Il solito mare di cazzate

Il premier interviene all’assemblea della Confesercenti
“In magistratura ci sono grumi eversivi. Aggredito dalla toghe rosse”
Da Berlusconi nuovo attacco ai giudici
A chi lo fischia: “Siete pochi, non contate”

Silvio Berlusconi (noto pregiudicato e pedofilo)

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ROMA – Cambia la platea, non cambia l’obiettivo dell’attacco. In passato era stata l’assemblea di Confindustria, oggi quella Confesercenti. Tribune che Silvio Berlusconi usa per scrivere un nuovo capitolo della sua personale “guerra” alla magistratura. Lo fa in una sala nervosa, che lo applaude, ma altrettanto spesso resta in silenzio e dalla quale parte anche qualche fischio. Accade quando il Cavaliere parla di “grumi eversivi tra le toghe” e lancia un nuovo, durissimo attacco al giudice del processo Mills Nicoletta Gandus. “Io non lascero’ la politica fino a che non ci sarà la separazione delle carriera tra pm e giudici e test psicoattitudinali per i pm – dice il Cavaliere – Quando mi hanno detto di governare il Paese io ho posto la condizione che questa magistratura, che prima delle scadenze elettorali è intervenuta sempre, non potesse perseguirmi: non devo subire le aggressioni delle toghe rosse”.Giudici che, insieme a pm e giornalisti sono “tre categorie che fanno male”.

Il premier è un fiume in piena. E spiega così la decisione di varare il lodo Alfano: “A chi mi dice di farmi confessare, io dico che sono il campione degli imputati, ma ‘sono stato sempre assolto’. Ho subito piu’ di 100 indagini piu’ di 587 visite della guardia di finanza, mi son dovuto difendere in 2500 udienze. Una volta al governo ho voluto che l’Italia diventasse un paese come gli altri, come la Francia dove c’e’ la sospensione dei procedimenti per chi ha responsabilita’ di governo”.

All’Auditorium, mentre usa queste parole, nessun trionfo e nessuna vera e propria contestazione. Piuttosto, soprattutto quando Berlusconi parla di giustizia, difendendo il lodo Alfano e attaccando i giudici rossi, una evidente freddezza. E di fronte ai fischi il Cavaliere replica contrattaccando: “Siete in 4 o 5, percentualmente irrilevanti. Domani i titoli saranno che io sono stato contestato, ma io ho le spalle larghe e così, anzi, si rafforza la mia volontà di operare nel bene di tutti e nell’interesse del paese”.

Dura la risposta di Antonio Di Pietro: “E’ eversivo solo il comportamento del presidente del Consiglio che invece di sottoporsi alla giustizia accusa i magistrati che hanno scoperto e dimostrato che ha corrotto un testimone per far risultare nei processi un’innocenza che non aveva”.

°°° Questo scarto di verme insiste. Spara le solite coglionate e vomita insulti sui magistrati che non è riuscito a comprare. Insulta i giornalisti veri che ancora sono rimasti e offende l’intelligenza del mondo. NON E’ MAI STATO ASSOLTO. HA CORROTTO GIUDICI, TESTIMONI, FINANZIERI, ASSESSORI, SINDACI. NON ha partecipato a quasi nessuna udienza, preferendo inventare scuse e scappare: pur di far passare tempo e arrivare alla prescrizione… PRESCRIZIONE CHE HA DIMEZZATO LUI MEDESIMO con una delle leggi ad personam. Se facessero un test psicoattitudinale a lui e ai suoi sedicenti ministri, li sbatterebbero immediatamente in una clinica psichiatrica molto sorvegliata…. La mia meraviglia è che ormai le platee stiano semplicemente “FREDDE”… dovrebbero aver capito di che malato di mente cocainomane si tratti e dovrebbero impedirgli a calci sulla dentiera di continuare con questo repertorio stanco e delirante. Sì, anche questi evasori fiscali incalliti dei commercianti: ma non lo capiscono che è mortale ANCHE per il commercio, questo bandito?

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Insabbiamo Bertolaso e Pansa

Procura di nuovo in azione sul ciclo dello smaltimento
Rifiuti, blitz della guardia di Finanza
nel termovalorizzatore di Acerra
Interrogato il capo del termovalorizzatore

NAPOLI – Il fascicolo è quello aperto sei anni fa, ma sullo smaltimento dei rifiuti in Campania partono nuovi accertamenti. Acquisizione di documenti e interrogatori che la Procura di Napoli affida alla Guardia di finanza per verificare il rispetto delle normative. E per cercare di recuperare almeno 300 milioni di euro dalla società Impregilo, capofila del consorzio impegnato nello smaltimento dei rifiuti, dopo la decisione della Corte di cassazione di ordinare un nuovo giudizio sul sequestro dei beni. Si parte dal termovalorizzatore di Acerra, l’obiettivo potrebbe essere però in altri siti dove la spazzatura viene accumulata e preparata per lo stoccaggio.

