Le stronzate di seconda mano di Minchiolini: il killer del tg1.

Maria Novella Oppo

Le notizie non notizie di Minzolini

Lunghissima intervista al direttore del Tg1 Augusto Minzolini ieri a Mattina Estate. Una cosa mai vista, un omaggio tributato, in queste dimensioni, solo al capo supremo. A fare le domande il «giovane» (per definizione) Pierluigi Diaco, così bravo da porgere anche le risposte. Come quando ha chiesto se le critiche a Minzolini non vengano per caso da pregiudizio ideologico. E infatti Minzolini si è detto d’accordo e più avanti ha respinto gli argomenti di chi non apprezza la sua scelta di non dare le notizie, che per lui non sono notizie solo perché non sono favorevoli a Berlusconi. Sostiene Minzolini che bisogna guardare a chi è il mandante delle informazioni, mentre nel suo caso basta guardare a chi è il mandante del direttore. Per capire, per esempio, perché inzeppa il tg di fuffa, secondo il classico metodo del depistaggio. Ma lui ha spiegato che quell’ «enorme serbatoio di scemenze» lo copia dai giornali. Sicché, le stronzate sono pure di seconda mano.

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Nella cosca di regime si scannano, ma per il Tg1 va tutto bene

La disinformazione continua, amici. E’ uno stillicidio, anzi una piena di minchiate  assurde e fuori dalla grazia di Dio.  Con la faccia come il culo di un babbuino malato, il  nano malefico e i suoi zerbini  continuano con la loro pessima fiction mediatica… come se i disperati che guardano i simil tg fossero tutti dei citrulli e non, appunto, dei disperati senza lavoro, col frigo vuoto e con e tasche piene di buio. Questi banditi stanno traccheggiando nel modo più vile e criminale, alle spalledegli umili. Ci vorrebbe l’ergastolo generale solo per questa ennesima carognata.

GLI SCIACALLI SE LA CANTANO MENTRE LA NAVE AFFONDA

apicella

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Il Tg1 cancella l’opposizione. °°° Però, svegli questi delPD: dopo quasi tre anni se ne sono accorti al volo!

Rai, Pd contro Minzolini:

 

«Il Tg1 cancella l’opposizione»

Pubblicati i dati dell’Osservatorio di Pavia: «Squilibrio abnorme tra governo, maggioranza e opposizione nei telegiornali». Vincenzo Vita, Pd: «Incredibili faziosità del Tg1 anche oggi è riuscito a cancellare l’opposizione, guarda caso nel giorno in cui il governo annuncia lacrime e sangue».

°°° Però, svegli questi delPD: dopo quasi tre anni se ne sono accorti al volo!

minzo1

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Precipita il tg1 di minchiolini

Il Tg1 di Minzolini sprofonda negli ascolti
Alle 20 perso un milione di telespettatori

Un documento presentato al cda Rai. Il Tg5 sempre più vicino. E preoccupa la caduta sotto la soglia del 30% di share

°°° E se LORO  danno  questi dati… come sapete, bisogna continuare a scremare di parecchio.

NONNINA  DI  ONNA  SALUTA  MINCHIOLINI  E  IL  SUO  PROPRIETARIO

contadina Onna

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Il ciambellano

Solo un flash al segretario della Cei che denuncia il “libertinaggio” del premier
E quando salta l’incontro premier-Bertone, è un “cambio di programma” non spiegato

