Incredibile: Berlusconi indagato!

Mediatrade, indagati Berlusconi e figlio

“Così creavano i fondi neri”

Diritti tv, chiuse le indagini della Procura. Tra gli indagati anche Confalonieri. Per il premier ipotesi appropriazione indebita. Ghedini: “Incredibile, prima delle Regionali”. Nel documento dei giudici la ricostruzione del “sistema di frode”, utilizzato “dalla fine degli anni 80”

°°° No, caro azzeccagarbugli ghedini, l’unica cosa incredibile è che

BERLUSCONI NON ABBIA SMESSO UN SOLO GIORNO DELLA SUA VITA  DI

DELINQUERE!

GHEDINI  PREOCCUPATISSIMO

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Consigli per gli acquisti

Premier a cena coi giudici costituzionali, è polemica

Il 6 ottobre ci sarà l’udienza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, ma intanto è già polemica dopo la notizia di una cena riservata del premier e del ministro Alfano a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella. Alla serata hanno partecipato un altro componente dell’Alta Corte Paolo Maria Napolitano, oltre a Gianni Letta e al presidente della commissione affari costituzionali Carlo Vizzini. La cena sarebbe avvenuta a maggio ma ne ha dato notizia ora l’Espresso: il giudice ha confermato dicendo che lui a casa invita chi vuole e ha negato che si sia parlato del Lodo Alfano. Continua a leggere

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Povero Silvio

Il vertice dei popolari europei non trovano la candidatura unica
Scontro tra Berlusconi e Tusk sul nome di Mario Mauro

Europarlamento: niente presidente
Scontro Italia-Polonia nel Ppe
I leader confermano l’indicazione della conferma di Barroso alla guida della Commissione

Il presidente di turno della Ue Jan Fischer con Silvio Berlusconi

pap

BRUXELLES – Nessun accordo al vertice del Partito Popolare Europeo a Bruxelles. Silvio Berlusconi e il premier polacco Donald Tusk non hanno trovato la tanto auspicata candidatura unica dei popolari alla presidenza dell’europarlamento.

Restano in campo il candidato italiano del Pdl Mario Mauro e quello polacco di Piattaforma Civica Jerzy Buzek. La prospettiva è una votazione interna al Ppe che decida il candidato unico da svolgersi il prossimo 7 luglio.

“Ho l’impressione che la nostra determinazione sia più grande di quella italiana” ha detto il premier polacco riferendo alla stampa l’atteggiamento di Berlusconi che avrebbe presentato una rosa di nomi, tra cui l’attuale ministro degli Esteri, Franco Frattini.

Nessun dubbio tra i popolari per il presidente della Commissione europea. Il presidente del Ppe Wilfred Martens, durante una conferenza stampa, ha dichiarato “che l’appoggio va alla candidatura del presidente uscente José Manuel Durao Barroso”.

Intervistato a margine del vertice Ue a Bruxelles, il presidente uscente dell’europarlamento, Hans-Gert Poettring, ha affermato che le vicende personali che vedrebbero coinvolto Silvio Berlusconi non hanno alcun impatto sull’eventuale scelta di Mauro. “Anche se qualcuno della nostra famiglia ha un comportamento che non piace a tutti, questo non può avere effetti su chi non ha avuto questi comportamenti”, ha dichiarato Poettering.

Barroso alla Commissione. In serata, infine, i leader dei Ventisette hanno raggiunto un accordo per il sostegno a un nuovo mandato per Josè Manuel Barroso alla guida dell Commissione Europea.
L’intesa è stata raggiunta nel corso della cena al Consiglio Europeo e dovrebbe spianare la strada all’ex premier portoghese in vista del voto al Parlamento Europeo in programma il 15 luglio.

°°° E DOPO QUESTO ENNESIMO SMACCO EUROPEO, ANCHE ALTRE QUATTRO RAGAZZE STANNO INFOGNANDO “PAPI” NELLA PORCATA VENUTA ALLA LUCE A BARI. SILVIO DICE CHE SI TRATTA SOLO DI UN “Fuoco di Puglia”, MA QUESTA VOLTA HO PAURA CHE SI SCOTTERA’ LE MANI…

(Sempre da Repubblica)

Feste a casa di Berlusconi
Altre ragazze nell’inchiesta

Indagato per cocaina il factotum dell’imprenditore che procurava le donne. Sigillati i nastri della D’Addario. Nelle carte una deputata Pdl e due esponenti del Pd. Imbarazzo nel centrodestra, dubbi tra big e peones. Pd e Idv: “Premier parli”. Nei tg notizia oscurata