Gli accertamenti sono ini­ziati la scorsa settimana. Mer­coledì alcuni ufficiali delle fiamme gialle si sono presen­tati a Palazzo Salerno, sede del Commissariato straordina­rio per lo smaltimento dei ri­fiuti che si trova in piazza Ple­biscito, e hanno chiesto atti relativi alla gestione delle di­scariche e dell’inceneritore. Ma si sono dovuti fermare quando uno dei funzionari ha chiesto gli venisse mostrato il provvedimento del pubblico ministero che disponeva il se­questro, hanno spiegato i fi­nanzieri prima di andare via. Il giorno dopo, nuova visita. Questa volta gli investigatori entrano negli uffici della Fibe, una delle società controllate da Impregilo, che si trovano proprio presso la struttura di Acerra e portano via numero­si atti.

Venerdì cominciano gli in­terrogatori. In procura viene convocato Michele Mirelli, responsabile unico del procedimento (Rup) di Acerra come «perso­na informata sui fatti». Un te­stimone, dunque. Per oltre due ore gli viene chiesto di spiegare il funzionamento del termovalorizzatore, di fornire chiarimenti riguardo alle pro­cedure seguite. Sull’invito a comparire c’è il numero del procedimento: 15940/03. È il fascicolo aperto sei anni fa do­po la presentazione di un esposto di Tommaso Sodano, l’esponente di Rifondazione Comunista che chiese alla ma­gistratura di verificare il ri­spetto delle leggi sullo smalti­mento dei rifiuti. Quella de­nuncia portò al processo che si sta celebrando qui a Napoli contro l’attuale governatore Antonio Bassolino e contro la stessa Impregilo, ma è diven­tato il contenitore di altre in­dagini relative alla gestione dell’emergenza spazzatura.

In base al decreto sui rifiuti approvato lo scorso anno dal governo Berlusconi, tutte le inchieste su questa materia avviate dopo la conversione in legge del provvedimento, devono essere gestite dal pro­curatore della Repubblica. Gli ultimi accertamenti sono in­vece stati disposti dai sostitu­ti Giuseppe Novello e Paolo Sirleo, gli stessi che si sono oc­cupati degli altri filoni già arri­vati al dibattimento, in parti­colare quello che lo scorso an­no provocò gli arresti dei fun­zionari del Commissariato e delle società concessionarie, accusati di non aver smaltito le ecoballe negli impianti ter­mici idonei. Proprio la gestio­ne di questo fascicolo ha pro­vocato uno scontro durissi­mo, finito poi all’esame del Consiglio superiore della ma­gistratura, all’interno degli uf­fici giudiziari partenopei. I due sostituti, appoggiati dal coordinatore e procuratore ag­giunto Aldo De Chiara, hanno infatti contestato duramente la scelta del capo Giandomeni­co Lepore di stralciare la posi­zione del sottosegretario Gui­do Bertolaso, del prefetto Ales­sandro Pansa e di altri cinque indagati.

Ufficialmente le acquisizio­ni di documenti e gli interro­gatori della scorsa settimana rientrano nelle verifiche di­sposte dai pubblici ministeri in vista dell’udienza al tribu­nale del Riesame sul seque­stro del denaro di Impregilo. In procura viene negato che le indagini riguardino il ter­movalorizzatore. In realtà gli accertamenti mirano a riscon­trare altri elementi emersi nel corso delle vecchie indagini e potrebbero portare a inaspet­tati sviluppi sulla gestione dei siti dove viene accatastata la spazzatura e in quelli dove vie­ne incenerita.

Fiorenza Sarzanini

°°° Continua la devastazione della legalità e della magistratura da parte di silvio berlusconi, per salvare il suo culo ma anche quello dei suoi giannizzeri più fedeli. Meno male che ci sono ancora parecchi magistrati seri che lavorano e perseguono, malgrado gli ostracismi e le minacce, un po’ di giustizia.

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Angelino jolie, annamo bene!

ORDINE DEGLI INGEGNERI – IL MINISTRO NOMINA UN INQUISITO INCAPACE
Quando si dice la persona giusta al posto giusto. L’Ordine degli ingegneri della Provincia di Roma è in stallo da quasi quattro anni. Le ultime elezioni si sono tenute nel settembre 2005 e sono state annullate prima dal Consiglio nazionale e poi dalla Cassazione nel luglio del 2008. Il 27 aprile scorso il ministro Angelino Alfano ha nominato finalmente il commissario dell’Ordine di Roma. Il ministero a dicembre aveva chiesto al Consiglio nazionale degli ingegneri una terna di nomi. Ma alla fine Alfano non ne ha tenuto conto.

