che fare con Guida…”. Quello che viene descritto è un patto complesso, che coinvolge i referenti di più partiti e i cassieri di più famiglie camorristiche. L’affare è ricco: la riconversione dell’area industriale dismessa dalla Texas Instruments in una zona ottimamente collegata. Una delle storie della disfatta tecnologica del Sud: nonostante l’accordo per il rilancio, nel 1999 lo stabilimento viene venduto a una immobiliare di Bologna e chiuso, con la mobilità per 370 dipendenti. Poi nel 2005 la ditta del fratello di Cesaro ottiene il permesso per costruirvi una nuova struttura industriale. Ma nulla nei piani dei Cesaro assomiglia a una riconversione produttiva. Infatti l’anno scorso parte il tentativo di cambiarne la destinazione, bloccato dalla protesta di opposizione e cittadini. La zona resta inutilizzata ma strategica: tra poco vi sorgerà una fermata del metrò. E dieci giorni fa è stato presentato un altro progetto, che avrebbe forti sponsor in Regione, per farvi nascere negozi e parcheggi.

Ancora più lucrosa sarebbe stata la trasformazione dei poderi di Lusciano, un paesone incastonato tra Caserta e Napoli, in aree industriali, dove poi insediare aziende possedute dai padrini. Un ciclo economico interamente deviato dal potere della criminalità, che deforma il territorio e il tessuto imprenditoriale grazie al controllo assoluto delle amministrazioni locali e alla disponibilità di capitali giganteschi. Tra i protagonisti delle deposizioni anche Nicola Ferraro, businessman dei rifiuti e leader casertano dell’Udeur, tutt’ora consigliere regionale nonostante un arresto e le accuse di vicinanza alla famiglia di ‘Sandokan’ Schiavone: “Nicola Ferraro era il garante politico economico ed era colui che coordinava l’operazione, mentre il Guida era quello che interveniva al Comune di Lusciano direttamente sul sindaco e sull’ingegnere dell’ufficio tecnico per superare i vari ostacoli. Chiaramente molti terreni agricoli prima di essere inseriti nel nuovo piano regolatore venivano acquistati dal gruppo Bidognetti a basso prezzo dai coloni e intestati a prestanome”. Poi il racconto entra nei dettagli: “Il Ferraro aveva il compito di cacciare i soldi per conto del gruppo Bidognetti per liquidare i coloni. Una volta divenuti edificabili, i lotti venivano assegnati a ditte di persone collegate al clan, quali l’azienda di Cesaro, che in cambio dell’assegnazione versava una percentuale al clan”.

°°° Bene, amici, tutti noi (e il mondo intero) sappiamo che anche questi disastri in Campania sono stati architettati d Mafiolo per il tornaconto suo personale e della malavita che lo tiene in piedi. Napoli è sempre stata amministrata molto meglio di qualunque città in mano alla destra e non è mai stata sommersa dall’immondezza. Almeno non da quando ci sono stati Bassolino e la Jervolino, pur con i loro peccati veniali. Poi, certo, con la malavita e TUTTI I MEDIA IN MANO si è potuto “creare il caso”. Ma il caso era inesistente, almeno quanto “l’emergenza sicurezza” che OGGI esiste, ma prima non c’era assolutamente. Dedico questo blog a tutte le scimmiette decerebrate (vero Debora?) che col loro voto sostengono le mafie e però pretendono di insegnarci a vivere