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Da Travaglio

La Camera degli imputati

Tira una gran bell’aria, in Sicilia. Il viceministro Gianfranco Miccichè (Pdl) dà del «farabutto» al coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione, già condannato in primo grado per turbativa d’asta a 10 mesi per gli appalti truccati dell’ospedale di Catania. Il governatore Raffaele Lombardo, indagato per abuso d’ufficio con Cuffaro dell’Udc (hanno messo in piedi un ufficio stampa di 20 giornalisti, tutti capiredattori, roba che nemmeno la Casa Bianca), azzera la giunta e ne fa una nuova. Continuerà a farne parte l’assessore ai Beni Culturali, Antonello Antinoro (Udc), indagato per voto di scambio mafioso nel silenzio dei due magistrati antimafia, Russo e Ilarda, che fanno parte della stessa giunta. Antinoro è pure candidato alle Europee: se tutto va bene, lo esportiamo a Strasburgo. Per non farci mancare nulla, Piercasinando ha riportato alla Camera l’ex governatore siciliano Giuseppe Drago: l’anno scorso, quando fu eletto, era già stato condannato in appello a 3 anni per peculato, con interdizione perpetua dai pubblici uffici (nel 1998 scappò con la cassa dei fondi riservati al governatore, poi disse di averli spesi in beneficenza, ma non era vero). Ora la Cassazione ha confermato condanna e interdizione, portando a 17 il numero dei pregiudicati nel Parlamento italiano. Ma, anziché mettere Drago alla porta, la giunta per le elezioni della Camera ha avviato una lunga procedura per vedere se sia il caso di eseguire una condanna definitiva (per Previti impiegò 2 anni). Intanto prosegue il dibattito nel Pd per vedere se sia il caso di allearsi con l’Udc. Auguri.

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Guardavo Lerner…

Ma quando cazzo vince la sinistra se continua a trattare Burlesquoni come uno strampalato leader politico? Silvio Berlusconi è semplicemente un gangster pluriindagato e pluricondannato che si è scaraventato in politica per non andare in galera. PUNTO! Poi, grazie a questa sinistra molle, imbecille, e connivente… si è pure fatto fare le leggi ad personam per evitare altra galera. Io penso solamente che – IN QUALUNQUE PAESE OCCIDENTALE – un mafiosetto così improponibile sarebbe in galera da almeno trent’anni e ne uscirebbe soltanto in una bara. NON E’ SERIO, NE’ ETICO, NE’ UTILE!!!

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Un povero, vecchio, pirla

Nota del premier dopo l’inchiesta del nostro giornale sul caso Noemi
Sul giornale in edicola domani la risposta del nostro direttore
Palazzo Chigi: “Da Repubblica
campagna denigratoria”

Il Pd: “Il Cavaliere si deve abituare alla libertà di stampa”

b-pirla

ROMA – “Invidia e odio nei confronti di un presidente del Consiglio che ha raggiunto il massimo storico della fiducia dei cittadini: sono palesi i motivi della campagna denigratoria che la Repubblica e il suo editore stanno conducendo da giorni contro il presidente Berlusconi”. E’ quanto sostiene una nota dell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio dei ministri, dopo la pubblicazione dell’inchiesta sugli aspetti contraddittori del caso Noemi, che ha dato il via alla decisione di Veronica Lario di chiedere il divorzio.

“Attacchi di così basso livello, in vista delle prossime elezioni europee e amministrative, confermano non solo l’assoluta mancanza di argomenti politici concreti di quel giornale e della sua parte politica, ma anche una strategia mediatica diffamatoria tesa a strumentalizzare vicende esclusivamente private – conclude la nota – a fini di lotta politica”.

In mattinata arriva la replica del Pd: “L’attacco che arriva dai durissimi comunicati di Palazzo Chigi contro Repubblica – dice Paolo Gentiloni – va ben al di là di ogni polemica, fino a sconfinare nella minaccia. Il presidente del Consiglio non può usare queste parole, non può lanciare accuse di questa gravità e con toni tanto aspri quando proprio ai suoi più stretti collaboratori spetta il compito delle politiche e del sostegno alla stampa. Si deve abituare alla presenza di giornali che scrivono anche cose scomode: la libertà di stampa è un diritto garantito dalla costituzione”.