E su chi è caduta la scelta del ministro? Su Sergio Senni, rinviato a giudizio per il crollo di un soffitto durante i lavori da lui diretti nel Palazzo delle Esposizioni a Roma, nel 2004. Il 15 giugno il neocommissario sarà alla sbarra a Roma per disastro colposo e lesioni. La nomina è stata duramente contestata dall’Assoingegneri Leonardo, la stessa associazione di categoria che aveva impugnato e fatto annullare le elezioni del 2005. Non solo per le pendenze giudiziarie di Senni, ma perché era stato proprio lui a presiedere le operazioni elettorali del 2005, poi annullate dalla magistratura. (M.L.)

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I NODI VENGONO AL PETTINE?

NAPOLI, TOMBA DEL BERLUSCONISMO? – GUERRA IN PROCURA: IL CAPO LEPORE STRALCIA LA POSIZIONE DI BERTOLASO E DEL PREFETTO PANSA. I PM E IL VICE DE CHIARA S’INCAZZANO E CHIEDONO DI CONVOCARE UN’ASSEMBLEA – DEL CASO NAPOLI SI OCCUPERÀ PRESTO IL CSM…

Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

L’aria di tempesta si è attenuata appena nella torre tutta vetri e marmi del Centro Direzionale dove hanno sede gli uffici della Procura della Repubblica, e dove da giorni si è consumata la spaccatura tra il capo, Giovandomenico Lepore, e uno dei suoi aggiunti, Aldo De Chiara, sulla decisione di Lepore di stralciare da una importante inchiesta sulla gestione dell’emergenza rifiuti le posizioni del sottosegretario Guido Bertolaso e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa.
Guido Bertolaso

L’ultima mossa l’hanno fatta i sostituti al termine di una riunione convocata ieri proprio per affrontare la situazione dell’ufficio. Avevano di fronte due strade, i pm: autoconvocare una assemblea e proporre un documento che inevitabilmente avrebbe schierato una maggioranza in favore di uno dei due procuratori, o rivolgersi a Lepore e chiedere che fosse lui a convocare l’assemblea, coinvolgendolo quindi sin dal primo passaggio e dando così un segnale distensivo. Hanno scelto la seconda via, con l’obiettivo di riportare al confronto procuratore capo e procuratore aggiunto senza ricorrere a documenti e al rischio di pericolose spaccature.

Potrebbe essere un passo in avanti verso quel «recupero di serenità» che il presidente Napolitano avrebbe auspicato conversando con il penalista e consigliere laico del Csm Vincenzo Maria Siniscalchi, secondo quanto lo stesso avvocato riferisce al Corriere del Mezzogiorno.

Siniscalchi conosce bene la storia dello stralcio delle posizioni di Bertolaso e Pansa dall’inchiesta condotta dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo perché il Consiglio superiore se ne sta occupando da tempo. E si deve proprio a un suo emendamento se la recente determinazione del plenum – secondo cui la decisione del procuratore fu in realtà una revoca che nei fatti impedì a Noviello e Sirleo di indagare ­ non ha portato a conseguenze per la carriera di Lepore, in quanto la delibera non è stata inserita nel suo fascicolo personale.

Ma il caso è stato riaperto dopo una lettera inviata da De Chiara come integrazione a una sua precedente deposizione. Il procuratore aggiunto sostiene che nel corso di una riunione del 24 luglio dello scorso anno, Lepore gli spiegò che lo stralcio aveva anche lo scopo di non ostacolare o turbare l’azione del governo.

Una polemica nata con una lettera e andata avanti con lo stesso strumento. Dopo De Chiara è Lepore a mettere nero su bianco la sua posizione: «Come in ogni valutazione che comporti rilevanti implicazioni sull’esercizio di pubbliche funzioni, ho soppesato limiti e conseguenze che un’iniziativa giudiziaria, a mio giudizio in quel momento ancora incompleta, avrebbe potuto riflettere sull’emergenza rifiuti», scrive. E poi: «Considero ancor oggi la decisione da me adottata rispettosa delle norme vigenti e coerente con l’imprescindibile dovere di accertare i fatti».

Ora l’assemblea chiesta dai pm potrebbe rimettere Lepore e De Chiara faccia a faccia, «per discutere con tutti noi della situazione dell’ufficio», dice uno dei promotori dell’iniziativa. In attesa, comunque, di ciò che sul caso Napoli deciderà – presto, forse prestissimo – la prima commissione del Csm.