Omissioni, ritardi e mezze frasi

la realtà falsa raccontata dal Tg1

Da Noemi alle escort fino all’arresto di Tarantini
radiografia di 150 edizioni del telegionale di Minzolini

di CARMELO LOPAPA

vespa-baciamano

ROMA – “È un complotto”, “una trama eversiva”, “una manovra indegna”. Il refrain è quotidiano, il tam tam martellante. Giorno dopo giorno diventa il mantra scaccia-guai che, servizio dopo servizio, le telecamere del Tg1 affidano ora allo sfogo estemporaneo del presidente del Consiglio, ora alla diligente voce del coro di onorevoli e portavoce. L’informazione passa attraverso parole sguainate come spade, confusi botta e risposta tra politici, passa attraverso il silenzio sui fatti, sui nomi. Patrizia D’Addario non esiste, ignorati gli affondo dei vescovi. Inchieste, scandali, festini, escort, manganellate a mezzo stampa mai realmente raccontati al grande pubblico. E’ così da Noemi a

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Marco Travaglio

Fenomeni paranormali

Strani fenomeni paranormali s’intensificano su tutto il territorio nazionale. Al Tg1 scompaiono le notizie su Puttanopoli (tranne quelle diffuse dall’autorevole «Chi»). A Bari l’auto della testimone Barbara Montereale prende fuoco, nel solco di una lunga tradizione che vede chiunque dia noia ad Al Pappone cadere vittima di strani incidenti di autocombustione (celebre l’autoesplosione della villa di Chiara Beria d’Argentine dopo un servizio dell’Espresso sulle toghe sporche). Da La7 e da Rai2, causa cortocircuito, sparisce la satira di Crozza e Gnocchi. E sul Corriere un misterioso prestigiatore fa scomparire la vignetta di Vauro, già punito dalla Rai per Annozero e poi oscurato dalla Bignardi. Escludendo che la cosa sia opera del direttore galantuomo De Bortoli, defenestrato anni fa per leso Previti, si attende di conoscere il nome del genio che ha censurato la vignetta («Berlusconi non ha scheletri nell’armadio», con uno scheletro che tenta invano di entrare nell’armadio del premier, ma lo trova occupato da donnine). È lo stesso genio che ora spiega la censura con un’arrampicata sui vetri a base di «questione di stile» e di «gusto», con un finalino mortificante: «Il Corriere non è una buca delle lettere». Infatti il Corriere ha riservato una pagina a un articolo (!) della Carfagna e, ieri, mezza pagina a un’imbarazzante intervista con Angelo Rizzoli, quello che consegnò il Corriere alla P2. Tre anni fa il Corriere s’era scagliato contro la fatwa islamica al vignettista danese che irrideva a Maometto. Ma, del resto, chi sarà mai questo Maometto di fronte ad Al Pappone?

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bavaglio

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Dieci quesiti sul premier «privato»


di Nando Dalla Chiesa

Gossip da Novella 2000 o affare di Stato? Credere al Tg1 o alla stampa di tutto il mondo? In proposito avrei anch’io, come si usa, dieci interrogativi da proporre.

Primo. A quanto pare il premier trascorre parte ragguardevole del suo tempo coltivando un universo di giovani donne. Pensando a invitarle, a intrattenerle, a inseguirle per telefono, a disegnare e acquistare regali per loro, a raccomandarle. Avere un capo del governo che si dedica a questo invece di lavorare per il paese, e che anzi per loro diserta appuntamenti ufficiali in cui è già stato annunciato, è un fatto privato o un fatto pubblico?

Secondo. Il capo del governo ha trasformato una sede privata (palazzo Grazioli) nella nuova vera sede della presidenza del Consiglio. Alla luce di quello che abbiamo saputo, su questa scelta ha senz’altro giocato un ruolo importante la possibilità di sbarazzarsi degli accertamenti troppo rigorosi di Palazzo Chigi sugli ospiti in entrata e in uscita. Il fatto che la sede del governo cambi per meglio consentire il viavai incontrollato di una folta corte pittoresca e border-line è un fatto privato o un fatto pubblico?