Il direttore di Repubblica Ezio Mauro risponderà alla nota di Palazzo Chigi sul giornale di domani.

°°° Mumble, Mumble… Repubblica si è limitata ieri a porre delle elementari domandine. Nulla a che vedere con le 18 domande che pose tre anni fa il Financial Times a Burlesquoni, dove gli si chiedeva espressamente (cosa che nessun giornalista italiota ha mai fatto) DOVE avesse preso i soldi per iniziare e per uscire dalla bancarotta nel 1993/4; che rapporti avesse con la Mafia, ecc… Mafiolo usò le sue tv – LUI SI’ – per diffamare il giornale più importante del mondo e minacciò una sfilza di querele. Preso per il culo dal mondo intero, querelò davvero… Indovinate chi ha vinto la causa? Non ne sapete nulla, vero? Certo, perché questo delinquente vive di annunci e di slogan. Poi, quando il gioco si fa serio, si caga in mano e fa delle immani figure di merda. Ma veniamo alla nota delirante di palazzo Chigi (che ha ospitato ben altre personalità… CHE VERGOGNA!):
Dice bonaiuti o servo equipollente:
Invidia e odio nei confronti di un presidente del Consiglio che ha raggiunto il massimo storico della fiducia dei cittadini

Ora, a parte il fatto che NON POTENDO VANTARE UN SOLO PROVVEDIMENTO COMMENDEVOLE, continuano a menarcela coi loro sondaggi FASULLI, INVENTATI, E SMENTITI DAI FISCHI e DAGLI SPUTI CHE RICEVE OVUNQUE SI PRESENTI… ma se c’è un verme che ODIA, chiunque non possa comprare, è proprio silvio burlesquoni medesimo!
Invidia?! Fatemi capire… cosa avrebbe da invidiare uno gnomo morente alto un metro e un cazzo sdraiato, impotente da una vita, pieno di cocaina come un uovo, con l’organismo putrefatto che lo obbliga al brodino vegetale o al risottino in bianco da almeno 30 anni, ignorante e volgare come una zoccola, con una fedina penale orripilante e indagato in mezza Europa, un fallito che non ne ha azzeccato nemmeno mezza come imprenditore (ma poi, un imprenditore è imprenditore in tutto il mondo, se è capace… questa merda di verme, ogni volta che ha messo il naso fuori dall’Italietta, senza l’appoggio di Craxi o della mafia, è stato mandato affanculo in un amen ed è tutt’ora indagato), antipatico come pochi, irriso da tutto il mondo: e cioè da quasi SEI MILIARDI di uomini e donne… Che cazzo avrebbe da invidiare costui?

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Da Travaglio

Toghe & rifiuti

Siccome in Italia vige la meritocrazia e si premiano i migliori, la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta dall’on. prof. avv. imp. Gaetano Pecorella ha scelto come consulenti due magistrati fra i più meritevoli: Francesco Castellano e Cesare Martellino. Affinché le due toghe possano dispiegare il loro balsamico contributo all’insigne consesso 24 ore su 24, senza distrazioni, il Csm sta provvedendo a collocarli «fuori ruolo». La scelta appare più che azzeccata. Martellino, ex procuratore di Terni ed ex presidente della Caf (corte d’appello della giustizia sportiva), poi rappresentante italiano a Eurojust al posto di Caselli, è indagato a Napoli per Calciopoli (abuso d’ufficio per il presunto aggiustamento di una pratica che stava a cuore alla Reggina su pressione di Franco Carraro). I laici del centrosinistra chiesero al Csm di occuparsi di lui per i presunti consigli forniti a don Pierino Gelmini, indagato per pedofilia a Terni. Castellano, ex giudice a Milano poi trasferito a Torino, oltre ad aver assolto Berlusconi nel processo Sme dopo averlo difeso in varie interviste, è stato sanzionato con la censura dal Csm e dalla Cassazione per essersi «intromesso nella vicenda Unipol», «fornendo la propria competenza e spendendo la propria persona per sostenere le ragioni dell’amico Giovanni Consorte con i colleghi milanesi» e «accreditandosi presso Consorte come canale di penetrazione per acquisire informazioni e condizionare le indagini», con «grave lesione del prestigio dell’ordine giudiziario». Gli uomini giusti per la commissione rifiuti.