°°° Amici, tutti noi sappiamo che il tormentone elettorale dell’anno scorso: i rifiuti a napoli, fu voluto, creato, e portato alle estreme conseguenze (con atroci danni alla città di napoli e all’immagine internazionale dell’Italia) da silvio berlusconi e dalla camorra. I suoi uomini di collegamento col “sistema camorristico” sono stati divelti dalle mani della magistratura e nominati repentinamente sottosegretari di governo. Ma ora si mette male: anche questa porcata di Mafiolo sta per essere scoperta. Cosa succederà?

P.S. No so se tutti sapete anche che i termovalorizzatori (di Acerra e gli altri) furono voluti e finanziati da Prodi… Questo bandito si limita a inaugurare e a farsi bello col lavoro di Prodi, già dal 2001.

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Quei delinquenti dell’Enel

Gli scarti pericolosi venivano dalla centrale termoelettrica Enel di Brindisi
e venivano smaltiti in una cava del Reggino, in una zona sottoposta a vincolo
Sequestrate 100mila tonnellate di rifiuti
Dieci arresti tra Puglia e Calabria

Sequestrate 100mila tonnellate di rifiuti Dieci arresti tra Puglia e Calabria
BARI – Dieci persone arrestate e centomila tonnellate di rifiuti pericolosi sequestrati tra la Calabria e la Puglia. L’operazione condotta da una cinquantina di uomini del Corpo forestale dello Stato ha interessato le province di Reggio Calabria, Brindisi e Lecce. L’indagine è stata diretta dalla magistratura reggina che ha configurato i reati di disastro ambientale e associazione a delinquere finalizzata all’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti pericolosi. Un traffico che finora, secondo gli inquirenti, ha prodotto profitti per oltre sei milioni di euro.

I materiali sequestrati provenivano dalla centrale termoelettrica dell’Enel Federico II di Brindisi ed erano stati depositati in una cava di materiale argilloso utilizzata da un’industria di laterizi nella frazione Lazzaro di Motta San Giovanni (Reggio Calabria). Gli scarti, classificati come pericolosi, venivano trasformati con certificati di analisi insufficienti in rifiuti non pericolosi e avviati apparentemente a recupero per la produzione di laterizi. E gli inquirenti sottolineano l’alterazione paesaggistica e idrogeologica, con conseguenti rischi di dissesto in un’area sottoposta a rigorosi vincoli. Il tratto di costa di fronte Lazzaro è infatti un sito di importanza comunitaria denominato Fondali da Punta Pezzo a capo dell’Armi.

Tra gli arrestati figurano il proprietario dell’azienda che lavora laterizi, gli intermediari, i trasportatori e quattro dipendenti dell’Enel, tra i quali tre funzionari. I funzionari dell’Enel coinvolti nell’operazione sono Francesco Lemma, di 56 anni, di Barletta, responsabile dell’ufficio appalti e acquisti per l’Italia meridionale; Diego Baio, 51 anni, di Galatina (Lecce), responsabile dell’Ufficio esercizio ambiente e sicurezza della centrale Enel di Brindisi, e Michele Palermo, 52 anni, di Brindisi, funzionario dell’ufficio appalti e acquisti dell’Enel per l’Italia meridionale. Provvedimento di custodia anche nei confronti di Carlo Aiello, 45 anni, di Brindisi, impiegato dell’Enel, responsabile della linea movimentazione materiale.

Gli altri arrestati sono i cugini Antonio e Giovanni Caserta, entrambi di 47 anni, di Motta San Giovanni, rispettivamente amministratore e dipendente della cava in cui venivano smaltiti i rifiuti pericolosi e della società di laterizi che li utilizzava; Stefania Zaccuri, 35 anni, di Reggio Calabria, dipendente della società Caserta; Giuseppe Antonio Marraffa, 55 anni; Giovanni Monna, 45 anni, di Carovigno (Brindisi), della società Ikos Puglia; Vito Sabatelli (52), di Cisternino (Brindisi).

Le società Caserta, Ikos Puglia e Sabatelli provvedevano al trasporto dei rifiuti dalla Puglia alla Calabria. Antonio Caserta, Marraffa, Monna e Sabatelli sono in carcere, mentre per gli altri sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Le indagini, partite nel 2005 sulla base di segnalazioni di alcuni cittadini di Lazzaro, hanno portato tra l’altro al sequestro della cava, dell’industria di laterizi con gli automezzi e le macchine per il movimento terra e di 15 autoarticolati utilizzati per il trasporto dei residui, per un valore complessivo di sette milioni di euro.

Da parte sua, l’Enel comunica di aver offerto “la sua piena collaborazione alla magistratura fin dal 2007, fornendo documentazione e informazioni”. E’ stata avviata un’indagine interna.