Terzo. Le molte giovani donne che hanno rapporti di amicizia, di tenerezza e di complicità con il capo del governo vengono ricompensate e talora risarcite con incarichi di rilievo nella politica, con candidature a ogni livello, dalle Europee alle Circoscrizionali, con posti nella pubblica amministrazione o enti vari. Il fatto che si sia affermato questo criterio di scelta per reclutare la classe dirigente è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quarto. La normativa sulle intercettazioni telefoniche approvata dal Senato ha preso il via dalla pubblicazione di registrazioni che riguardavano le relazioni e i problemi del capo del governo con alcune giovani signore dello spettacolo, e dunque dalla preoccupazione del capo del governo di tutelare questa sua sfera di intimità. Vivere in un paese che per queste ragioni viene costretto ad abbassare la guardia contro la criminalità è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quinto. Il capo del governo è visibilmente sotto ricatto. Chi ha fotografato, chi ha filmato, chi ha visto, chi ha sentito. Un numero sterminato di persone che deve essere zittito o acquietato (anche con posti e carriere). Ma può permettersi un paese di essere governato di chi è nella condizione di subire ricatti senza fine? Ed è questo è un fatto privato o un fatto pubblico?

Sesto. Da quel che ci è stato raccontato, donne sconosciute possono entrare nella dimora del presidente del Consiglio, fare foto e registrare. C’è una questione di vulnerabilità del governo. Chi evoca complotti ogni giorno non faticherà a capire che, una volta scoperta l’infallibile via d’ingresso, anche una potenza straniera ostile potrebbe avere accesso a informazioni privilegiate. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Settimo. Imprenditori arricchiti in pochi anni sono in grado di stringere rapporti preferenziali con il capo di governo facendo «bella figura» con lui grazie alla raccolta e consegna a domicilio di donne giovani e piacenti a pagamento. Che effetti ha sul sistema degli appalti, sulle cordate in affari, sulle concessioni, un rapporto preferenziale di questo tipo? Ed è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Ottavo. Una ragazza senz’arte né parte, invitata a cena dal capo del governo, reclama di essere pagata perché «non lo faccio mica per la gloria». In qualunque paese un invito a cena dal capo del governo è motivo di orgoglio. Qui no, non più. Come se Cenerentola chiedesse di essere pagata dal Principe. Ma se il prestigio della carica cade tanto in basso, anche a causa dei comportamenti del capo del governo medesimo, è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Nono. I giornali di tutto il mondo scrivono ciò che le nostre tv tacciono. Il nostro governo è lo zimbello dell’Occidente. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Decimo e ultimo interrogativo.Siccome la centralità politico-culturale dell’harem si è sviluppata di pari passo con lo svuotamento del Parlamento e l’imbavagliamento dell’informazione, si assiste a un surreale scivolamento istituzionale: dalla repubblica parlamentare verso il sultanato. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

P.S. Le stesse ossessioni del capo del governo segnalano qualche sua difficoltà ad essere, come dicevano i latini, «compos sui» (Veronica: mio marito non sta bene). L’equilibrio psichico di un capo di governo è un fatto privato o un fatto pubblico?

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Sempre peggio, amici del blog!

Dall’estero ancora critiche e analisi sulla situazione del premier
Il Financial Times sostiene di aver consultato “alte fonti governative
“Gli alleati di Berlusconi
pensano a un futuro senza di lui”

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

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LONDRA – “Non siamo ancora al fuggi fuggi, ma importanti alleati di Silvio Berlusconi nella coalizione di governo stanno già contemplando un futuro senza di lui”. E’ uno scoop che in Italia varrebbe la prima pagina, quello che il Financial Times pubblica stamane, dedicando una pagina intera (la nona) al tema “il futuro di Berlusconi”. Parlando con “alte fonti governative” a Roma, il quotidiano finanziario londinese raccoglie un messaggio che a quanto pare qualcuno, dall’interno del centro destra, ha deciso sia tempo di far diventare pubblico, scegliendo come megafono il giornale universalmente riconosciuto come il più autorevole e imparziale d’Europa.