imm1gigante,zona,grigia,

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Marco Travaglio

Marco Travaglio

Truppe mammellate

Se Gino Flaminio fosse un politico, si direbbe che la sua condanna in primo grado non vale: c’è la presunzione d’innocenza. Se fosse del Pdl, si direbbe che è un perseguitato politico. Invece ha osato raccontare la sua storia con Noemi, la ragazza «allevata fin da piccola da papi Silvio», che fa a pugni con quella raccontata da papi Silvio e papà Elio. Ecco dunque scatenarsi le Truppe Mammellate a protezione dell’anziano satiro brianzolo: Belpietro e i servi del Giornale spiegano che «il supertestimone è un rapinatore» (rubò un telefonino e picchiò un poliziotto), dunque mente. Ora, a parte che anche un condannato può dire la verità, qui nessuno è riuscito a smentire nulla. Anzi, dopo l’intervista a Repubblica, Al Pappone ha dovuto ammettere la vacanza di 10 giorni a Capodanno con Noemi minorenne e altre 30 squinzie. Una cosina da niente, per chi aveva giurato: «Ho incontrato Noemi 3-4 volte, sempre coi genitori». Del resto, chi si dovrebbe intervistare su Noemi, se non il fidanzato che è stato con lei giorno e notte per un anno e mezzo? Il problema semmai riguarda i coniugi Letizia, amiconi di Al Pappone, che per 18 mesi hanno affidato la figlia a un rapinatore, che spesso dormiva in casa loro. Papi Silvio sapeva? Ma non tutto il male viene per nuocere. Se i condannati non han più diritto di parola, Giornale e Panorama smetteranno di intervistare tre quarti del Pdl, o peggio ancora Bobo Maroni, condannato per aver picchiato un poliziotto, dunque ministro dell’Interno. Gino si sbrighi a farsi condannare in Cassazione: un posto di sottosegretario non glielo leva nessuno.


°°° LE MINCHIATE DI BURLESQUONI CAMPATE IN ARIA…

volo

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Dittatura da vomito

Si prega di non disturbare

A Napoli 64 pm protestano contro il procuratore Lepore che ha avocato a sé le indagini sullo scandalo monnezza che investono il sottosegretario Bertolaso. «Lepore – rivela il procuratore aggiunto De Chiara – mi ha detto che non voleva intralciare l’attività del governo». In un paese serio l’Anm entrerebbe subito in sciopero, visto che i magistrati devono applicare la legge, anche se questa disturba il manovratore. Intanto Angelino Jolie sguinzaglia gl’ispettori contro il gip salernitano Maria Teresa Belmonte, colpevole di aver archiviato le accuse a Luigi De Magistris e, non contenta, di essere pure cognata di Michele Santoro (insomma, di disturbare il manovratore). L’ha annunciato alla Camera il sottosegretario Elisabetta Casellati, rispondendo a un’interrogazione di Amedeo Laboccetta (Pdl) che pretende «piena luce sulla torbida vicenda della dottoressa Belmonte, cognata del ben noto Michele Santoro. La inaudita gravità dei fatti appare di tutta evidenza». Il ben noto Laboccetta è stato per anni il rappresentante italiano dell’Atlantis World, società per il gioco d’azzardo partecipata dal figlio di Gaetano Corallo, condannato nello scandalo dei casinò e legato al boss Santapaola. Ora, dall’alto della sua cattedra morale, chiede di sanzionare un giudice perché ha sposato il fratello di un giornalista che non gli piace e ha emesso una sentenza che non gli piace. Al Fano, a gentile richiesta, l’accontenta. Ce ne sarebbe abbastanza per uno sciopero dell’Anm, che però deve ancora scioperare contro le cacciate di De Magistris,della Forleo e dei pm di Salerno. Senza fretta.

Marco Travaglio

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E si vede!

BERLUSCONI: PIER SILVIO, COME SI PERMETTE FRANCESCHINI?

“Ma Franceschini come si permette? Forse sbaglio a prendere sul serio una battuta di cosi’ pessimo gusto. Ma anche alla campagna elettorale c’e’ un limite”. E’ Pier Silvio Berlusconi a replicare, con una nota, al leader Pd. Il vicepresidente Mediaset, figlio del premier, aggiunge: “Io, proprio io, sono stato educato da Silvio Berlusconi. E i miei valori sono i suoi. Amore per il lavoro, generosita’, tenacia e rispetto per gli altri. Quel rispetto che Franceschini dimostra di non conoscere”.