°°° Vi ricordate Previti? “NON FAREMO PRIGIONIERI!” minacciò nel 1994… Ecco. Lui è nascosto nel suo castello di piazza Farnese o nel suo megastudio di via Cicerone, ma state tranquilli che sono sempre lui e dell’utri a tirare le fila del mafionano. Lui ha continuato nel suo mestiere di corrompere e comprare i magistrati con poca dignità e privi di morale. La cosca così ha mano libera, lodi a parte, per fare i comodacci loro, ovunque e comunque. Hanno occupato perfino i cadreghini dei bidelli. Spoyl system all’ennesima potenza. Ecco perché l’Italia è regredita in tutti i settori a livelli di quarto mondo. Sappiatelo.

b-giustizia

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Mafialand

Berlusconi e la sua cosca stanno facendo un regalo via l’altro alle mafie loro socie:

IL CASO. La modifica proposta dell’ex di An Contento ottiene
il sì anche del Guardasigilli. Scontro con la Lega. L’ira del Viminale
Appalti, il Pdl cambia l’anti-racket
“No all’obbligo di denuncia
di LIANA MILELLA

Appalti, il Pdl cambia l’anti-racket “No all’obbligo di denuncia”
ROMA – Maroni da una parte, Alfano dall’altra. Lega e Pdl divisi su appalti e mafia. Dopo la rottura su ronde, Cie, medici-spia, la manovra del governo sulla sicurezza segna lo scontro sull’obbligo per l’imprenditore titolare di appalti pubblici di denunciare un’estorsione pena la perdita della commessa e l’interdizione dalle gare per tre anni.

Succede alle due di notte, nelle commissione Giustizia e Affari costituzionali della Camera, all’ultimo rush per mandare il ddl oggi in aula. Il ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni e il sottosegretario (ex An) Alfredo Mantovano hanno raccolto gli appelli di Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria in Sicilia, della collega campana Cristiana Coppola, delle associazioni antiracket, e insistono per l’obbligo di denuncia nella versione del Senato. Ma una modifica dell’ex aennino Manlio Contento lo fa cadere e raccoglie il sì del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, che ha approfondito la questione col Guardasigilli Angelino Alfano, e dei due relatori ex forzisti Jole Santelli e Francesco Paolo Sisto. La Lega protesta, Mantovano spiega che “il testo è frutto di un accordo tra Interno, Giustizia, Economia e Sviluppo economico, con il via libera di palazzo Chigi”. Ma la Giustizia fa dietro front. In aula si fronteggia la sola maggioranza perché Pd e Idv se ne sono andati per protesta. Si vota: vince il Pdl. Se fosse stata presente l’opposizione forse avrebbe prevalso il Viminale.

Che fa pesare l’accaduto. Dice Maroni: “Questa notte alcune votazioni hanno confermato le mie preoccupazioni. Una norma fortemente voluta dal ministero è stata emendata e svuotata di significato”. E oggi, in consiglio dei ministri, chiederà a Berlusconi di mettere la fiducia sul ddl perché teme che la coalizione si sfaldi su ronde, Cie, reato di clandestinità che obbligherà gli incaricati di pubblico servizio a denunciare gli stranieri. Tant’è che l’intersindacale medica chiede “una specifica e precisa esenzione dall’obbligo di denuncia”.

La divisione sugli appalti porta acqua a Maroni. Il conflitto è pesante. Da una parte c’è la norma esistente, contestata alla Camera dall’Ance, che tra le cause di esclusione da una gara inserisce la mancata denuncia dell’estorsione che il pm scopre in un’indagine su terzi. L’imprenditore non è indagato, ma il pm dovrà segnalare l’anomalia all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Manlio Contento dice no: “È una procedura di dubbia costituzionalità perché l’imprenditore non è direttamente sotto inchiesta”. Con la correzione il pm segnalerà solo imputati di falsa testimonianza o favoreggiamento. Caliendo è d’accordo: “Se un imprenditore è minacciato dell’uccisione del figlio e non la denuncia per paura di perderlo, poi non può perdere l’azienda. Se vieni chiamato da polizia e pm e non collabori è diverso”. Mantovano è sul fronte opposto: al Senato si è battuto per una norma che obbliga a un maggior dovere di lealtà chi lavora con lo Stato. Norma vantata da Maroni all’Antimafia come strumento per costringere gli imprenditori alla denuncia. Prevale la linea garantista. Al Viminale sono in collera: “Evidentemente sono tutti contenti che la Salerno-Reggio sia un’autostrada a una corsia” dicono alludendo al peso della mafia sulle gare.

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Ma che vergogna!