“Sussurri spaventano la coalizione italiana”, s’intitola la news analysis di Guy Dinmore. “Fedeli sostenitori di Silvio Berlusconi negano che si sarà un “fuggi fuggi” (in italiano nel testo originale) come conseguenza degli scandali che circondano la sua vita privata, ma importanti alleati nella coalizione di centro destra italiana stanno già contemplando un futuro politico senza il loro leader”. Parlando con il Ft a condizione di mantenere l’anonimato, queste “alte fonti di governo” premettono di non credere che il 72enne presidente del Consiglio si dimetterà “presto”. Eppure “ministri chiave” stanno iniziando a “posizionarsi” per l’eventualità che rivelazioni più dannose lo inducano a dimettersi. “Questo è uno scenario completamente nuovo, il panorama sta mutando”, dice al quotidiano della City una delle fonti governative.

Un’altra fonte, definita “un collaboratore” di Berlusconi, dice che il governo teme che i magistrati annunceranno l’apertura di un’indagine giudiziaria formale nei confronti del premier proprio mentre egli ospiterà in Italia i leader mondiali per il summit del G8 del mese prossimo. “Paralleli vengono tracciati”, osserva il FT, con il 1994, quando un tribunale inoltrò una comunicazione giudiziaria per corruzione a Berlusconi mentre il premier, all’epoca nel suo primo mandato, ospitava una conferenza internazionale sulla lotta alla criminalità: “il suo governo”, ricorda il giornale, “cadde un mese più tardi, quando la Lega Nord uscì dalla coalizione”.

L’articolo aggiunge che vari ministri hanno paura che le affermazioni di Patrizia D’Addario, la escort che afferma di essere andato a letto con Berlusconi a Palazzo Grazioli la notte dell’elezione di Obama, quando dice di avere foto e registrazioni del suo incontro con il premier, “si rivelino vere e dannose”, o che le accuse che riguardano Giampolo Tarantini, l’imprenditore pugliese che accompagnò la D’Addario da Berlusconi, “si allarghino”.

La “dinamica è cambiata”, dicono le stesse fonti al FT. Primo, “c’è la sensazione che l’ambizione di Berlusconi di diventare presidente della repubblica al termine del suo mandato da primo ministro sia stata infranta”. Secondo, “le elezioni europee hano dimostrato che gli elettori si stanno allontanando” dal Pdl. Infine, “l’immagine internazionale dell’Italia è peggiorata” e la Chiesa cattolica sta cominciando a “fare pressioni”. Nonostante la sua reputazione di anfitrione miliardario che vizia gli amici con doni e fantastiche feste, gli alleati di Berlusconi “lo descrivono come un uomo isolato, con nessuno che si azzarda a dargli consigli”. Il quotidiano londinese coglie una certa “malinconia” nell’intervista rilasciata dal premier al settimanale di sua proprietà “Chi”, quando ricorda che nell’ultimo anno ha perso la madre e la sorella, oltre a sua moglie per il divorzio.

L’articolo si conclude con una suddivisione degli schieramenti all’interno del governo. I ministri la cui sopravvivenza politica dipende da Berlusconi sono i più accesi nel difenderlo: come Maurizio Sacconi (Lavoro), Claudio Scajola (Sviluppo Economico), Franco Frattini (Esteri). Le donne, incluse Mara Carfagna (Pari Opportunità) e Stefania Prestigiacomo (Ambiente), gli sono fedeli, ma nelle “attuali circostanze”, ovvero nel mezzo di uno scandalo a base di call-girls e incontri con minorenni, “sono a disagio a parlare” in sua difesa. “Poi ci sono figure chiave che sono rimaste per lo più in silenzio, vedendo un futuro oltre Berlusconi, con la speranza che una successione sia ordinata”. Gianni Letta, scrive il FT, sta già facendo di fatto le funzioni di primo ministro. Giulio Tremonti, il ministro delle Finanze, ha il vantaggio di stretti legami con la Lega Nord.