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Speriamo bene

D’Alia sarà cancellato. E nasce la lobby dei deputati digitali

Due appuntamenti internet per i deputati in questo martedì di diluvio romano. Prima con il voto che dovrebbe portare alla cancellazione dell’articolo 50 bis del decreto sicurezza, che ha avuto origine in senato all’inizio di Febbraio, con la presentazione dell’ormai famigerato “emendamento D’Alia” (Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet). In secondo luogo con la costituzione di “Intergruppo Parlamentare 2.0″, associazione di deputati e senatori che, presentata a Monte Citorio, con tanto di dichiarazione dei promotori, ha lanciato ieri la sua intenzione di aumentare il tasso di cultura digitale del parlamento italiano.

“L’emendamento della censura”
In serata arrivano in votazione gli emendamenti soppressivi del testo D’Alia che, ad opera del senatore Udc, prevedeva la facolta per il governo di chiudere, su segnalazione della magistratura, i siti o le piattaforme che ospitino affermazioni o contenuti che integrino un ampio arco di fattispecie riconducibili all’apologia di reato. Un testo criticato da più parti per le sua vaghezza, le sue evidenti ricadute censorie oltre che per la totale ignoranza delle modalità tecniche implicate nell’operazione eventualmente disposta dal governo, modalità che creerebbero catene di responsabilità di tipo “cinese”.

Sebbene al senato sia stato approvato da una maggioranza schiacciante, formata da Pdl e Udc, ora gli emendamenti che chiedono l’eliminazione di quell’articolo sono due. Uno del Pdl (presentatori Cassinelli e Mannucci) e uno del Partito Democratico con la firma di un grande numero di deputati. In passato anche Antonio Di Pietro è stato durissimo su quel testo e c’è quindi da immaginare che l’Italia dei valori dia una mano ad eliminarlo. Secondo fonti della maggioranza, la proposta soppressiva potrebbe partire dallo stesso governo. Al meglio non c’è limite…

Un parlamento rinsavito?
Meglio non essere ottimisti, ma forse c’è anche la mano dei dodici che ieri hanno costituito Intergruppo 2.0, organismo che ha un blog e che ieri è stato presentato con grande enfasi alla Camera. L’elenco dei promotori è breve e doveroso (i link, collegati al nome, sono quelli forniti dai deputati in sede di presentazione). Per il Pd: Paola Concia, Sandro Gozi, Alessia Mosca , Vinicio Peluffo, Federica Mogherini Rebesani, il radicale eletto-pd Matteo Mecacci e il senatore Vincenzo Vita, fresco di presentazione del disegno di legge sulla neutralità delle rete. Per il Pdl: il benemerito Roberto Cassinelli, primo presentatore (nel tempo) di un testo anti-D’Alia, Nicola Formichella, Beatrice Lorenzin (un carnivoro tra vegetariani: è colei che ha chiesto “l’impedimento di accesso” ai siti contenenti istigazione alla bulimia e all’anoressia. E allora perché sta nell’Intergruppo?) , il leghista Massimiliano Fedriga. Infine Pierfelice Zazzera (Idv).

Come che sia, questo gruppo sembra perlomeno “digitalmente alfabetizzato”. Farà audizioni “on line”, non ha ancora un’agenda, ma sembra avere tutta l’intenzione di costruirsela. E’ ben consapevole che dovrà fare lavoro di missione all’interno delle sue stesse fila, visto che l’ignoranza digitale è patrimonio solido e diffuso della rappresentanza politica italiana. Infine, e non guasta, sono tutti abbastanza giovani.

Formichella (Pdl) si è spinto a dire che nel caso Down-YouTube (il video sull’abuso fisico ai danni di un minore disabile, filmato dai suoi stessi assalitori e messo on line), per i quali a Milano sono a processo dirigenti di Google, non ci sono responsabilità dei gestori.” L’unica responsabilità è di chi i contenuti li pubblica” ha detto. E’ un elementare principio da stato di diritto ma non pare avere molti consensi tra i politici italiani.

Ne viene a riprova l’aneddoto raccontato dalla democratica Mogherini Rebesani, che di recente è rimasta assente dalla camera per malattia. Sul suo blog qualcuno le ha contestato la mancata presenza in aula e lei ha potuto chiarire che era malata. “Una volta tornata in aula – racconta – i colleghi mi hanno dato solidarietà. Ma non per la malattia, bensì per l’inaudito attacco subito sul blog”. E va be’…

Era ora
Inutile dire “era ora”. Semmai la domanda da fare ai nuovi associati è “perché siete così pochi?” e cosa intendete fare anche al di fuori della camera. Le domande, per oggi, non gliele abbiamo fatte, ma ce ne sono alcune che urgono: la rete è sotto attacco, non solo da parte dei D’Alia, ma anche dei potenti “doganieri” delle Telco, che stanno per far passare una direttiva europea devastante per l’accesso paritario alle diverse applicazioni e dati. Ne parla Repubblica.it.