°°° Si vede, caro pirlacchione che sei stato educato da tuo padre. A proposito, chi è? Spero non sia silvio, anche se come lui sei ignorante come una radice, stupido, egoista, imbroglione,tirchio, e arrogante.

SECONDO PIRLA

Bonaiuti: “Chieda scusa”. “Ci rifiutiamo di pensare che il Pd possa condividere la battuta infelice e pesante di Franceschini”. Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti attacca il leader democratico. Aggiungendo che “il rispetto dell’avversario politico è il fondamento della democrazia e Franceschini dovrebbe chiedere scusa ai figli di Berlusconi, a Berlusconi e agli italiani”.

°°° Ed ecco che si avanza la scimmietta ammaestrata. Dunque: silvio berlusconi può fare qualunque porcata, in Italia e all’estero, può pulirsi il culo con la legge e con la Costituzione, può riempire di merda – COME HA SEMPRE FATTO – i magistrati e gli statisti, ma appena in signore come Franceschini, politico onestissimo e pure capace, si azzarda a dire una frase che TUTTO IL MONDO PENSA, ecco che viene azzannato alla gola. Manco fosse Franceschini il gangster arrogante…

TERZO PIRLA

Frattini: “Stampa estera disonesta”

°°° O coglione! Ma i disonesti siete voi: tutti delinquenti, pluricondannati o pluripregiudicati! La stampa estera – AL 90% DI DESTRA- non è composta dai vostri zerbini inconsistenti come vespa, fede, feltri, rossella, mimun, liguori, giordano, mazza, etc. Fuori di qui sono tutti giornalisti veri, come Santoro e Travaglio. Altro che cazzi!

ber-galera5

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Drizzone

EUROPEE: BONAIUTI, ALL’UNIONE EUROPEA SERVE UN ‘DRIZZONE’

“Noi vogliamo che l’Ue abbia un peso e un ruolo decisionale maggiore in maniera da tutelare meglio gli interessi dei cittadini”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti intervenendo a Radiocity. Per Bonaiuti “il punto di partenza della nostra campagna per le europee e’ dare una spinta favorevole, un sostegno, quello che Berlusconi chiama un ‘drizzone’ all’Europa che e’ in una situazione non facile, siamo 27 paesi perche’ serve che ogni volta tutti siano d’accordo per prendere una decisione”. A giudizio di Bonaiuti, la Ue “si trova priva di una politica estera comune, di una politica di difesa comune, non ha un esercito, non ha una politica di immigrazione ben definita su basi comuni, non ha una politica dell’energia e dell’ambiente”. Per questo “vogliamo che l’Ue abbia un peso e un ruolo decisionale maggiore in maniera da tutelare meglio gli interessi dei cittadini, e questo e’ tanto piu’ importante perche’ all’incirca il 70% delle leggi che incidono gia’ oggi sulla via dei cittadini italiani ed europei sono per l’appunto direttive europee. Ecco – ha concluso Bonaiuti – perche’ bisogna dare una spinta favorevole all’Europa: per favorirla ad assolvere i suoi compiti fondamentali che dovrebbero essere quelli di difendere la liberta’, la democrazia e la pace con un ruolo piu’ forte sulla scena mondiale e al contempo anche gli interessi dei singoli cittadini”.

°°° Da questo compitino delirante è evidente che questo cialtrone non è mai stato nemmeno a Lugano e non sa una mazza dell’Europa. La cosa divertente è che l’Europa e gli europei hanno il vomito quando sentono parlare del suo proprietario. Non solo… mentre tutti i leader europei (e mondiali) guardavano a Prodi per avere indirizzi o appoggi, quando c’è burlesquoni al governo, si incontrano sempre e soltanto tra loro per discutere di tutto, escludendolo tassativamente e ignorandolo. Ci avete fatto caso? Quindi… figuratevi il “drizzone” che può dare il pagliaccio malavitoso più inviso al mondo! Piccolino il calcio in culo che si piglia…

LEADER EUROPEI PREOCCUPATI PER IL “DRIZZONE”

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