Ma le fonti interpellate dal quotidiano della City notano un serio ostacolo alle dimissioni del premier, a parte la sua ostinazione personale: l’immunità dalle incirminazioni, varata dalla sua larga maggioranza in parlamento, “dura solo fino a quando lui rimane in carica”.

Un secondo articolo, sempre sul Financial Times, firmato da James Blitz, ex-corrispondente da Roma e ora corrispondente diplomatico, osserva che la questione critica per i governi occidentali non è tanto che Berlusconi si stia “gravemente danneggiando” a causa dei suoi legami con “modelle e starlette”, non è quello che egli fa nella sua vita privata, ma se può aiutarli a risolvere i pressanti problemi con cui si confrontano gli Usa e l’Unione Europea. Per Barack Obama, Berlusconi è un leader con cui “è necessario mettersi d’accordo”, e il FT cita l’impegno militare italiano in Afghanistan e la recente decisione del premier di accettare nel nostro paese alcuni detenuti di Guantanamo a testimonianza dell’importanza che l’Italia ha per Washington. “Ma Obama è chiaramente meno preso da Berlusconi di quanto fosse George W. Bush”, prosegue l’articolo, rilevando come il presidente americano abbia incontrato vari leader nel suo tour europeo in aprile, ma non il premier italiano.

La minore influenza di Berlusconi sull’America “non è interamente colpa sua”, afferma una fonte diplomatica consultata da Blitz: oggi in Francia e in Germania ci sono governi più pro-americani rispetto a due anni fa, e dunque gli Usa hanno meno bisogno del sostegno italiano. In più, ci sono azioni intraprese da Berlusconi che lo hanno reso “un alleato difficile”. Una è la sua decisione di firmare un accordo con la Russia per portare il gas in Europa, in competizione con un gasdotto occidentale che passerà dal’Asia Centrale. “Il sostegno di Berlusconi per Putin su questo causa molta rabbia a Washington e Bruxelles” dice un diplomatico della Ue. Altri aspetti dello stile di Berlusconi che irritano gli Usa e la Ue sono “la sua ossessione di poter essere un mediatore tra Obama e il suo amico Putin” e il tentativo di stabilire un dialogo autonomo con l’Iran. Non ultima, la sua decisione di tenere il summit del G8 all’Aquila “sta provocando nervosismo” nelle capitali mondiali. Riassume il Ft nel titolo: pur alleato indispensabile, Berlusconi “sta mettendo alla prova la pazienza di Usa e Ue”.

Un altro articolo di rilievo appare oggi sulla stampa britannica: una news analysis di Richard Owen, il corrispondente da Roma, sul Times, che commenta il “grande vantaggio” di cui Berlusconi dispone come proprietario e controllore politico dei media, in particolare televisivi. “Se Berlusconi dovesse dimettersi domani”, comincia l’articolo, “la grande maggioranza degli italiani che ricevono le informazioni solo dalla tivù ne saprebbero poco o nulla”. Owen riporta il fatto, di cui l’opinione pubblica britannica e mondiale non sono perfettamente a conoscenza, che Berlusconi possiede i tre canali televisivi di Mediaset e controlla la maggior parte dell’informazione televisiva della Rai in quanto capo della coalizione di governo.

L’analisi del Times nota che il Tg1, “il principale telegiornale Rai”, ha ignorato o dato un basso profilo alle notizie sullo scandalo che riguarda il premier, e riferisce le critiche espresse dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, ad Augusto Minzolini, direttore del Tg1, “per avere mancato di dare ai telespettatori l’informazione completa e trasparente che è richiesta al servizio pubblico”.

Tra gli articoli sul caso Berlusconi pubblicati da altri giornali britannici, spicca poi la vignetta del Sun: un parcheggio pieno di limousine per il summit del G8, ciascuna con una bandierina della nazione che rappresenta sul cofano; quella italiana è letteralmente ricoperta di giovani ragazze maggiorate e seminude, che lavano la macchina brindando con calici di champagne.