Gli effetti della direttiva Telecoms Package potrebbero essere devastanti. Il problema è sempre lo stesso: la cultura dell’establishment che, nell’interesse solido di aziende Telco, televisive, musicali e magari editoriali, sogna di far rientrare il dentrificio nell’astuccio o il genio nella bottiglia.Ma la bottiglia è rotta. Per sempre.

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ATTACCATEVI QUI:

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Notizie dal fronte

Di Pietro: “Sfido Berlusconi in tv”

Antonio Di Pietro lancia una sfida al presidente del Consiglio per un confronto in tv sul dopo terremoto. Il leader di Idv dal suo blog afferma: “L’allergia alla magistratura del presidente del Consiglio non è stagionale, è permanente. I riflettori sul terremoto dell’informazione, quella alternativa ovviamente, e le indagini avviate dalla magistratura disturbano la campagna elettorale permanente di Silvio Berlusconi in Abruzzo. Oltre gli scatti con bambini ed anziani usati come oggetti della miglior propaganda del Ventennio e il dispiegamento operoso della Protezione civile, oltre questo, i fatti sono a zero. E questo imbarazzo lo spinge a visitare continuamente l’Abruzzo”

09:59 Nuove scosse nell’aquilano

Nell’ambito dello sciame sismico in corso nell’aquilano una nuova replica è stata avvertita dalla popolazione. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione Civile. Le località prossime all’epicentro sono Pizzoli, Barete e L’Aquila. Secondo i rilievi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico è stato registrato alle 9.13 con magnitudo 3.1.

10:07 Cento negozi alzano le saracinesche

Sono circa 100, dei 2700 presenti sul territorio, i negozi che questa mattina riapriranno i battenti. Una lenta rispresa dell’attivita’ commerciale che si registra a L’Aquila dopo il sisma che due settimane fa ha devastato l’Abruzzo.

11:12 “Nessun documento della Ragioneria su risorse”

Nessun documento relativo a risorse per il terremoto è stato messo a punto dalla Ragioneria generale dello stato. Lo ha precisato il ragioniere generale dello stato, Mario Canzio. “Smentisco di aver predisposto quel documento – ha affermato Canzio – quel documento non è della ragioneria”. Nei giorni scorsi indiscrezioni di stampa avevano riferito di un documento secondo il quale la ragioneria aveva reperito 7 miliardi di euro da destinare ai fondi per la ricostruzione attraverso rimodulazioni di spesa

12:07 Berlusconi: “Case nuove entro sei mesi”

“Nuove case entro cinque o sei mesi al massimo”: lo ha promesso il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una intervista alla Radio Vaticana. “La permanenza in tenda non può prolungarsi troppo”

14:32 Nuova scossa magnitudo 3

Una nuova scossa, questa volta di magnitudo 3, è stata registrata alle 13.43 nel distretto sismico Valle dell’Aterno, in Abruzzo. Oggi le precedenti sono state registrate, tutte con epicentro Aquilano, alle 3.20 con magnitudo 2,9; alle 4.22 con magnitudo 3, e alle 9.13 con magnitudo 3,1

14:45 Sindaco dell’Aquila al pm: “Ho parlato del telegramma che invia 5 giorni prima del sisma”

Il telegramma con cui veniva chiesto lo stato di emergenza per la città dell’Aquila cinque giorni prima del distruttivo sisma del 6 aprile è stato l’oggetto della deposizione del sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente davanti ai magistrati.

15:17 Allarme igiene nell’ospedale da campo dell’Aquila

Scatta l’allarme igiene all’ospedale da campo dell’Aquila. “Le condizioni igieniche non sono più sostenibili”, afferma Vittorio Festuccia, primario del reparto di medicina generale. “Abbiamo 22 ricoverati che non sono nelle condizioni di utilizzare i bagni chimici posti all’esterno delle tende. C’è quindi un passaggio continuo di liquidi organici che mette a forte rischio le condizioni di igiene nelle tende”

15:21 In arrivo temporali sull’Abruzzo

I meteorologi annunciano da domani piogge sui paesi terremotati dell’Abruzzo

15:32 Manager Asl: “Nelle colonne portanti ospedale mancavano staffe”

Roberto Marzetti, manager della Asl dell’Aquila, dopo l’incontro con il pm ha detto: “Scoprire dopo trent’anni che mancavano le staffe amareggia molto. Nel maggio del 1980 – spiega Marzetti – è stato rilasciato il certificato di collaudo. Invece ho visto che alcune colonne di sostegno dell’edificio non avevano le staffe trasversali di collegamento tra i ferri”