L’indagine per corruzione che coinvolgeva anche il Cavaliere
Avrebbe raccomandato 5 attrici al dirigente Rai in cambio di sostegno
Raifiction, archiviato caso Berlusconi-Saccà
Il gip decide se distruggere le intercettazioni
“Conversazioni irrilevanti e nessuna certezza sull’esistenza di un ‘do ut des'”

ROMA – Procedimento archiviato. E’ la decisione presa dal gip Pierfrancesco De Angelis sull’indagine che vedeva indagato Silvio Berlusconi per corruzione, per aver raccomandato nel 2007, all’allora direttore di Raifiction Agostino Saccà, cinque attrici in cambio di sostegno finanziario, imprenditoriale e politico. Entrambi erano indagati per concorso in corruzione. La decisione è stata presa il 17 aprile scorso.

Il gip ha archiviato anche le posizioni di Stefania Tucci, commercialista, e Giuseppe Proietti, intermediario delle case di produzioni Hbo (americana) e Bavaria (tedesca), a loro volta indagati per corruzione, per l’acquisto di programmi e format avvenuto con pagamento estero su estero. Il gip si è riservato di decidere sulla richiesta di distruzione delle intercettazioni allegate al fascicolo processuale.

L’inchiesta riguardava la presunta promessa di sostegno finanziario ed economico alla Pegasus, una società istituita da Saccà. Le indagini erano state avviate dal pm della procura di Napoli Vincenzo Piscitelli. Gli atti erano stati successivamente trasmessi a Roma per competenza territoriale.

Il giudice ha accolto la richiesta della procura di Roma (i magistrati Angelantonio Racanelli e Sergio Colaiocco e il procuratore Giovanni Ferrara) e le argomentazioni secondo cui non si applica il lodo Alfano. Il pm, inoltre, può chiedere l’archiviazione nonostante sia stata già fissata l’udienza preliminare. Quanto al merito, Saccà “non era da considerare un incaricato di pubblico servizio”. Sull’altra vicenda, nessun elemento a sostegno dell’accusa è stato acquisito.

Insomma, quando il Cavaliere, all’epoca capo dell’opposizione, al telefono segnalava all’amico Agostino (Saccà), il nome di Evelina Manna, non aveva commesso alcun reato. Nulla di penalmente rilevante anche quando, sempre al cellulare, sottolineava le qualità professionali di altre “starlette” come Elena Russo, l’ex tronista Vittoria Ferranti o Antonella Troise. “Le conversazioni appaiono irrilevanti”, ha scritto la procura nella sua richiesta di archiviazione presentata alla fine di febbraio.

L’esito delle indagini della procura di Roma si fondava su un presupposto fondamentale: Saccà, pur essendo dipendente di una azienda pubblica, ovvero la Rai, non rivestiva, al telefono con Berlusconi, la qualifica di incaricato di pubblico servizio. Nella richiesta di archiviazione veniva spiegato inoltre che non vi è accordo corruttivo in quanto, in sostanza, Saccà e Berlusconi non avevano nulla da scambiare anche in virtù “di un rapporto interpersonale risalente nel tempo”.

“Non vi è certezza sull’esistenza di un do ut des – scrivevano i pm – lo stretto legame tra l’onorevole Berlusconi e Saccà, che emerge con l’evidenza dall’attività investigativa, era tale da consentire al primo di effettuare segnalazioni al secondo senza dover promettere o ottenere nulla in cambio”.

In una intercettazione telefonica del luglio del 2007, tra le prove acquisite dal pm di Napoli, Berlusconi parlando con Saccà diceva: “Sai che poi ti ricambierò quando sarai dall’altra parte, quando tu sarai un libero imprenditore…”. Saccà rideva e Berlusconi replicava: “Mi impegno a darti un grande sostegno”. Ma per la procura “non si può non rilevare la estrema genericità della asserita promessa corruttiva che emerge da questa telefonata”.

°°° Ecco l’ennesima dimostrazione che gli amici degli amici della Procura romana sono MOLTO amici degli amici. Anche questo caso lampante di corruzione, così come altri innumerevoli casi di reati acclarati, vengono insabbiati o addirittura archiviati dei bravi ragazzi. Le prove, le intercettazioni chiarissime,le testimonianze, per questi picciotti NON VALGONO UN CAZZO. Meglio un avanzamento di carriera.Io mi vergogno molto di essere italiano, in questo periodo.

ber-corruttore

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