L’attenzione è costante su tutta la stampa europea. El Mundo titola: La perdizione di Berlusconi. Un articolo in cui vengono ripropoposte le varie tappe della vicenda, con citazioni molto ampie dell’intervista a Patrizia D’Addario.

E la Cnn ha dedicato a Berlusconi un lungo servizio. “Ci sono abbastanza ragioni per dimettersi”.

°°° Siamo alle solite. Film già visto: scommettiamo che starnazzerà ancora “giustizia a orologeria”… Silvio commette almeno un reato grave al giorno – da quand’era alle elementari – però s’incazza con “le toghe rosse” ognuna delle rarissime volte che lo beccano. La cosa divertente è che le sue condanne, finora, sono state comminate da giudici di destra! Quelli che non è riuscito a comprare, naturalmente, o quelli che non sono saltati per aria come Borsellino.

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Da Marco Travaglio e la Oppo

(l’Unità)

Scodinzolini forever

Sia chiaro che noi stiamo con Minzolini. Anticipando di poche settimane la legge-bavaglio – che gli fa un baffo, lui il bavaglio ce l’ha incorporato – il popolare Scodinzolini ha spiegato alla stampa mondiale che il pornoscandalo di Puttanopoli che sta travolgendo il premier e ha destato le attenzioni anche di Avvenire e Famiglia Cristiana, ma persino di Tg5, Matrix, Giornale e Foglio, non è una notizia. È «gossip», «pettegolezzo», «chiacchiericcio» usato dai criminosi giornalisti stranieri, succubi di «interessi economici», a fini di «strumentalizzazione politica». Gliele ha cantate chiare. Chissà come dev’essersi sentito quel suo omonimo che fino a un mese fa si dedicava, per La Stampa, al gossip, al pettegolezzo e al chiacchiericcio (a proposito: che fine avrà fatto?). Ora il solito Di Pietro vorrebbe licenziarlo dal Tg1, forse ignaro del fatto che da due giorni le scuole di giornalismo e le facoltà di scienza della comunicazione sono prese d’assalto da orde di piccoli e piccole fans che, da grandi, sognano di diventare Minzolini. Anche la Rai ha dovuto transennare il cavallo di Viale Mazzini per contenere l’entusiasmo degli abbonati, ansiosi di pagare un canone triplo o quadruplo pur di garantire al nostro Pulitzer i necessari mezzi di sostentamento. Ora si spera che l’amico Silvio, che lo chiama «l’amico Minzo», voglia manifestargli un minimo di gratitudine: una farfallina tempestata di brillanti o un collier di diamanti modello Noemi potrebbero andar bene. O magari un invito nei bagni di Palazzo Grazioli. O, meglio ancora, una Mini azzurra: la famosa MinzoMini.

Maria Novella Oppo

Cane da guardia

Non si era mai visto niente di simile. Un direttore di tg (in specie il direttore del Tg1), che usa la tv pubblica per esporre agli spettatori la sua personalissima idea di non notizia. Dunque, il pedagogo Minzolini ci ha spiegato dal video che, nella storia delle ragazze pagate per passare le notti a casa Berlusconi, per lui non c’è niente di certo, né un’ipotesi di reato. Perché è chiaro che, anche se ne parlano tutti i giornali del mondo, una notizia non è una notizia, se non è una notizia di reato. E poi, quando è una notizia certa? Quando viene portata la prova (foto, registrazioni e testimonianze a riscontro) non ai magistrati, ma a Minzolini in persona, che ne giudicherà secondo il suo metro e le sue convenienze. E finalmente, se e quando la suprema corte di minzolinazione avrà accertato il reato, solo allora il nostro (anzi il suo) scatterà sulla notizia come quel mastino del giornalismo che è. E non quel cane da guardia del potere che sembra.

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