16:27 In pool magistrati esperti ‘ndrangheta e camorra

Tre uomini e una donna, tutti esperti di indagini sulla criminalità organizzata. I magistrati Vincenzo Macrì, Alberto Cisterna, Gianfranco Donadio e Olga Capasso sono i componenti del pool di magistrati istituito questa mattina dal Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso per monitorare gli appalti sulla ricostruzione del terremoto ed evitare così le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose

17:45 Gli sfollati: “In tenda fa freddo da morire”

“Fa freddo, freddo da morire”. Così Patrizia, una signora di circa 60 anni, avvolta in uno scialle di lana, riassume il sentimento della tendopoli che ospita circa 100 sfollati di giorno a cui sia aggiungono 140 che vanno lì a dormire. Nel paese della Valle Subequana piove e, nella notte, assicurano i terremotati, le temperature sfiorano o vanno sotto lo zero. Mascotte del campo è Pasquale Merolli, impiantista di professione, che ha provveduto senza attendere l’Esercito a illuminare e riscaldare le tende dei suoi compaesani: “Anche se oggi i militari sono venuti – racconta – e mi hanno detto che non avrei dovuto agire da solo. Ma è il mio mestiere, so quello che faccio”


°°° Dunque, tra una minchiata di brunetta e una di burlesquoni, tra uno sputazzo di gasparri e un delirio di maroni, continua incessante la passerella elettorale di Mafiolo. Mentre tutto è come prima e non è stato fatto un vazzo per alleviare le pene degli sfollati. Gelo e umidità, sporcizia e disorganizzazione. Mafiolo spara le solite cazzate di miliardi inesistenti, smentito clamorosamente anche dalla ragioneria di Stato. Nulla di nuovo sotto la pioggia, amici.

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Il bandito silvio berlusconi…

… non ha mosso un dito né speso una parola per i criminali mafiosi, amici suoi, che hanno costruito case, scuole, ospedali e prefettura col cartongesso ed hanno causato tutti questi morti e questa tragedia. A domanda precisa di una giornalista VERA ha balbettato che se ne occuperà la magistratura. Non sono cazzi suoi, insomma. Ma quale magistratura, cazzaro?! Quella iresa impotente dalle tue leggi porcata? O quella che hai deprivato di tutto? Quella che non ha nemmeno le risme e il toner per le fotocopie’ O quella che il tuo servo angelino jolie alfano ha riempito di processetti ai poveri immigrati?
LE CASE COSTRUITE SERIAMENTE SONO INTATTE!!!

(dal corriere della serva):
Onna, le case
a norma ancora
in piedi – Foto

onna2

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E se meditassero anche i banditi!

La morale del cemento
di FRANCESCO MERLO

La morale del cemento
CHI ha letto il racconto di Gateano Salvemini, che si salvò dal terremoto di Messina appeso a un davanzale, sa che dai sismi e dalle loro tragedie si possono trarre motivi per potenziare la ricerca, l’attività e la strategia anche intellettuale di un popolo. Pure Benedetto Croce perse i genitori in un terremoto e ne trasse un carattere italiano di grande equilibrio, di prudenza e di stabilità. Insomma i terremoti fanno purtroppo parte della storia del nostro paese e del paesaggio delle nostre anime, magari nascosti negli anfratti del carattere nazionale. Non sono emergenze, sono violenze naturali antiche che si affiancano alle violenze sociali, alle mafie, al brigantaggio, alla corruzione.

E però in Italia la magistratura ha giustamente avuto una grande attenzione vero il fenomeni della mafia e della corruzione: abbiamo dedicato seminari, libri, studi, campagne politiche e morali e sono nati persino dei partiti antimafia e anticorruzione. Ebbene, sarebbe ora che l’Italia si dotasse di una squadra di moralisti antisismici, di legislatori antisismici, di un pool di pubblici ministeri che mettano a soqquadro i catasti, gli assessorati all’urbanistica, le sovrintendenze, gli uffici tecnici, i cantieri. Non è possibile che ad ogni terremoto il mondo scopra stupefatto che l’Italia, l’amatissima Italia, è un Paese senza manutenzione.

A leggere i giornali internazionali di questi giorni si capisce subito che un terremoto in Italia non ha lo stesso effetto di un terremoto in Giappone. Anche quando non vengono colpite le città d’arte, come Firenze o Perugia, l’Italia in pericolo coinvolge di più di qualsiasi altro luogo. In gioco – ogni volta ce ne stupiamo – ci sono infatti la nostra bellezza e la dolcezza del vivere italiano, e poi i musei, il paesaggio… È solo in questi casi che ci accorgiamo come gli altri davvero ci guardano: non più sorrisi e ammiccamenti, ma dolore e solidarietà per un paese che è patrimonio dell’umanità.

Ebbene è la stampa straniera a ricordarci che ci sono città italiane incise dalle faglie, e dove le bare per i morti e l’inutile mappa dei luoghi d’incontro dei sopravvissuti sono i soli accorgimenti antisismici previsti. Ci sono città dove la questura, la prefettura, gli ospedali sono ospitati in edifici antichi che sarebbero i primi a cadere. Dal punto di vista sismico, della vulnerabilità sismica, non esiste un sud e un nord d’Italia, non esiste un paese fuori norma contrapposto a un paese nella norma. L’Italia, come sta scoprendo il mondo, è tutta fuori norma. Nessuno costruisce nel rispetto degli obblighi di legge che – attenzione! – non eviterebbero certo i terremoti che uccidono anche in Giappone e in California, anche dove la legge è legge. Neppure lì i terremoti sono prevedibili. Non ci sono paesi del mondo dove le catastrofi naturali non procurano danni agli uomini e alle cose.

Ma le norme antisismiche sono al tempo stesso prudenza e coraggio di vivere, sono la stabilità di un paese instabile, la fermezza di una penisola ballerina, sono come le strisce pedonali e la segnaletica stradale che non evitano gli incidenti ma qualche volta ne contengono i danni, ne limitano le conseguenze, ti mettono comunque a posto con te stesso e con il tuo destino. Colpisce invece che la sfida alla natura in Italia sia solo e sempre verbale: “immota manet” è il motto della città dell’Aquila ed è un paradosso, un fumo negli occhi, un procedere per contrari, una resistenza al destino che ne rivela la completa, rassegnata accettazione: la sola immobilità dei terremotati è la paura, è la paralisi.

Da sempre i terremoti intrigano i filosofi e gli scienziati. Si sa che dopo un terremoto aumentano i matrimoni e le nascite che sono beni rifugio, e si formano nuove classi sociali, si riprogetta la vita come insegna appunto Salvemini. Ma le catastrofi attirano gli sciacalli, economici certo ma soprattutto politici e morali. Ricordo che, giovanissimo, nel Belice vidi arrivare i missionari delle più strane religioni, i rivoluzionari seguaci di ogni utopia e i ladri d’anima…

I soli che in Italia non arrivano mai sono gli antisismici d’assalto; le sole competenze che ai costruttori non interessano sono quelle antisismiche; e a nessun italiano viene in mente, invece di ingrandire la terrazza, di rafforzare le fondamenta della casa.
Siamo i più bravi a rimuovere, a dimenticare i lutti, a non tenere conto che la distruzione come la costruzione crea spazi e solidarietà. L’Italia sembra unirsi nelle disgrazie. Nelle peggiori tragedie ci capita di dare il meglio di noi: sottoscrizioni, copiosissime donazioni di sangue, offerte di ospitalità… Davvero ci sentiamo e siamo tutti abruzzesi. Ci sono familiari volti e lacrime che sono volti e lacrime di fratelli. Sta tremando tutta l’Italia. E anche se non riusciremo a dominare la forza devastatrice della natura, mai più dovranno dirci che questo è un paese fuori dalla legge.

Fosse pure un’illusione piccolo borghese, da impiegati del politicamente corretto, abbiamo bisogno di applicare tutti insieme la tecnica antisismica e di misurare il ferro che arma il cemento: abbiamo bisogno di costruttori, di sovrintendenti, di legislatori e di giudici di ferro.

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squalo

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Zitto zitto, Mafiolo attacca i giudici

LA POLEMICA. Emendamento del governo al decreto su stupri e ronde
Il Csm prepara un parere: “Questa è una materia di nostra competenza”
Giudici trasferiti d’ufficio alle sedi sguarnite
l’Anm protesta e minaccia lo sciopero

di LIANA MILELLA

Giudici trasferiti d’ufficio alle sedi sguarnite l’Anm protesta e minaccia lo sciopero
ROMA – Non è sciopero proclamato. Ma fortemente voluto sì. Pure in tempi stretti. Dei magistrati e dell’Anm contro il governo per via dell’ultimo blitz messo a segno nel decreto stupri-ronde, divenuto un contenitore tuttologo. Accanto ai volontari per la sicurezza, allo stalking, al carcere obbligatorio per la violenza sessuale, ai bonus per Telecom, ecco il trasferimento d’ufficio delle toghe.
http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/politica/giustizia-10/trasferimenti-di-ufficio/trasferimenti-di-ufficio.html

°°° Coi soliti metodi mafiosi, il burlesquoni si scaglia contro la Magistratura e continua a scardinare la poca Giustizia che ci rimane.
Poi si chiede com’è che il mondo e la gran parte degli italiani LO SCHIFANO e se lo vogliono levare dalle palle, pr sempre!

giudici

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